La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 8 novembre 2014

SANTA MARIA CV - DOPO LE DICHIARAZIONI DI INDIPENDENZA DEL CONSIGLIERE BONAVOLONTA' ECCO LE VERITA' NEL COMUNICATO DELLE ASSOCIAZIONE

Ora basta con le prese in giro
E’ arrivato il momento di dover ammettere che avevano ragione tutti coloro che accusavano questa coalizione di non avere alcun collante, quello che doveva essere un patto per la buona amministrazione della città per consentirne la rinascita, era solo una convinzione di queste associazioni.
All’indomani della vittoria elettorale, avevamo già dovuto constatare che gli impegni e le parole spese sull’allocazione degli Uffici del Tribunale in campagna elettorale, non contavano molto per alcuni e ciò, insieme alla caparbietà di conservare l’assetto dirigenziale di fiducia del precedente sindaco, ci aveva costretti a tenere un atteggiamento critico sulle scelte di questa maggioranza.
La non approvazione del progetto dei 430 appartamenti nella zona dell’ex tabacchificio e l’allontanamento dell’allora dirigente dell’Ufficio Tecnico, che perorava quell’ iniziativa insieme ad altre devastazioni del nostro assetto territoriale, ci spinse alla speranza che il progetto che avevamo costruito potesse trovare attuazione. Pie illusioni!
Questa maggioranza amministrativa si è rivelata essere solo il reggicoda degli affaristi e di quei bravi imprenditori che avevano lavorato sulla stessa scia delle precedenti amministrazioni. Tutto ciò che non si è riusciti a portare a termine prima, sta per concretizzarsi oggi. Alla pari delle precedenti consiliature si sta tradendo il mandato elettorale, ma noi delle associazioni non abbiamo alcuna intenzione di lasciarlo passare in sordina.
L’avvio di una fantomatica procedura concorsuale per favorire l’innesto nella dirigenza dell’Ufficio Tecnico di un personalità dalle alte qualità (provvedimento,questo, contrario alle nostre linee programmatiche) ci lascia perplessi e ci fa paventare una cementificazione imminente di tutto il territorio, con depauperamento delle aree industriali, cose queste che restano le sole speranze per una rinascita industriale.
Il mancato avvio da oltre tre anni dell’auspicata riorganizzazione degli uffici comunali è rimasto lettera morta, nonostante che da parte di queste associazioni siano stati spesi fiumi di parole per garantire il migliore utilizzo per personale impiegatizio, che, a nostro avviso, sotto ogni aspetto è certamente valido. Al momento assistiamo al fenomeno che una pletora di dipendenti comunali mal guidati, sono nella totale incapacità di garantire la sola ordinaria manutenzione ed i servizi minimi ed essenziali. Anche ciò ci costringe a prendere le distanze da questa Amministrazione e da questo Sindaco, che sembra aver dimenticato di essere il candidato dei sammaritani e non quello dei partiti, dei professionisti della poltrona e dei buoni imprenditori.
Ma veniamo all’argomento principe degli ultimi giorni: la modifica del SIAD, annunciata ai Consiglieri Comunali come un atto dovuto, mentre tale non è. O almeno non è un atto “dovuto per legge”, ma esso, forse ingenuamente, viene proposto per favorire chi vuole sfruttare e cementificare le poche aree industriali rimaste; cosa che è il più grave ed irreversibile danno per questa nostra città e principalmente per tutti i disoccupati, che notte e giorno sognano nuovi insediamenti produttivi per il rilancio del lavoro. A noi, che abbiamo una visione della vita un po’ più spartana ed essenziale appare molto facile intuire che cementificare per alloggi e per insediamenti commerciali, trascurando gli insediamenti industriali, non ha alcun senso logico. Sarebbe come vedere tutti i nostri concittadini già sufficientemente ricchi e disponibili all’acquisto di case, di beni di consumo e di cose voluttuarie. Ma con quali soldi se non c’è lavoro ? Forse si spera l’invasione di metropolitani che vengano a trovare spazio nelle nostre terre per sfuggire al pericolo del Vesuvio. Ma ci pensate cosa può essere il nostro territorio, chiuso da ogni parte, senza spazi liberi e con una densità demografica pazzesca. Cerchiamo di lasciare qualcosa ai nostri figli !
