Le vicende
giudiziarie del passato di chi da tempo non ha più alcun ruolo politico attivo
non appartengono a questo momento politico e , come tali dunque, non
possono essere strumentalizzate, da di chi è inquinato da antichi dissapori,
per ostracizzare una parte politica.
Simili viltà,
meccanismi da burattinai e millantatori della politica nostrana, fanno parte di
composizioni teoretiche nelle quali, assolutamente, non ci riconosciamo. Di
fronte alle calunnie e alle diffamazioni strumentali la nostra certezza non
vacilla, sapendole sterili strumenti nelle mani dei manipolatori dell’opinione
pubblica.
Il nostro ruolo
comporta responsabilità irrinunciabili, tra le altre, il confronto. Un
confronto dialettico che, per quanto serrato, resti nei corretti binari di un
dibattito politico fatto di civiltà e onestà intellettuale. Non si possono
rivolgere accuse infamanti sulla base di mere illazioni.
Si utilizzano
vicende giudiziarie concluse, con un annullamento senza rinvio, condannando
sulla base di dichiarazioni di un pentito ritenuto dalla magistratura
inattendibile, invece di confrontarsi lealmente, su tematiche squisitamente
politiche, con gli attuali attori della scena politica, con coloro che, ad
oggi, rappresentano le Associazioni. Confrontatevi con chi oggi, realmente,
rappresenta il coordinamento delle Associazioni.
Altri sono gli
attori di questa fase politica, il passato non ritorna.