Alle prime ore di stamane personale della squadra mobile di caserta, su delega di questa procura della repubblica, ha eseguito l’o.c.c.c. nr. 25399/10 e nr. 9210/11 r.g. gip, emessa dal gip del tribunale di santa maria capua vetere (ce) in data ieri, a carico delle persone di seguito indicate, in relazione a numerose truffe in danno di soggetti, già gravati da difficoltà economiche, allettati dal miraggio di risolvere i loro problemi:
1. Dell’Aquila Giovanni, fu domenico e di marino rita, nato a caserta il 12.06.1961, ivi res. Loc. Tuoro, vicolo pitagora, 18, coniugato, pregiudicato;
2. Leone Elvira, fu lorenzo e fu garzellone luciano, nata a caserta il 12.10.1972, ivi res. Loc. Tuoro, vicolo pitagora, 18, coniugata, pregiudicata, agli arresti domiciliari.
In particolare, come emerso dalla indagini svolte dalla squadra mobile e coordinate da questo ufficio, il dell’aquila, con la complicità della moglie leone elvira e talvolta del nipote Fabio Riccio , indagato, spacciandosi per un dipendente dell’anas e millantando un rapporto fiduciario con un esponente politico, di cui asseriva essere il giardiniere, prometteva posti di lavoro presso l’anas di caserta o presso centri commerciali o presso l’ospedale civile di caserta o presso l’inps di napoli, dietro pagamento di somme di denaro, generalmente ammontanti a 5.000 euro per ogni assunzione; prometteva il condono di cartelle esattoriali, l’assegnazione di abitazioni dell’i.a.c.p. di caserta e dell’azienda territoriale per l’edilizia residenziale di venezia e il conseguimento di patenti di guida presso la m.c.t.c. di caserta, dietro pagamento di somme oscillanti dai 1.500 ai 3.000 euro.
Inoltre, il dell’aquila e la moglie, che in alcune circostanze hanno truffato i componenti di interi nuclei familiari, cagionando loro un danno patrimoniale di oltre 10.000 euro, sono stati anche denunciati per tentata estorsione in danno di una delle persone truffate che tardava il saldo di un pagamento pattuito per il conseguimento di una patente di guida e per diffamazione e minacce mediante “post” sui profili face book di alcune delle loro vittime che li avevano querelati.