Nella mattinata odierna, i finanzieri del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un decreto di
sequestro preventive di immobili, per un valere complessive di €.l.4l8.845,77,
nei confronti di esponenti del consigliere di amministrazione e del
collegio sindacale della Banca Popolare
Vesuviana, operante in Nola ed in San Giuseppe Vesuviano. ll provvedimento
costituisce l’epilogo di una complessa indagine, che ha avute inizio a seguite
dell’emissione nell’anno 2009, da partee della Banca d’ltalia, di provvedimento
di scioglimenti degli organi d’amministrazione e di controllo della banca e di
sette posizioni della stessa al regime di amministrazione straordinaria, ai sensi
dell’art. 70 T,U. legge bancaria. Le indagini svolte, unitamente alle risultanze
degli accertamenti ispettivi svolti dalla Banca d’ltalia e dai commissari
straordinari che hanno operate presso l’istituto bancarie sino all’anno 2011,
hanno consentite di accertare che la vita di tale organismo bancarie é stata da
sempre caratterizzata da un late da disfunzione organizzative e, dall’altre, da
accertamenti nei processi decisionali in capo a pochi soggetti e, soprattutto,
da vischiosità con l’ambiente locale, concretatasi in palesi incompatibilità e
conflitti d’interesse in capo ai titolari degli organi amministrativi e di
controllo dell’istituto bancarie. Sono
infatti emersi gravi elementi di reità a carico di amministratori e di componenti
del collegio sindacale della Banca Popolare Vesuviana, i quali, pur trovandosi
in situazione di grave incompatibilità in quanto cointeressati nella gestione di
società che avevano in corse pratiche di finanziamento con il medesime istituto
di credito, hanno sistematicamente e volontariamente emesse di dae female
notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale della banca ai fini
dell’astensione dalle relative delibere di concessione delle linee finanziarie.
Ciò ha date luogo all’assunzione di provvedimenti espressivi d’interessi particolari,
prevalenti e contrastanti rispetto a quelle generale ad una corretta gestione del
credito. Le indagini svelte, anche attraverso una meticolosa disamina della documentazione,
hanno consentite di ricostruire una vera e propria associazione per delinquere
finalizzata al compimento di atti illeciti idonei a favorire e agevolare persona
fisiche e/o giuridiche nella concessione di linea di credito in assenza di
marito creditizio bancario. A seguito di appello proposto da quasta Procura
avvetso ordinanza di rigetto emessa dal Gip in sede, il Tribunale di Napoli
-sezione l2" riesame- ha affermato la sussistenza un vincolo associativo
di natura criminosa, volto a strumentalizzare la banca per piagarla agli
interassi dei singoli associati e del gruppo nel suo insieme, finalizzato alla
commissione di plurime condotta di appropriazione indebita (con riferimento ai
“fidi" facili concessi), all’inosservanza della normativa bancaria in tema
di obblighi di astensione in presenza di causa d`incompatibilità, nonché a violazioni
al testo unico delle leggi bancaria per omessa comunicazione di conflitto
d’interessa. In ragione della riconosciuta esistenza dal vincolo associativo, é
stata applicata una misura cautelare- sospesa par legge sino alla definitività
del provvedimento- nei confronti dell’imputato Sarmino Ernesto, nuovamente
inserito negli organi gestori della banca, tornata in bonis. Questi infatti, in
passato consigliere per svariati periodi sino alI’anno 2007 e per altri periodi
sindaco supplente, dopo la rimessione in bonis della banca, é stato nominato ed
é tuttora componenti del consiglio d’amministrazione, membro del comitato
esecutivo a segretario. Il Tribunale ha pertanto ritenuto per lui concreto il pericolo
di reiterazione di analoghe condotte criminose. Sono stata contestualmente
applicata misure reali, conseguenti alle violazioni delle prescrizioni penali
in materia d’incompatibilità, previste nel codice civile ed il sequestro
concesso nei limiti anzidetti é stato eseguito nai riguardi di immobili di
particolare pregio nella disponibilità dei dieci imputati colpiti dal
provvedimento reale. La condotta antigiuridica oggetto di accertamento ha
causato alla banca un grave danno economico e patrimoniale collegato all’erogazione
di mutui cosi ottenuti ad al mancato rientro delle somme ricevute in prestito
dalla società cha illecitamente ne fruivano pur non essendo in possesso delle
necessarie garanzie. L’attività d’indagine, i cui esiti saranno valutati nel
corso del processo di prossima celebrazione, ha consentito di porre in luce
comportamenti opachi, caratterizzati da forte vischiosita ambientale e dal
dispregio del1’interesse generale ad una corretta gestione dell’attività
creditizia, confermando la fondatezza delle risultanze dell’attività di vigilanza
della Banca d’Italia e l’efficacia dall’azione di questa Procura e della
Guardia di Finanza.
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DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013
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DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013
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