La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 7 marzo 2012

SANTA MARIA CV - Corsi Antropologia Forense :non solo il DNA per l’identificazione dei cadaveri.





Il giorno 7 Marzo A Santa Maria Capua Vetere ,si terrà un interessante

incontro di Antropologia forense patrocinato dall’Osservatorio

Giuridico Italiano e dall’Ordine degli Avvocati. Il Prof. Matteo

Borrini ,noto archeologo e antropologo forense,il Dott. Francesco

Todisco,magistrato napoletano e gli Avv.ti Giulio Amandola e Tiziana

Barrella ,Presidente e Responsabile Scientifico dell’OGI

argomenteranno circa l’utilizzabilità dell’archeologia e antropologia

forense in ambito processuale. Sono discipline largamente impiegate

qualora ci sia il rinvenimento di resti scheletrici o altamente

decomposti e deteriorati. Attraverso lo studio dei resti e del

contesto è possibile stabilire la natura umana o animale dei reperti,

nonché procedere ad una prima datazione in modo da stabilirne l’epoca

della morte e valutarne così la competenza giudiziaria. Oggi si è

soliti pensare che il DNA sia la prova regina e che aiuti a risolvere

casi e identificare cadaveri sconosciuti, ma senza una banca dati

genetica questo non è possibile. L'antropologia forense serve proprio

a questo, a ricostruire il profilo dai suoi resti scheletrici (sesso,

età, gruppo umano, statura), tutte caratteristiche che aiutano a

restringere il campo delle indagini e a trovare possibili candidati

per l'esame del DNA.

Inoltre l'antropologia forense fornisce informazioni circa quello che

il DNA non dice, ovvero le cause e le modalità del decesso. Insieme al

medico legale, infatti, l'antropologo valuta i traumi e le lesioni

riscontrabili sullo scheletro per meglio ricostruire la dinamica del

crimine. Il recupero dei resti con tecniche di archeologia forense

possono fornire informazioni circa le modalità di

deposizione-occultamento del cadavere e permettere il repertamento di

indizi utili alle forze investigative.

L’incontro si terrà presso i locali della fondazione Elio Sticco in

via Lussemburgo a Santa Maria C.V. alle ore 15.30