La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 19 giugno 2013

CAMORRA A PIGNATARO MAGGIORE - NUOVA ORDINANZA PER RAFFAELE LIGATO


Nel primo pomeriggio di ieri, la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla III^ Sezione della Corte di Assise del Tribunale di S. Maria C V. (CE) nei confronti di LIGATO Raffaele, nato a Giugliano in Campania (NA) il 25.3.1948, pregiudicato, capo indiscusso del clan camorristico LUBRANO-LIGATO, confederato al sodalizio crimnale “dei Casalesi”, attualmente detenuto presso la Casa di Reclusione di Milano-Opera (MI). LIGATO Raffaele, il 7.5.2013, era stato condannato, in primo grado, dalla Terza Sezione della Corte di Assise del Tribunale di S. Maria C. V. (CE) alla pena dell’ergastolo, quale mandante dell’omicidio di ABBATE Raffaele, cl. 36, consumato in PIGNATARO Maggiore il 26.01.2000. Secondo le indagini coordinate dalla Procura Antimafia di Napoli, l’uomo venne assassinato dai killers dell’organizzazione, con 14 colpi di pistola cal. 7,65 e cal. 9x21, in quanto padre del collaboratore di giustizia ABBATE Antonio, imparentato con lo stesso LIGATO Raffaele e già elemento di spicco dell’organizzazione criminale in argomento.