I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Caserta hanno sventato una truffa continuata posta in essere in tutto il territorio nazionale nei confronti della categoria dei medici italiani, quantificata in circa 64 milioni di euro, gran parte dei quali transitati in conti esteri.
A conclusione dell’attività svolta, le Fiamme Gialle hanno denunciato due persone all’Autorità Giudiziaria, una di origine elvetica e l’altra di nazionalità italiana (dipendente di Poste Italiane S.p.A. e con precedenti specifici per aver perpetrato analoga truffa), nonché sottoposto a sequestro un sito internet e una casella postale.
Le articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE), sono scaturite da una denuncia presentata nell’agosto 2011 da un medico della Provincia di Caserta coinvolto nel raggiro. La truffa veniva perpetrata mediante il sito internet www.registromedici.com (“Il Registro Italiano dei Medici”), di proprietà di una società portoghese e una casella postale ubicata presso la filiale di Poste Italiane di Lodi, intestata ad una cittadina svizzera residente in Portogallo.
Le dichiarazioni raccolte dai vari professionisti coinvolti nella vicenda e la disamina della documentazione acquisita, ha consentito alle Fiamme Gialle di ricostruire l’ingegnoso meccanismo attuato dai truffatori.
In particolare, la società portoghese inviava ai medici operanti su tutto il territorio nazionale (quantificati dalla F.N.O.M.C.eO. – Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri – in circa 350.000 iscritti presso gli Ordini provinciali italiani), un modulo di iscrizione e/o aggiornamento delle notizie in una banca dati on line apparentemente gratuita, tenuta dal "Registro Italiano dei Medici" per fini promozionali dell'attività svolta. Al prestampato era allegata una lettera dal contenuto capzioso, che lasciava intendere ai destinatari che l'apposizione della crocetta nello spazio indicato sul modulo e la successiva rispedizione dello stesso comportava il recesso dal contratto. La mancata ritrasmissione dell’opuscolo, invece, avrebbe comportato una sorta di silenzio assenso all’adesione e/o rinnovo dell'accordo contrattuale.
I medici che non volevano aderire alla proposta erano quindi obbligati a compilare il modulo e a rispedirlo presso la casella postale di Lodi, senza immaginare che ciò avrebbe comportato l’adesione ovvero la prosecuzione di un contratto a titolo oneroso con la società portoghese, sulla base di una piccola postilla abilmente celata in una parte dell'incarto e di difficile identificazione.
Il raggiro escogitato dall’organizzazione ha comportato, su tutto il territorio nazionale, la sottoscrizione di migliaia di contratti a titolo oneroso, della durata triennale e per un importo annuale di 1.300 euro, da parte di altrettanti medici italiani, operanti sia nel pubblico che nel privato, convinti semplicemente di iscriversi gratuitamente ad una banca dati riconducibile alla Federazione e/o all’Ordine di appartenenza.
Molti dei medici già incorsi nella truffa per il primo anno, al momento del sollecito di pagamento della fattura per l’annualità successiva, avendo minacciato di informare della vicenda la Guardia di Finanza, si sono visti prima recapitare una lettera con la quale la somma iniziale veniva decurtata di 300 euro e, a seguito di ulteriori vibranti proteste, se ne sono visti recapitare una seconda con la quale veniva richiesta la somma di 500 euro per rescindere il contratto prima dei tre anni.
La condotta truffaldina è stata riconosciuta anche dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha stabilito che si trattava di pubblicità ingannevole, irrogando alla società portoghese la sanzione pecuniaria di 100 mila euro.