Il
progetto finanziato dal Centro di Servizi per il Volontariato della Provincia
di Caserta (CSV Asso.Vo.Ce) si pone l’obiettivo di favorire l’integrazione
degli utenti della Uosm 21 Asl Ce, coinvolgendoli in attività di conoscenza,
cura e salvaguardia del patrimonio artistico e culturale presente sul
territorio sammaritano, con particolare riferimento all’Anfiteatro Campano, con
la possibilità di attivare, in futuro, anche forme di economia sociale
attraverso l’istituzione di borse di studio.
L’iniziativa, presentata questa mattina proprio nei giardini
dell’Anfiteatro Campano, mira a favorire l’integrazione di persone con
disabilità psichica medio-lieve superando gli ostacoli rappresentanti
dall’isolamento sociale e della ghettizzazione. Lo scopo che si intende
perseguire è quello di un coinvolgimento in rete di utenti della salute
mentale, volontari e figure professionali per la riattivazione del sentimento
di identità collettiva intorno ad obiettivi di cura e tutela dei siti
archeologici presenti sul territorio attraverso l’adozione dell’Anfiteatro
Campano da parte degli utenti dell’Unità Operativa di Salute Mentale di Santa
Maria Capua Vetere.
Il progetto, finanziato dal Bando Microprogettazione sociale
2012/13 del Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Caserta,
è stato reso possibile grazie alla sinergia tra diversi CSV Asso.Vo.Ce
rappresentato - nel corso della conferenza - dal presidente Gennaro Castaldi,
Avo (Associazione Volontari Ospedalieri) con la presidente Assunta Amelio,
Soprintendenza di Salerno, Benevento, Avellino e Caserta rappresentata dal
funzionario archeologo dottoressa Ida Gennarelli, l’Uosm (Unità operativa di
salute mentale) di Santa Maria Capua Vetere con il primario Gaetano De Mattia e
l’AIDO di Maddaloni presieduta da Michele Senneca.
“‘Un monumento per Amico’, questo è il progetto pensando al
quale mi viene in mente di eliminare le prime due lettere dalla parola
‘im-possibile’ per concretizzare un’iniziativa - ha spiegato la presidente AVO
Assunta Amelio - nella quale l’adozione dell’Anfiteatro Campano da parte degli
utenti dell’Uosm di Santa Maria Capua Vetere vuole essere un gesto d’amore
verso un monumento della nostra città dal valore inestimabile. Il partenariato
tra le diverse realtà nasce proprio dal desiderio di unire le forze per dare al
paziente psichiatrico la possibilità di credere nuovamente nelle proprie
capacità umane, offrendogli l’opportunità di dimostrare così alla comunità alla
quale appartiene che la sua patologia non deve essere motivo di ghettizzazione
e falso pregiudizio”.
“Avere a cuore un amico - ha spiegato il funzionario
dell’Ufficio Beni Archeologici di Santa Maria Capua Vetere Ida Gennarelli -
vuol dire conoscerlo e rispettarlo, ‘coltivare’ il rapporto affinché sia solido
e fruttuoso. Coltivare il rapporto tra una comunità e i monumenti che la
rappresentano non è molto diverso. Nell’ambito di questo progetto viene
adottato l’Anfiteatro Campano che da circa duemila anni non ha mai cessato di
suscitare ammirazione ed interesse. La sua conservazione quindi è un dovere che
abbiamo non solo nei confronti delle generazioni future ma anche di quelle
passate. E’ un dovere che il presente può svolgere con entusiasmo e delicatezza
perché la salvaguardia di un bene così importante non è un onere economico per
la collettività ma è soprattutto una occasione di emancipazione comune, di
crescita sociale e culturale. Il progetto intende realizzare, attraverso
incontro/lezioni sia pratiche che teoriche, un giardino con essenze che
rimandano a luoghi e miti del mondo antico, quali la rosa, il mirto, il
narciso. Sarà un’occasione per ricordare la celebrazione dei ‘Rosalia’ con cui,
proprio nell’Anfiteatro Campano, i romani festeggiavano la bella stagione e la
fioritura delle rose, i cui petali venivano usati per la preparazione di uno
dei più famosi profumi campani, il ‘rhodinon italikon’, per la cui
fabbricazione era nota proprio la città di Capua”.