La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".
DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013email
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Filcams Cgil: la festa non si vende, si vive Lavorare il Primo maggio è un insulto
Lavorare il Primo maggio, come accadrà domani per molti lavoratori del commercio, è un insulto. La Filcams Cgil, il sindacato dei lavoratori del commercio, in provincia di Caserta guidato da Benedetto Arricale, non usa mezzi termini: “La festa del Primo Maggio – dice – non si vende, si deve vivere”. E aggiunge: “Chi sostiene che le aperture dei negozi nelle giornate di festa sono un modo per combattere la crisi dice una bufala. I cittadini sanno benissimo che si compra e si consuma non sulla base delle aperture dei negozi ma rispetto alle condizioni del portafoglio, che di questi tempi sono tutt’altro che buoni”.Da qui la presa di posizione della Filcams Cgil di Caserta che in vista, appunto, della festa del Lavoro, ha diramato il seguente documento.“Il 1° maggio molti negozi nella provincia di Caserta, soprattutto i grandi centri commerciali, resteranno aperti. E questo il risultato delle liberalizzazioni concesse dal Governo Monti, che ha voluto sostituirsi a imprese, sindacati e territori i quali, fino ad allora, avevano sempre contrattato le aperture in termini che non fossero mortificanti nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Con circa 6 milioni di disoccupati e una crisi che ha drasticamente ridotto i consumi – continua il documento della Filcams Cgil di Caserta - obbligare lavoratrici e lavoratori del commercio a lavorare domeniche e festività, senza nessuna possibilità di stare in famiglia, sembra quasi una beffa. Peggio ancora nel giorno della Festa del Lavoro. Lavorare il Primo maggio – continua il sindacato – rappresenta un insulto nei confronti di quella storia, di quegli uomini e di quelle donne che hanno costruito le basi della nostra democrazia, delle nostre conquiste sociali e di libertà”.Quindi il giudizio sulla valenza economica di una decisione che appare tutt’altro che vantaggiosa. “Sostenere – continua infatti la Filcams Cgil - che le aperture nelle giornate di festa sono un modo per combattere la crisi è una colossale bufala, smentita dai dati di continua riduzione dei consumi e dal comune buon senso, poiché i cittadini sanno benissimo che si compra e si consuma non sulla base delle aperture dei negozi ma rispetto alle condizioni del portafoglio”.“Nel commercio il lavoro è particolarmente debole con una prevalenza di contratti part time imposti, a tempo determinato, con flessibilità difficili da contrattare. Una condizione che complica la contrattazione e rende doverosa la solidarietà di chi dispone di maggiore libertà d’azione. Per tali ragione la Filcams CGIL Caserta – conclude – da mesi impegnata nella campagna nazionale la festa non si vende, si vive, tesa a restituire i diritti dei lavoratori sottrattati alla contrattazione, invita i cittadini consumatori ad essere solidali con i lavoratori”.