La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 7 gennaio 2016

CONSIGLIO ORDINE AVVOCATI DI SANTA MARIA CAPUA VETERE - GOLP O RISPETTO DELLA VOLONTA’ ?

Le misteriose dimissioni anticipate dall’avvocato Alessandro Diana da presidente del Consiglio dell’ordine di Santa Maria Capua Vetere, dovrebbero avere una spiegazione nella seduta del consiglio dell’ordine fissata per oggi venerdì 8 gennaio 2015 dove il dimissionario ha posto all’ordine del giorno: “Dimissioni del presidente ed elezione del nuovo presidente”.
Gli avvocati, quindi, al ritorno delle vacanze natalizie si ritroveranno di fronte ad un evento che non è stato propagandato nemmeno sul sito dell’Ordine.

Il contenuto delle dimissioni, peraltro annunciato circa una settimana fa, contengono critica nei confronti di tutti i 20 consiglieri dell’Ordine dai quali il presidente Diana ha inteso prendere le distanze.

L’interrogativo quindi, è su chi addossare la responsabilità della gestione dell’Organismo.

 La contraddizione è  riferita al perché le dimissioni siano avvenute  due mesi prima della data del 5 marzo 2016  fissate nel documento  assunto all’unanimità dai 21  neo eletti nella prima seduta consiliare, nella  quale veniva riconosciuto il primato raggiunto con il voto dall’avvocato Angela Del Vecchio assicurando la presidenza dell’Ordine nella regolamentazione turnaria della presidenza con cui veniva anche salvata la linea programmatica del “CAMBIAMENTO” .

Secondo il documento propagandato sulla stampa l’avvocato Angela Del Vecchio dovrà  subentrare automaticamente alla presidenza per cessazione del presidente del primo turno.  Gli avvocati che stanno rientrando e che hanno potuto in ritardo  avere conoscenza dell’argomento riguardante l’anticipata dimissione critica, hanno intravisto una manovra tesa ad eludere il regolamento assunto ad unanimità dai consiglieri eletti.

Invero il corpo consiliare ha operato nei 10 mesi trascorsi in perfetta armonia come dimostrano tutti i deliberati che sono stati assunti ad unanimità, salvo quello riferito alla fondazione F.E. ST. .

E’ sembrato agli elettori che il contenuto delle censure rivolte nei confronti di tutti gli altri consiglieri ed in particolare degli organi istituzionali di Segretaria e di Tesoreria, non sia conforme al dato obiettivo della collaborazione, assicurata al presidente dimissionario durante la sua gestione e sono anche a testimonianza di ciò tutti gli eventi culturali e formativi svoltasi presso la Fondazione con la presenza del presidente, e di tutti i componenti del consiglio.

Emblematici peraltro, la cerimonia per il conferimento del titolo dei senatori dell’ordine, dei giovani vincitori  dei simulacri del processo, la cerimonia per la iscrizione  all’albo ed ultimamente la festa degli auguri .

 Certamente l’onestà del dimissionario, dovrà correggere la parte che viene ad essere lesiva dell’intera compagine consiliare, che non sarebbe meritevole delle censure loro rivolte.

Resterebbe, quindi, come pomo della discordia un unico deliberato riferito alla fondazione FEST in cui il consiglio ha deciso a maggioranza facendo emergere la dialettica sul punto.

Sull’argomento improvvisamente riemerso, dopo che il precedente Consiglio, composto di soli 15 membri, aveva ritenuto di eliminare conflitti con la Fondazione, dando  preminenza al valore  dell’unità e appariva strano che fosse stato inserito dal presidente tra le censure; invero la discordia si sarebbe persa sul   cambio del nome, nome che era stato attribuito per segnare una era che dava lustro all’intero ordine sammaritano per le realizzazioni  da record  che si erano attuate in quel periodo storico,  quale quello della Prima Scuola di Formazione dei Praticanti e della realizzazione di una Struttura di avanguardia,  unica in tutta Italia .

Nella dialettica svolta sul problema,  il voto dei dissenzienti per la modifica, aveva soprattutto il nobile significato di non riaprire conflitti; pare che lo stesso Presidente dimissionario nel contenuto del documento abbia voluto segnalare una pregiudiziale, in favore dei dissenzienti , ed infatti la censura sulla mancata approvazione del regolamento del Consiglio dell’Ordine, costituendo presupposto della proposta di  modifica   allo statuto della Fondazione, ne sanzionerebbe la inammissibilità: Dal regolamento vigente dell’ordine Forense , risulta consacrata , infatti, l’autonomia della fondazione e la permanenza della contribuzione per assicurarne la sopravvivenza, a parte l’argomento della modificabilità  derivante dal principio  che il nome attribuito dal padre (Fondatore ) non può essere cancellato, eliminato o modificato dal figlio ( Fondazione).    

 Tutti gli argomenti, però, diventano secondari al cospetto del valore dell’unità che abbiamo innanzi segnalato.  Siamo convinti però, che la saggezza degli attuali componenti guidati dal loro intelletto, dal loro sentimento e dall’esperienza che comunque si trae dalla tradizione luminosa del Foro di Santa Maria Capua Vetere,  sappiano interpretare quella che è la volontà generale degli iscritti che  sono contrari ai conflitti, ritenendo essenziale l’unità della classe per risolvere i gravi problemi di cui la stessa è vittima, risolvibili con un’azione forte ed unitaria che non si soffermi ad una “vox clamans”.