Oggi si inaugura l’anno
giudiziario presso la corte di appello
di Napoli e la cerimonia si svolge nello storico Salone dei Busti nello storico
Castelcapuano che dopo il Castel Dell’ovo è il più antico castello di Napoli di origine normanna. La costruzione avviata
nella metà del dodicesimo secolo per
volere del re di Sicilia Guglielmo I detto il malo, figlio di Ruggero il
Normanno fu portato a termine nel 1160 dall’architetto Buono. Solo con la
ammissione del regno di Napoli alla Corona di Spagna e la sua costituzione in
VICEREAME , Castalcapuano fu destinato per la prima volta a palazzo di giustizia.
Ivi il viceré Don Pedro de Toledo riuni’ tutte le corte di giustizia sparse in diverse sedi in tutta la città : Il Sacro
Regio Collegio , la Reggia Camera della Sommaria , la Grande Corte Civile e
Criminale della Vicaria e il Tribunale della Zecca. Nella sua lunga storia Castelcapuano
ha subito numerosi interventi di
trasformazione e restauro.
La storia della giustizia napoletana con la inaugurazione in
tale sito dell’anno giudiziario da significato alla continuità gestionale di
cui oggi è interprete egregio e degno il
presidente Dottor Antonio Bonajuto, che
con la sua professionalità e
preparazione conduce nell’ambito della giustizia la crisi che i magistrati cercano con proprio
sacrificio personale di attenuare affrontando il fenomeno della camorra che si
è inserita nei gangli dell’economia e che incancrenisce la buona società la quale è vittima dell’aggressione dell’illecito. Infatti il presidente Antonio Bonajuto, che
studia i fenomeni emergenti, ha dato l’allarme del fenomeno della corruzione “ che fa emergere il legame che attraverso e
pervade mala politica e pubblica amministrazione che pone alla ribalta
la gravità dei reati contro la pubblica amministrazione”. Difronte all’aumento dei procedimenti penali,
il presidente della Corte di Appello si soffermerà certamente sulle organiche
carenze: il numero dei magistrati
necessari e del deficit del personale amministrativo che certamente non potrà
risolversi con l’attuazione del processo telematico, di cui la corte di Appello
di Napoli con la guida Bonajuto si trova in avanzata attuazione. L’allarme del
Bonajuto certamente si riferirà all’impossibilità
delle soluzioni a costo zero .
La relazione Bonajuto affronterà la ormai cronica lentezza dei
giudizi , malgrado la produttività dei giudici, che trova ostacolo nell’aumento delle pendenze
e nella ipertrofia normativa, che manca peraltro di adeguate soluzione nell’ordinamento
giudiziario.
Non sarà trascurato il problema delle prescrizioni agevolate, anche, dalla normativa che fornisce
un aiuto alla – denegata giustizia .
L’Avvocato generale Luigi Mastrominico ha curato una sintesi
anticipatoria della corposa relazione nella quale il presidente della Corte di Appello darà
prova della sua esperienza sui fenomeni contingenti che nella sua brillante
carriera vive giornalmente curando con la collaborazione del corpo dei magistrati
alle soluzioni processuali e sostanziali che la società criminale presenta con
una organizzazione da sconfiggere con
acume e perseveranza
Riteniamo che non sarà obliterato il malessere che costantemente
esprime l’avvocatura civile e penale. L’avvocatura civile lamenta la eccessiva
lentezza del processo civile e l’accantonamento dei procedimenti sommari, cautelari e di urgenza che dovrebbero scoraggiare le liti
dilatorie e temerarie e sui quali la magistratura dovrebbe usare quella
celerità che il processo ordinario non gli consente. Su tale problema
essenziale per fornire alla società la prova di una giustizia al passo delle
realtà , l’avvocatura ha invano elevato la propria voce collaborativa cosi come
ha segnalato l’eccesso di discrezionalità che le stelle vaganti delle decisione
della Suprema Corte giustifica .
Il contatto che l’avvocato
aveva in precedenza con la giustizia pretorile ha fatto venire meno la percezione
immediata delle realtà sociali
inquadrata nella giustizia bagattellare,
la quale troverà ulteriore difficoltà con la pregiudiziale della media
conciliazione. Difronte alla carenza
numerica della magistratura e del personale amministrativo viene notata l’eccessivo
aumento numerico degli avvocati non
corrispondenti alla necessità di mercato
e sottoposti ad una concorrenza che è in contrasto con la dignità e il decoro
della professione forense, vulnerata
dalla eliminazione dei minimi tariffari, che costituiva un argine a comportamenti
che tali valori cancellano .
La giustizia penale fa
anche sentire la propria voce sull’”uso distorto e eccessivo delle misure cautelari personali ,
che da extrema ratio sono diventate forme di anticipazione della pena”.
L’avvocatura e
magistrature unite dovranno affrontare il problema della eticità e delle
incompatibilità perché la giustizia sia ritenuta dal cittadino “in effettività”
giusta, evitando sospetti in quanto la
giustizia non deve essere solo
sostanzialmente tale, ma anche apparire nella sua dimensione – giusta.