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giovedì 13 ottobre 2011

INDAGINE D'ANIELLO - SCATTANO GLI ARRESTI DELLA DDA DI NAPOLI


Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di sette soggetti, tra cui il pregiudicato CANTILE Giuseppe cl.’72 detto “Pepp’o russo”, esponente del clan “dei casalesi”, sua moglie ed altre cinque persone (di cui due coppie di coniugi dell’agro aversano) resesi responsabili di aver favorito la latitanza del CANTILE.
I provvedimenti eseguiti stamane traggono origine da una articolata attività d’indagine condotta a seguito della scoperta del ruolo svolto dall’avv. Carmine D’ANIELLO, tratto in arresto nel giugno 2010, quale fondamentale tramite tra il capoclan BIDOGNETTI Francesco detto “Cicciotto e’ mezzanotte” e gli affiliati al sodalizio operanti all’esterno.
In particolare, nel corso delle intercettazioni è emerso che il CANTILE, da latitante, intratteneva rapporti con il predetto legale non solo per informarsi delle proprie vicende giudiziarie, ma anche per segnalargli soggetti coinvolti in operazioni di polizia al fine di fargli assumere la relativa difesa.
Il predetto, ricercato dal dicembre 2007 poiché colpito da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Napoli che aveva unificato più pene da scontare per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione fino ad un cumulo di anni 1 e mesi 8, fu arrestato dai Carabinieri nel pomeriggio del 30 gennaio 2009, a seguito di un’irruzione in un’abitazione di Casaluce (CE), in via Filippo Turati.
Il CANTILE era affiliato prima al gruppo facente capo a BIONDINO Francesco (ormai da tempo detenuto) e da ultimo si era avvicinato alla fazione guidata da SETOLA Giuseppe.
Nella circostanza fu arrestato per favoreggiamento anche il proprietario dell’abitazione.

Nel corso dell’indagine sono state accertate, durante il periodo di latitanza del CANTILE, numerose condotte di favoreggiamento poste in essere da cinque destinatari del provvedimento restrittivo in argomento, che, fornendo al latitante stabile alloggio e permettendogli quindi di eludere le investigazioni da parte delle Forze dell’Ordine, gli hanno consentito di mantenere la sua operatività in seno all’organizzazione criminale di appartenenza.
Lo stesso CANTILE Giuseppe e la moglie CANGIANO Antonietta cl.’80 sono stati arrestati in quanto accusati del reato di ricettazione di documenti d’identità falsificati per intestare schede SIM utilizzate dallo stesso CANTILE e da suoi fiancheggiatori.
Gli altri destinatari della misura cautelare sono:
  • i coniugi D’ANIELLO Beniamino cl.’ 70 e CIPRESSO Carolina cl.’79, di Aversa;
  • i coniugi NOCCHIERO Guido cl.’68 e FABOZZI Giuseppina cl.’71, di Teverola;
  • LAISO Irene cl.’81, di Cesa.
CIPRESSO Carolina e CANGIANO Antonietta sono state sottoposte agli arresti domiciliari, in quanto madri di minori di anni 6, mentre gli altri cinque sono stati associati alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.