Teverola. Era stato arrestato e condannato per il reato di associazione camorristica, ieri per Giuseppe Napolano, ritenuto un presunto affiliato al clan Picca, la sesta sezione della corte di appello di Napoli lo ha assolto perché il fatto non sussiste. La sentenza è stata letta in aula ieri pomeriggio. Il procuratore generale aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado , ma dopo le arringhe degli avvocati difensori Camillo Irace e Alessandro Caputo , i giudici partenopei lo hanno assolto Giuseppe Napolano era stato condannato dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere a quattro di reclusione perché secondo le accuse, anche se svolgeva attività di manuale, sarebbe stato in ogni caso un affiliati al clan Picca e quindi avrebbe avuto dei benefici imprenditoriali dal sodalizio in quanto tramite Nicola di Martino gli avrebbe procurato un lavoro presso un complesso residenziale di Giovanni Spezzaferri . Il lavoro a cottimo doveva essere eseguito da un geometra ed in questo casa da Giuseppe Napolano . In realtà la tesi veniva poi avvalorata dal teste parte offesa, in questo lo Spezzaferri , che secondo i giudici samaritani si rilevò precisa, attraverso le sue dichiarazioni coerenti, in modo particolare quelle riferibili alla sussistenza del fatto , alla sua collocazione spazio temporale, e la modalità di svolgimento. Addirittura la parte offesa rievocò un incontro ad un bar con Aldo Picca e Nicola Di martino e Giuseppe Napolano che venne in un secondo momento, ma quando nel corso del dibattimento di primo grado affermò che il geometra che lo aveva telefonato era collegato al Picca e al Di martino, il collegio giudicante non ha potuto far altro che condannarlo. Le tesi accusatorie però si sono dimostrate infondata poiché, se vi erano legami, erano soltanto di carattere lavorativo e quindi il Napolano certamente non era un personaggio che potesse essere un presunto affiliato al clan di Aldo Picca . Ne lo spezzaferri si è costituito parte civile nel procedimento penale di primo grado , poiché anche quando fu interrogato 23 febbraio 2006, non apparve animato da un particolare personale per l’esito del processo interesse ne ha dimostrato particolare accanimento nei confronti del Giuseppe Napolano . Sulla base di queste discrepanze la difesa ha presentato istanza alla corte di appello di Napoli e dopo tre anni la corte lo ha assolto perché il fatto non sussiste.
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DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013
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ROMA 22 APRILE 2013
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