Nelle prime
ore della mattinata, la Squadra Mobile di Caserta congiuntamente al
Centro Operativo D.I.A. di Roma, e con l’ausilio della Squadra
Mobile di Trapani, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare
in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta
della citata Procura partenopea, in relazione ai reati di
associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, illecita
concorrenza, detenzione e porto illegale di armi da guerra, reati
aggravati dalla metodologia mafiosa, nei confronti delle persone di
seguito elencate:
- SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) l’11.04.1979, detenuto;
- SFRAGA Antonio, nato a Marsala (TP) l’11.10.1966, detenuto;
- SFRAGA Massimo Antonio, nato a Mazara del Vallo (TP), il 16.04.1973 detenuto;
- RIINA Gaetano, nato a Corleone (PA) il 5.11.1933, detenuto;
- GAGLIANO Carmelo, nato a Marsala (TP) il 4.05.1966, ivi res.;
- COPPOLA Pasquale, nato a Pollena Trocchia (NA) l’8.11.1988, res. Brusciano (NA).
Lo scorso 15
novembre 2011, i destinatari delle misure restrittive erano stati
arrestati in base ad analogo provvedimento restrittivo,
successivamente annullato dal Tribunale del Riesame di Napoli per
vizi meramente formali e cioè “per la totale mancanza di
motivazione autonoma” del GIP rispetto alle richieste conclusive
della Procura Antimafia di Napoli.
Però,
rimanendo inalterati i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze
cautelari emersi dalla complessa indagine coordinata dalla D.D.A.
partenopea, sui cui era fondata la misura annullata, era stata
reiterata la richiesta di applicazione della custodia cautelare in
carcere, accolta dal citato GIP il 20 gennaio scorso.
Pertanto, è
stato ribadito l’impianto investigativo da cui era emersa la
strategica alleanza tra il clan dei Casalesi-gruppo SCHIAVONE e Cosa
Nostra siciliana, finalizzata controllo monopolistico dei trasporti
su gomma da e per i principali mercati ortofrutticoli del centro e
del sud Italia.
Infatti, la
misura in argomento costituisce il prosieguo dell’Operazione c.d.
“Sud Pontino”,
coordinata dalla D.D.A. di Napoli, conclusasi nel maggio 2010 con
l’emissione di oltre 60 ordinanze di custodia cautelare in carcere,
che aveva svelato le infiltrazioni ed i condizionamenti del clan “dei
Casalesi-ala SCHIAVONE” nelle attività dei
principali mercati ortofrutticoli del centro e del sud Italia,
imponendo il monopolio dei trasporti su gomma alla ditta “La
Paganese” di San Marcellino (CE),
formalmente intestata all’imprenditore PAGANO Costantino,
attualmente detenuto, ma riconducibile direttamente alla famiglia
“SCHIAVONE”, ed in
particolare ai gruppi capeggiati da SCHIAVONE Francesco di Nicola,
alias Sandokan, ed al
cugino SCHIAVONE Francesco, di Luigi, alias “Cicciariello”.
Inoltre, era emersa l’importanza assunta dal clan “dei
Casalesi” che, al fine di aggiudicarsi il
controllo esclusivo nello strategico settore dei trasporti dei
prodotti ortofrutticoli sulle tratte da e per la Sicilia, aveva
stretto una vera e propria alleanza con esponenti di spicco della
Mafia siciliana e con i loro emissari imprenditoriali, che
controllavano il commercio all’ingrosso e la distribuzione di tali
beni nei principali mercati dell’isola.
Il prosieguo
delle indagini, grazie anche all’apporto di collaboratori di
giustizia quali COSTA Gianluca, uomo di fiducia e dipendente di
PAGANO Costantino, di CANTONE Francesco e di LAISO Salvatore, hanno
permesso di acquisire nuovi e gravi indizi a carico dei destinatari
della presente misura restrittiva. In particolare, si accertava il
pieno coinvolgimento del citato SCHIAVONE Nicola, figlio di
Francesco, Sandokan,
arrestato il 15.06.2010 dalla Squadra Mobile di Caserta quale
mandante dell’omicidio di tre affiliati, nella gestione della
“Paganese Trasporti”
e nella fittizia intestazione al PAGANO Costantino di quote
societarie appartenenti al proprio gruppo familiare. Infatti, secondo
le nuove acquisizioni investigative, il delfino e reggente del clan
“SCHIAVONE”,
veniva coinvolto direttamente nella gestione della ditta, anche per
derimere i contrasti insorti con altre organizzazioni camorriste del
napoletano, allorchè PAGANO Costantino intraprendeva una vera e
propria guerra di conquista dei mercati campani che, sino ai primi
anni del 2000, erano controllati da ditte di trasporto contigue ai
clan MALLARDO di
Giugliano in Campania (NA) e LICCIARDI
di Secondigliano (NA), tanto da indurre a ritenere che il
primogenito di Sandokan fosse il vero dominus della “PAGANESE”.
Peraltro, il collaboratore CANTONE Francesco ha riferito di un
incontro avvenuto dopo l’arresto di PAGANO Costantino e SCHIAVONE
Paolo, figlio di Francesco “Cicciariello”,
tra SCHIAVONE Nicola e ZAGARIA Michele, determinato dal proposito di
quest’ultimo di estendere la propria influenza sullo strategico
mercato di Fondi (LT), uno dei più grandi d’Europa, attraverso
commercianti ed imprenditori a lui collegati. In quella circostanza
SCHIAVONE Nicola intimò al latitante di non intromettersi con una
frase inequivocabile: “Michele tu vuoi bene
a mio padre?...Allora devi velere bene anche a me! Lascia stare il
mercato di Fondi perché è una cosa che me la vedo io…”.
