Nella
mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale di Caserta hanno dato
esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa
dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della
Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei
confronti di sette soggetti, tra cui il pregiudicato CANTILE Giuseppe
cl.’72 detto
“Pepp’o
russo”,
esponente del clan “dei casalesi”, sua moglie ed altre cinque
persone (di
cui due coppie di coniugi dell’agro aversano)
resesi responsabili di aver favorito la latitanza del CANTILE.
I
provvedimenti eseguiti stamane traggono origine da una articolata
attività d’indagine condotta a seguito della scoperta del ruolo
svolto dall’avv. Carmine D’ANIELLO, tratto in arresto nel giugno
2010, quale fondamentale tramite tra il capoclan BIDOGNETTI Francesco
detto “Cicciotto
e’ mezzanotte”
e gli affiliati al sodalizio operanti all’esterno.
In
particolare, nel corso delle intercettazioni è emerso che il
CANTILE, da latitante, intratteneva rapporti con il predetto legale
non solo per informarsi delle proprie vicende giudiziarie, ma anche
per segnalargli soggetti coinvolti in operazioni di polizia al fine
di fargli assumere la relativa difesa.
Il
predetto, ricercato dal dicembre 2007 poiché colpito da un ordine di
carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Napoli
che aveva unificato più pene da scontare per associazione per
delinquere di tipo mafioso ed estorsione fino ad un cumulo di anni 1
e mesi 8, fu arrestato dai Carabinieri nel pomeriggio del 30 gennaio
2009, a seguito di un’irruzione in un’abitazione di Casaluce
(CE), in via Filippo Turati.
Il
CANTILE era affiliato prima al gruppo facente capo a BIONDINO
Francesco (ormai da tempo detenuto) e da ultimo si era avvicinato
alla fazione guidata da SETOLA Giuseppe.
Nella
circostanza fu arrestato per favoreggiamento anche il proprietario
dell’abitazione.
Nel
corso dell’indagine sono state accertate, durante il periodo di
latitanza del CANTILE, numerose condotte di favoreggiamento poste in
essere da cinque destinatari del provvedimento restrittivo in
argomento, che, fornendo al latitante stabile alloggio e
permettendogli quindi di eludere le investigazioni da parte delle
Forze dell’Ordine, gli hanno consentito di mantenere la sua
operatività in seno all’organizzazione criminale di appartenenza.
Lo
stesso CANTILE
Giuseppe
e la moglie CANGIANO
Antonietta
cl.’80 sono stati arrestati in quanto accusati del reato di
ricettazione di documenti d’identità falsificati per intestare
schede SIM utilizzate dallo stesso CANTILE e da suoi fiancheggiatori.
Gli
altri destinatari della misura cautelare sono:
- i coniugi D’ANIELLO Beniamino cl.’ 70 e CIPRESSO Carolina cl.’79, di Aversa;
- i coniugi NOCCHIERO Guido cl.’68 e FABOZZI Giuseppina cl.’71, di Teverola;
- LAISO Irene cl.’81, di Cesa.
CIPRESSO
Carolina e CANGIANO Antonietta sono state sottoposte agli arresti
domiciliari, in quanto madri di minori di anni 6, mentre gli altri
cinque sono stati associati alla casa circondariale di Santa Maria
Capua Vetere.