In questi giorni i consiglieri eletti nelle nostre liste sono stati sottoposti a pressioni di vario genere, comprese intimidazioni legate alla prospettazione di assurde responsabilità nelle quali sarebbero potuti incorrere, se si fossero opposti all’adozione di una delibera di Giunta che avrebbe consentito lo stravolgimento e l’eliminazione delle aree industriali. Fallito il tentativo di gratuito indottrinamento, sono stati messi al corrente che “con o senza” il loro accordo la delibera sarebbe stata portata ai voti per l’adozione. Quindi è chiaro che a loro sta, adesso, decidere se essere conseguenti con gli impegni presi con noi e con i cittadini o adeguarsi, come già altri hanno fatto in passato, alla prassi del tradimento elettorale.
Probabilmente la convinzione che il collante di questa Amministrazione consista  solo nelle poltrone è molto forte, ma dovranno rendersi conto che non tutti sono disposti a compromettere la propria dignità.
Per alcuni le proprie idee e gli impegni presi hanno ancora valore.
Le speculazioni edilizie non si fermeranno di certo all’ex tabacchificio. I cementificatori continueranno i loro affari con il Mulino Parisi, con l’ex Italtel, Politeama, per non parlare dei vari terreni acquistati dai costruttori in aree agricole (che si ritroverebbero ad essere cementificate), della lottizzazione del rione Sant’Andrea e di tutte quelle aree dismesse che costituiscono un patrimonio di notevole interesse, poiché già servite dalle principali opere di urbanizzazione e sono spesso collocate in prossimità di tratte importanti della rete stradale, che ne possono determinare una buona accessibilità. Si tratta soprattutto di aree periferiche, situate sui confini comunali e comunque appartenenti a quella periferia così bisognosa di interventi di riqualificazione, di servizi e non ultimo di aree verdi.
Ma ci sia consentito di parlare un po’ del ex Mulino Parisi, che già è al centro di un disastro urbanistico già ampiamente paventato. Tutti vedono che capolavoro ha fatto il comune di Curti, insediando nello spazio a confine con Capua Antica un rinomato centro commerciale e strutture abitative in avanzato stato di realizzazione. La famosa APPIA, strada orgoglio della romanità, tra poco all’altezza della città di Spartaco, diventerà un imbuto dove sarà possibile passare solo con gli elicotteri, tanto sarà il traffico che inciderà in quel rondò, una volta che saranno realizzate strutture abitative anche nell’ex mulino. Per carità fermatevi ! Non dimentichiamo chi siamo stati nell’antichità !
S. Maria non può e non deve diventare un agglomerato di case, palazzi e centri commerciali, edificati su un territorio come quello cittadino, che è già fortemente danneggiato dalla chiusura delle due grandi fabbriche che garantivano migliaia di posti di lavoro, con il grave risultato di penalizzare anche i piccoli esercenti e commercianti, in notevoli difficoltà, in un settore dove la competizione e la vicinanza di grossi centri commerciali condannano fortemente l'economia locale.
Per ogni posto di lavoro creato nei centri commerciali, se ne perdono sei nel piccolo commercio. Basta questo dato per capire la gravità della situazione dei lavoratori del commercio.
Bisogna smetterla di favorire gli imprenditori edili agli imprenditori industriali. La città non ha bisogno di palazzi, di capannoni vuoti a perdere o da destinare ad uffici. S. Maria Capua Vetere non ha bisogno di ipermercati e centri commerciali che, oltre a non reinvestire i loro capitali in loco, non producono assolutamente nuovi sbocchi occupazionali.
Problematiche queste ben conosciute soprattutto dai rappresentanti delle associazioni di categoria che nulla hanno fatto per contrastare le speculazioni sull’inflazione dei centri commerciali e che oggi nulla potranno fare se non tentare di resistere e porre quantomeno un argine alle aperture straordinarie delle grandi attività commerciali.
NOI non staremo di certo in silenzio ad assistere e utilizzeremo tutte le strade possibili per bloccare lo scempio finale della nostra città e sostenere con ogni forza e con ogni utile iniziativa la possibilità di creare posti di lavoro veri e duraturi.

Cari concittadini reagite prima che sia troppo tardi e prima che questa nostra Capua Antica possa diventare una città di 100.000 abitanti, dove esisteranno centri commerciali, abitazioni di ogni tipo con una popolazione eterogenea e metropolitana, senza avere scuole e servizi adeguati e che avrà perso anche il suo più bel gioiello di famiglia: Il tribunale.


Per Le Associazione

Nicola Cantone