Nella
mattinata di oggi, la “Squadra Falchi” della Squadra Mobile di Caserta, diretta
dal Vice Questore dr. Alessandro TOCCO, ha eseguito un’ordinanza di custodia
cautelare agli arresti domiciliari, emessa dall’Ufficio del G.I.P. presso il
Tribunale di S. Maria C. V. (CE) su richiesta della Procura sammaritana, in
relazione al reato di rapina aggravata, nei confronti di DIODATO Benedetto,
nato a Maddaloni (CE) il 13.11.1989. La misura è stata emessa ad epilogo di
incalzanti indagini condotte dagli investigatori della “Sezione Criminalità
diffusa” su una delle numerose rapine consumate a Caserta nelle ultime
settimane, nell’area compresa tra la Stazione ferroviaria ed il parco
antistante la Reggia vanvitelliana. Infatti, il 3 marzo scorso, intorno alle
09.30, uno studente in attesa alla fermata dei bus, era stato avvicinato da un
giovane con il pretesto di chiedere “un euro”, ma poi lo sconosciuto aveva
svelato le sue reali intenzioni mostrando un oggetto a punta e intimandogli di
consegnargli il cellulare, un costoso “Samsung S3”, ed il denaro che aveva, 20
euro, fuggendo poi verso lo scalo.
A
seguito della denuncia, venivano avviati accertamento da parte della “Squadra
Falchi” impegnata sistematicamente nel monitoraggio della zona, attraverso la
continua identificazione dei personaggi che abitualmente la frequentano.
Infatti, venivano acquisite decine di fotografie di soggetti che abitualmente
girovagano nell’area, le cui fattezze corrispondevano alla descrizione fornita
in sede di denuncia. Le immagini, poi, erano sottoposte in visione alla vittima
che riconosceva, senza ombra di dubbio, nel DIODATO Benedetto il responsabile
dell’aggressione, il quale aveva impressi sul collo dei vistosi e
caratteristici tatuaggi notati in occasione della rapina. Pertanto, sulla
scorta degli inequivocabili riscontri investigativi, la Procura della
Repubblica di S. Maria C. V. formulava una richiesta di applicazione di misura
cautelare restrittiva nei confronti dell’indiziato, il quale nonostante la
giovane età ha già manifestato una pericolosa e spiccata propensione a
delinquere, annoverando precedenti per favoreggiamento, furto aggravato,
lesioni e resistenza a p.u.. L’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale
accoglieva la richiesta applicando la misura degli arresti domiciliari
prescrivendo però, in considerazione della pericolosità di DIODATO Benedetto,
che fossero adottate stringenti misure di controllo attraverso l’adozione del
c.d. “braccialetto elettronico” e disponendo che, alternativamente, qualora
l’arrestato avesse rifiutato tale presidio di “vigilanza tecnologica”, fosse
tradotto in carcere.