In data 29 ottobre 2015, a conclusione di attività d’indagine
condotta da militari del Nucleo Operativo —-Aliquota Operativa della Compagnia
Carabinieri di Sessa Aurunca, venivano eseguite nr. 3 O.C.C. nei confronti di
DI LORENZO Gaetano, esponente di spicco del locale clan degli Esposito cd.
"muzzoni",ESPOSITO Vincenzo figlio dello storico capo clan Mario,
esponente di spicco del locale clan, e D’ANGELO Carlo, giovane appartenente al
citato Clan, “figura emergente".
L’attività d’indagine scaturisce da una serie di estorsioni
subite da un imprenditore locale, dedito all’attività di macellazione di carni,
che denunciava le crescenti "pressioni" subite da vari esponenti
della locale consorteria criminale per il pagamento della "tassa della tranquillità”
o, addirittura, per far gestire la propria attività al sodalizio (tramite prestanome)
e l'imprenditore diventare un semplice dipendente.
A seguito della denuncia venivano poste in essere una serie
di complesse attività investigative, anche di natura tecnica e con servizi di
osservazione, che permettevano di individuare i responsabili e definire per ciascuno
le singole responsabilità personali.
L’attivita’ estorsiva posta in essere si sviluppava in più
fasi e, in una delle ultime occasioni, dopo precedenti richieste,
l’imprenditore veniva convocato al cospetto dell’allora reggente del clan ESPOSITO, DI LORENZO
Gaetano, con modalità tipiche del metodo mafioso. Infatti, lo stesso veniva
costretto a cambiare macchina e veniva privato di dispositivi di comunicazione
prima di essere condotto in un luogo, individuato ad hoc dal clan, all’interno
di un‘abitazione in aperta campagna dalla quale era facilmente individuabile l’eventuale
presenza di forze dell’ordine.
Con l’arresto di DI LORENZO (il 31.10.2014) e la latitanza di
un altro esponente di spicco del clan, GALLO Vincenzo, in assenza di soggetti
apicali dell’associazione criminale, la richiesta estorsiva riprendeva ad opera
del citato ESPOSITO Vincenzo con le stesse modalità in precedenza indicate, ma
in altra abitazione ubicata in un vicolo del centro storico di Sessa Aurunca
(al1’epoca dei fatti nella disponibilità della convivente di un appartenente al
clan dei muzzoni deceduto) e già confiscata e nel possesso dell’Agenzia
Nazionale per i Beni confiscati alla mafia.
Qui l’ESPOSITO reiterava la richiesta di denaro in rate
mensili da 2.000 euro e rimandava la consegna della prima tranche a qualche
giorno dopo mediante l’invio di emissari che puntualmente si recavano presso l’azienda
della vittima dalla quale si faceva consegnare la somma pattuita in contanti,
venendo tratti in arresto, in flagranza di reato, da militari del Nucleo
Operativo della Compagnia di Sessa Aurunca .