“Il coraggio chi non ce l’ha non se lo può inventare”diceva Don Abbondio ne “I promessi sposi”.
Ed il nostro padre della letteratura ebbe a creare una figura che, guarda caso, oggi ci ricorda tanto il nostro amato ex Sindaco Giudicianni.
Che tra Babbo Natale e l’Epifania arrivasse un regalo così bello forse nessuno ci sperava più! Ma, fortunatamente, la devastante esperienza amministrativa targata Giudicianni è arrivata in tempo utile per poter programmare il futuro in coincidenza dell’inizio del nuovo anno.
Commentare anche oggi, alla vigilia del 2011, l’operato di Giudicianni non è opportuno per non rovinarsi gli auguri.
Corre l’obbligo solo di stigmatizzare l’ennesimo, folcloristico ed ultimo (ci auguriamo) comportamento del nostro ex Primo Cittadino, che in una recente conferenza stampa, ha compiuto un altro “patetico”tentativo di addossare a tre ex Consiglieri Comunali – additati come “politicanti ricattatori” della peggiore specie - la responsabilità del naufragio del proprio operato ed ha avuto l’ardire e la presunzione di criticare un ex Consigliere della PDL, da sempre coerente e fedele alle proprie idee.
Egli che, con i suoi sodali, non ha saputo dare un senso alla parola “Governare” e che neanche conosce il significato della parola coerenza e fedeltà politica.
Egli, che con i primi tre ex Consiglieri Comunali aveva stipulato accordi politici e condiviso percorsi, pur di non ammettere il proprio fallimento e di negare che si può dissentire dall’altrui operato, non ha esitato ad offendere coloro che, unitamente a tutti gli altri, hanno concorso alla fine di una esperienza politico – amministrativa, meritando il plauso di tutta la città.
Ciascuno di noi sedici firmatari, seppur motivati da convinzioni e/o sentimenti diversi, è stato determinante ed a ciascuno di noi va il merito di aver posto fine all’Amministrazione targata Giudicianni prima che finisse l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle.
Sebbene non a cavallo tra il Natale e l’Epifania anche Giudicianni aveva ricevuto un dono. Nel giugno del 2007, infatti, aveva ricevuto dagli elettori il privilegio, l’onore e l’onere di rappresentare S. Maria C.V..
Ebbene, se qualcuno aveva ancora una qualche riserva, non può che convenire –alla luce delle “cadute di stile” che lo hanno contraddistinto sino alla fine - che tutto si è concluso con un naturale e più che giusto epilogo; logico e degno corollario in perfetto stile “Giudicianni”.
Fatta questa breve riflessione sull’anno appena trascorso, è più che opportuno fare gli auguri a noi tutti come singoli e come cittadini per il nuovo anno 2011, premettendo un impegno.
L ’impegno è quello di tenere sempre presente lo scellerato operato del nostro ex Sindaco, senza neanche mai più nominarlo.
L’augurio è quello di dare un senso alla parola futuro e di trovare il coraggio per pensare realmente ad una ricostruzione morale, amministrativa e, conseguentemente, economica in favore della nostra città, chiudendo la porta a coloro che sono pienamente responsabili della diffusa corruttela morale.
L’augurio è quello di trovare il coraggio per avere un moto di orgoglio, nella consapevolezza delle radici culturali e storiche della nostra collettività e di prendere le distanze da quei “Politici” (si fa per dire), che - responsabili di bieche speculazioni edilizie - hanno distrutto l’architettura della città, deturpandone il volto, recidendo in tal modo la storia tramandata dai nostri padri.
L’augurio è quello di trovare il coraggio di aprire gli occhi e di non credere a quanti promettono assunzioni che non ci sono e non possono esservi senza prima progettare un rilancio economico complessivo della città, perché se le attività produttive dismesse non vengono riconvertite nessuno può sperare. Non si può più credere alle promesse di fantomatici posti di lavoro, poi riservati solo ai propri familiari ed in un settore, guarda caso, come quello dell’immondizia dove ci hanno costretto a vivere.
L’augurio è quello di trovare il coraggio di prendere le distanze da personaggi che hanno dato prova solo di essere abili trapezisti, itineranti come in un circo (che, molto verosimilmente, li avrebbe accettati a malapena come clowns).
L’augurio è quello di trovare il coraggio di essere artefici del proprio destino, prendendo le distanze dai “Politici” (anche qui si fa per dire!) che appoggiano una cooperativa che ha licenziato quattro lavoratori alla vigilia di Natale, senza alcuna plausibile ragione.
L’augurio è quello di ritrovare tutti la coscienza che esiste ancora una classe sociale degna di essere stimata e degna di rappresentare tutti i Sammaritani.
L’augurio è quello di avere tutti rispetto per le Istituzioni, per la nostra terra e per le future generazioni.
L’augurio è quello di trovare il coraggio di ricostruire da queste macerie una qualche prospettiva positiva, rifuggendo da chi è cinico e non conosce il significato delle parole solidarietà, eguaglianza e rispetto per il prossimo. Perché sia che si provenga da una cultura laica, sia che si provenga da una cultura cattolica, solidarietà, eguaglianza e rispetto per il prossimo devono essere imperativi morali di cui deve essere portatore chi si candida a governare una comunità.
L’augurio che rivolgo a tutti, me compresa, è quello di essere consapevoli che per avere coraggio non bisogna essere degli eroi.
L’augurio più grande, dunque, è quello di avere sempre coraggio, senza inventarselo, nella assoluta consapevolezza che le grandi rivoluzioni culturali sono nate storicamente dalle minoranze.
Auguri, quindi, di trovare il coraggio anche e soprattutto delle proprie idee, il coraggio di rispettare gli altri, il coraggio di indignarsi di fronte ad un’ingiustizia, il coraggio di contribuire tutti alla rinascita di questa città che ha tanto bisogno di essere restaurata. In altre parole, il coraggio di amare questa terra e, attraverso di essa, i nostri figli.
Auguri di buon anno e buon coraggio a tutti!
Sarò stata a tratti melensa, ma tra Natale e l’Epifania questo è concesso.
Emilia Borgia