Invece, il
collaboratore COSTA Gianluca, confermava come DEL VECCHIO Paolo ed il
figlio Carlo detto “Carlino”,
arrestati nell’ambito dell’Operazione “Sud Pontino”, erano i
referenti diretti degli SCHIAVONE ed i depositari di ogni potere
decisionale nella gestione delle attività criminose - quali il
traffico di armi - e non, della “Paganese
Trasporti”. Infatti, a loro il PAGANO si
rivolgeva con deferenza ed a loro consegnava ingenti somme di denaro
ricavate dalla gestione dell’impresa. Poi, il collaboratore COSTA
Gianluca ha offerto un ulteriore contributo sulle alleanze strette
tra i Casalesi ed i
vertici di Cosa Nostra
siciliana, tra cui RIINA Gaetano, fratello di Salvatore, ed i
fratelli SFRAGA, referenti imprenditoriali delle famiglie
“RIINA-MESSINA DENARO”
nel settore della distribuzione all’ingrosso di prodotti
ortofrutticoli. Proprio alla luce di tale contributo, la D.D.A. ha
contestato a RIINA Gaetano, ai fratelli SFRAGA ed all’imprenditore
GAGLIANO Carmelo, titolare di una ditta di trasporti a Marsala (TP),
il reato di concorso esterno all’associazione di tipo mafioso “clan
dei Casalesi”. Al riguardo, il COSTA ha
fornito un importante contributo sulle strategie imprenditoriali del
PAGANO Costantino che, attraverso i fratelli SFRAGA, intendeva
acquisire il controllo esclusivo dei trasporti da e per i mercati
della Sicilia Occidentale, offrendo in cambio un accesso privilegiato
sui mercati campani e su quello strategico di Fondi, estromettendo
tutti gli altri vettori campani, tra i quali il gruppo “PANICO”,
referente nel settore del clan MALLARDO
di Giugliano in Campania. In particolare, il COSTA riferiva di una
riunione avvenuta in Sicilia a cui partecipò il PAGANO insieme agli
SFRAGA, a RIINA Gaetano ed a GAGLIANO Carmelo in occasione della
quale, in cambio del monopolio esclusivo dei trasporti sulle tratte
Sicilia Occidentale-Campania-Fondi, offriva agli imprenditori SFRAGA
la forza di intimidazione del clan “dei
Casalesi” per consentire loro di ampliare
e consolidare le loro posizioni commerciali nei mercati campani ed in
quello di Fondi (CE), dove aveva esautorato altre ditte di trasporti
collegate alla n’drangheta
calabrese. Infatti, gli SFRAGA, grazie alla loro appartenenza alla
cosca mafiosa mazaro-corleonese, avevano acquisito il monopolio nella
produzione e nella commercializzazione all’ingrosso di alcuni
prodotti ortofrutticoli, in particolare i cocomeri che, poi, in virtù
dell’accordo con “i casalesi”,
distribuivano, in regime di monopolio sui citati mercati attraverso
la ditta di trasporti “La Paganese”.
Peraltro, i
rapporti tra la “Paganese”,
quindi i “casalesi”,
e RIINA Gaetano erano confermati dalle intercettazioni ambientali
effettuate nel corso delle indagini presso gli uffici della ditta che
documentavano in una circostanza la presenza della figlia di RIINA
Gaetano. Inoltre, l’accordo con la mafia siciliana permetteva al
PAGANO Costantino di divenire il punto di riferimento e, quindi, di
fatto controllare tutti i padroncini e le piccole imprese di
trasporti, campane, siciliane e calabresi, che intendevano lavorare
sulla stessa tratta. In questo modo, infatti, PAGANO Costantino,
raccolti gli ordinativi dei trasporti dai commercianti, in parte li
soddisfaceva con i suoi mezzi ed in parte li distribuiva a propria
discrezione fra i piccoli trasportatori che, però, erano costretti a
pagare una provvigione, realizzando una moltiplicazione degli utili e
mantenendo il controllo capillare di tutte le attività dei mercati
sottoposti alla sua egemonia. Ma la disponibilità di una flotta di
autoarticolati così imponente, costituita da centinaia di automezzi,
poteva essere funzionale anche ad altre attività illecite del clan
“dei casalesi”,
come il traffico di armi. Tale circostanza, infatti, era confermata
dal sequestro di un micidiale arsenale, costituito da mitra AK 47
Kalashnikov, mitragliatori pesanti Breda, lanciarazzi e migliaia di
munizioni, operato dalla Squadra Mobile di Caserta nel luglio 2006,
il cui acquisto era stato commissionato da PAGANO Costantino per
conto degli “SCHIAVONE-gruppo DEL VECCHIO”.
Secondo le indagini, le armi erano state importate dalla Bosnia
grazie alla complicità di militari che vi prestavano servizio nel
corso delle missioni di pace effettuate dopo il conflitto nell’ex
Yugoslavia, utilizzando per il trasporto i loro mezzi di servizio.