Nelle prime ore di questa mattina i finanzieri del comando provinciale di Napoli hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal g.i.p. presso il tribunale di napoli nei confronti Giovanni Garofalo , residente a san marcellino (ce), indagato per i delitti di estorsione, danneggiamento, detenzione e porto abusivo di armi, commessi avvalendosi della forza intimidatrice e delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p..In passato, garofalo giovanni unitamente a Carlo Bianco , Fontana Arturo, Fontana Michele, Cecere alessandro, Natale Paolo, Perna Francesco e Tirozzi Tommaso, indagati per gli stessi reati a titolo di concorso, erano destinatari di un decreto di fermo emesso dal p.m. in data 20 aprile 2011 e di una successiva ordinanza di custodia cautelare emessa dal g.i.p. in data 4 maggio 2011 nell’ambito di indagini delegate dalla d.d.a. di napoli finalizzate alla cattura dell’allora super latitante Michele Zagaria .
I suddetti, ciascuno con ruoli e funzioni diverse, venivano accusati di avere esploso 6 colpi di arma da fuoco, utilizzando un’arma da fuoco detenuta illegalmente, all’indirizzo di un autocarro in movimento intestato alla societa’ "d'alessandro lavori s.r.l.", di cui tre centravano il veicolo, al fine di costringere l’amministratore ed i soci dell’impresa a consegnare loro una somma imprecisata di denaro, agendo in nome e nell’interesse del clan dei casalesi, fazione zagaria michele, all’epoca dei fatti ancora latitante.
Successivamente, l’a.g. delegava il g.i.c.o. di napoli a svolgere accertamenti patrimoniali nei confronti degli 8 indagati, dalle cui risultanze emergeva una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati da garofalo giovanni e dagli appartenenti al proprio nucleo familiare ed il valore di mercato del villino, di circa 1 milione di euro, realizzato abusivamente, ultimato ed abitato fin dalla metà dell'anno 2003, elegantemente arredato.
Il decreto di sequestro e’ stato eseguito nella mattinata odierna dal g.i.c.o. di napoli, con la collaborazione di militari del r.o.s. carabinieri di napoli, che inizialmente eseguirono il provvedimento di fermo nei confronti degli 8 indagati.L’abitazione di garofalo giovanni e del padre nicola, residente presso un secondo villino, anch’esso realizzato abusivamente sullo stesso terreno, sono state perquisite consentendo il rinvenimento di documentazione utile alle indagini.