All’esito di articolate indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di
Roma a contrasto della presenza della criminalità organizzata nel settore dei
giochi e delle scommesse, alle prime luci dell’alba il Servizio Centrale
Operativo (SCO) della Polizia di Stato, la Squadra Mobile della Questura di
Roma e il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della
Guardia di Finanza ( SCICO) hanno eseguito un’ordinanza di custodia
cautelare in carcere, emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari del
Tribunale capitolino, nei confronti di n.11 persone:
1. BOI Antonio, nato a Roma il 2.08.79;
2. CASCHETTO Itria, nata a Siracusa il 9.3.85;
3. CILIBERTO Alessandro, alias Alex, nato Vibo Valentia (VV) il 22.11.77;
4. DE DOMINICIS Stefano, nato a Roma il 7.05.66;
5. DI MANNO Biagino, nato a Formia il 14.07.73;
6. FEMIA Nicola, alias Rocco, nato a Marina di Gioiosa (RC) l’ 01.02.61;
7. FERRARA Salvatore, alias Sasà, nato a Napoli il 5.07.71;
8. GARGIULO Agnello, alias Nello, nato a Napoli il 12.01.70;
9. GIORGI Emiliano, nato a Roma il 16.05.78;
10.TANCREDI Luigi, nato a Potenza il 27.04.65;
11.VERDUCI Davide, nato a Reggio Calabria il 26.4.78.
Per tutti la contestazione è l’associazione a delinquere a carattere
transnazionale volta a commettere una serie indeterminata di reati
attraverso una rete illegale di gioco on line, aggirando, in tal modo, la
normativa di settore e omettendo fraudolentemente il versamento dei
tributi erariali per la concessione di gioco, al fine di realizzare plurime truffe
ai danni dello Stato.
Per il solo TANCREDI Luigi, considerato il vertice dell’organizzazione
criminale, è stata altresì riconosciuta l’aggravante “mafiosa” ex art. 7 della
legge n. 203 del 1991, poiché ha avvantaggiato il clan dei Casalesi,
nell’affermarsi nel settore delle scommesse illecite on line.
Il Tribunale di Roma, a seguito di specifici accertamenti patrimoniali
condotti dalla Guardia di Finanza, ha inoltre disposto il sequestro di
numerosi beni mobili ed immobili riconducibili direttamente o
indirettamente ai principali indagati, per un valore di circa 10 milioni di
euro, tra i quali spiccano società che hanno tra i propri asset sale giochi e
attività di ristorazione oltre ad autovetture, correnti e depositi bancari.
Spiccano le figure di FEMIA Nicola, importante boss ‘ndranghetista che
dalla provincia di Ravenna dirigeva, sul territorio nazionale ed estero,
un’intensa attività illecita nel settore del gioco on line e delle videolottery e
di TANCREDI Luigi, detto anche “il re delle slot”, soggetto referente per
le mafie, soprattutto quelle calabresi e campane, per la gestione dei siti
illeciti per le scommesse sul web, non autorizzati dall’Amministrazione per
i Monopoli.
Il TANCREDI - figura già nota alle cronache giudiziarie - è risultato essere
l’indispensabile cerniera tra gli interessi della criminalità organizzata nei
forti guadagni derivanti dal gioco illecito ed il mondo della tecnologia
informatica, in virtù delle sue capacità di realizzare “chiavi in mano”
risorse web dedicate al gioco online.
Lo stesso, infatti, è uno dei più noti imprenditori del settore economico
della raccolta del gioco in rete ed è molto conosciuto in campo nazionale
ed internazionale per aver avviato dei veri e propri casinò virtuali, molti dei
quali, nella home page, contengono estremi di concessioni asseritamente
rilasciate da autorità governative di Paesi caraibici, notoriamente
considerati “paradisi fiscali”.
In tale ottica, il TANCREDI, pur non essendo affiliato direttamente a
nessun clan, si è rivolto a soggetti appartenenti ad organizzazioni di
stampo mafioso al fine di poter garantire una diffusione più rapida del suo
“prodotto”, consentendo agli stessi di ottenere ingenti guadagni illeciti ed
aumentando i suoi stessi profitti. Anche in considerazione delle
metodologie mafiose tipiche dei sodalizi cui prestava la propria opera, ha
ricoperto un ruolo primario, e quasi monopolistico, nella gestione dei
cosiddetti “totem” per le scommesse via web.
Le indagini - avviate dalla Squadra Mobile di Roma all’indomani del
tentato omicidio in pregiudizio di ARAGONA Fabio Massimo cl.81,
avvenuto il 18 aprile 2011 in località Ostia Lido e convergenti con
analoghe investigazioni condotte dalla Compagnia di Nola e dallo
S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza - hanno delineato un'associazione a
delinquere finalizzata al gioco d'azzardo, aggravata dalla finalità
agevolatrice di tipo mafioso, operante su tutto il territorio nazionale ed
all'estero, della quale TANCREDI Luigi risulta essere il promotore e
l'organizzatore. In particolare l'organizzazione attraverso la creazione di
un sito illegale per il gioco del poker online denominato dollaropoker, con
server e struttura di gestione situati all'estero, riusciva ad introitare ingenti
guadagni illeciti che venivano successivamente versati su conti correnti
esteri per poi rientrare in Italia attraverso l'acquisizione di immobili.
La struttura ideata, organizzata e diretta dal ”re delle slot” aveva la
caratteristica di essere di tipo verticistico e piramidale, al cui apice vi era
lo stesso TANCREDI che intratteneva rapporti diretti con i cosiddetti
National, costituenti il livello più alto dell’organizzazione. Ai National
facevano quindi riferimento i Regional che provvedevano al ritiro delle
somme di denaro dai Distretti i quali, a loro volta, provvedevano alla
raccolta dai Club Manager, gli unici ad avere rapporti diretti con il “player”
finale il quale, per accedere al gioco on line, doveva corrispondere in
anticipo all’organizzazione una somma di denaro che veniva poi
accreditata in un conto virtuale anche mediante trasferimento con carte
prepagate poste-pay. Ciascun livello era destinatario, quindi, di una
precisa quota di profitti.
Il “server” che gestiva il gioco on-line era ubicato a Tampa in Florida,
mentre in Romania aveva sede la società rumena “Dollarobet srl”, ove
fisicamente vi lavoravano sia il personale dell’assistenza al sito sia gli
“esperti informatici” che avevano la possibilità di accedere direttamente
sul server.
Alle risultanze investigative si sono aggiunte le dichiarazioni di alcuni
collaboratori di giustizia che hanno confermato il forte interessamento dei
clan camorristici per il settore del gioco illegale on line e la progressiva
acquisizione del controllo di tale attività illecita su intere fette del territorio
nazionale. I proventi delle attività venivano infatti versati mensilmente ai
“casalesi” facenti capo a ZAGARIA Michele, IOVINE Antonio e
SCHIAVONE Francesco.
L’attività investigativa condotta ha, altresì, fatto emergere collegamenti
con la ‘ndrangheta per il tramite del pieno e diretto coinvolgimento del
sopra citato FEMIA Nicola, contiguo alla consorteria dei MAZZAFERRO di
Marina di Gioiosa Ionica.