La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 4 luglio 2012

MARCIANISE - LA SQUADRA DELLA DDA DI NAPOLI E DI FEDERICO CAFIERO DE RAHO INSIEME AL GF FERMA DUE COLLETTI BIANCHI DEL CLAN BELFORTE

Nel corso delle prime ore del mattino a conclusione di una complessa indagine coordinata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, la compagnia della guardia di finanza di Marcianise ha eseguito due ordinanza di custodia cautelare una agli arresti domiciliari e una in carcere , emessa dal gip del tribunale di Napoli nei confronti di Emilio Buonpane del 1939 e Helga Buonpane del 1970 in relazioner  al reato di concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso ( clan Belforte alias Mezzacane , attivo nella provincia di Caserta e in particolare , nei territori di Marcianise e aree limitrofe. La complessa attività di indagine , finalizzata ad acquisire elementi di riscontro alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha permesso di acquisire il grave quadro indiziario del suddetto reato nei confronti di Emilio Buonpane e della figlia Helga imprenditori e titolari di diverse società : gli stessi per  non essendo   stabilmente inseriti nel sodalizio criminoso, denominato clan Belforte,fornivano uno stabile e significativo apporto al conseguimento delle illecite finalità perseguite dall’organizzazione di stampo camorristico. Si è accertato , in particolare che attraverso la costituzione di diverse società i due indagati fornivano assistenza economica a diversi associati del clan Belforte, che risultavano solo formalmente dipendenti delle società e ricevevano regolare stipendio senza prestare effettivamente alcuna attività lavorativa e ricevevano in cambio favori da sodalizio criminoso quali  quelli di non essere sottoposti a richieste estorsive non subire rivendicazione sindacali da parte dei lavoratori ed espandersi quasi monopolistica mante nel settore imprenditoriale di competenza nel territorio in cui opera il clan