Eseguita Ordinanza di custodia cautelare, per omicidio pluri-aggravato,
nei confronti dell’imprenditore GRILLO Angelo.
La Squadra Mobile di Caserta, diretta dal Vice
Questore dr. Alessandro TOCCO, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare
in carcere nei confronti dell’imprenditore GRILLO Angelo, attualmente detenuto,
nato a Marcianise (CE) il 18.12.1950,
1.
GRILLO Angelo,
nato a Marcianise (CE) il 18.12.1950, imprenditore, detenuto,
2.
D’ALBENZIO,
Giorgio, nato a Maddaloni (CE) il 22.5.1960, detenuto;
3.
D’ALBENZIO
Clemente, nato a Maddaloni (CE) il 4.12.1955, detenuto;
indagati per concorso in omicidio aggravato dalla
metodologia mafiosa e dal fine di agevolare il clan camorristico dei BELFORTE di Marcianise (CE) e per
detenzione e porto illegale di armi.
La misura è l’esito di una complessa vicenda
giudiziaria scaturita dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Caserta e
coordinate dalla Procura Antimafia di Napoli, in relazione all’omicidio di
CORTESE Angelo, nato a Cervino (CE) il 9.10.1965 - affiliato al clan PICCOLO, antagonista dei BELFORTE - consumato in Maddaloni (CE),
loc. Montedecoro, il 15.09.2006.
In relazione a quell’episodio delittuoso, il 30
settembre 2013, la Squadra Mobile aveva eseguito analogo provvedimento
cautelare nei confronti di:
1. BELFORTE Salvatore, nato a Marcianise il 09.12.1960;
2. NAPOLITANO Felice, nato a Nola il 13.07.1963;
3. ZARRILLO Francesco, nato a Capodrise (CE) il
24.01.1969.
Secondo le risultanze investigative, CORTESE Angelo, detto
O’ Chiattone o Marlon Brando, venne eliminato, su mandato del boss BELFORTE
Salvatore, da un commando costituito da BUTTONE Bruno, CUCCARO Domenico, poi divenuti
entrambi collaboratori di giustizia, NAPOLITANO Felice e ZARRILLO Francesco.
Il movente del raid omicidiario si inseriva nel
contesto della endemica contrapposizione tra i clan BELFORTE e PICCOLO, detti
i Quaqquaroni, per il controllo della
attività illecite nel comprensorio di Marcianise (CE), Caserta, Maddaloni (CE)
e comuni limitrofi.
Infatti, CORTESE Angelo conduceva le attività
estorsive per conto dei PICCOLO.
Ma il motivo che determinò la decisione di eliminarlo
fu rappresentato dalla richiesta del “pizzo” rivolta al titolare di una grossa
impresa di pulizie e servizi, la CESAP di Maddaloni (CE), appunto GRILLO
Angelo, in realtà emanazione imprenditoriale dei BELFORTE, ai cui vertici
chiese la drastica risoluzione del “problema”, eliminando il giovane.
Per tale motivo, l’imprenditore era stato indagato, quale
mandante, per concorso nell’omicidio.
Peraltro, secondo le indagini e le convergenti
dichiarazioni dei c.d.g. BUTTONE Bruno e CUCCARO Domenico, che parteciparono
materialmente alle fasi preparatorie ed esecutive del delitto, il commando di
killers, per alcuni giorni, attese proprio negli spazi del CESAP di Maddaloni
l’arrivo della vittima designata che, poi, fu attirata in un tranello dai
fratelli D’ALBENZIO, Giorgio e Clemente, affiliati storici del clan e reggenti
della fazione maddalonese.
Però, il G.I.P. presso il Tribunale di Napoli non
ritenne adeguatamente “gravi” gli indizi acquisiti nei confronti sia di GRILLO
Angelo che dei germani D’ALBENZIO, rigettando la richiesta di misura cautelare.
Immediatamente, la D.D.A. di Napoli, propose appello
al Tribunale del Riesame partenopeo che, il 22 gennaio 2014, ribaltava
completamente la decisione del G.I.P., accogliendo in pieno le risultanze
investigative della Squadra Mobile di Caserta e le argomentazioni della Procura
Antimafia, applicando a sua volta la misura cautelare in carcere nei confronti
di GRILLO Angelo e dei fratelli D’ALBENZIO, la cui efficacia è rimasta sospesa
sino alla definizione del successivo ricorso in Cassazione proposto dalla
difesa, che la Suprema Corte ha rigettato proprio nei giorni scorsi, rendendo
esecutivo il provvedimento restrittivo.