Le misteriose dimissioni
anticipate dall’avvocato Alessandro Diana da presidente del Consiglio dell’ordine
di Santa Maria Capua Vetere, dovrebbero avere una spiegazione nella seduta del
consiglio dell’ordine fissata per oggi venerdì 8 gennaio 2015 dove il
dimissionario ha posto all’ordine del giorno: “Dimissioni del presidente ed
elezione del nuovo presidente”.
Gli avvocati, quindi, al ritorno
delle vacanze natalizie si ritroveranno di fronte ad un evento che non è stato
propagandato nemmeno sul sito dell’Ordine.
Il contenuto delle dimissioni, peraltro
annunciato circa una settimana fa, contengono critica nei confronti di tutti i
20 consiglieri dell’Ordine dai quali il presidente Diana ha inteso prendere le
distanze.
L’interrogativo quindi, è su chi
addossare la responsabilità della gestione dell’Organismo.
La contraddizione è riferita al perché le dimissioni siano
avvenute due mesi prima della data del 5 marzo 2016 fissate nel documento assunto all’unanimità dai 21 neo eletti nella prima seduta consiliare, nella
quale veniva riconosciuto il primato
raggiunto con il voto dall’avvocato Angela Del Vecchio assicurando la
presidenza dell’Ordine nella regolamentazione turnaria della presidenza con cui
veniva anche salvata la linea programmatica del “CAMBIAMENTO” .
Secondo il documento propagandato
sulla stampa l’avvocato Angela Del Vecchio dovrà subentrare automaticamente alla presidenza per
cessazione del presidente del primo turno.
Gli avvocati che stanno rientrando e che hanno potuto in ritardo avere conoscenza dell’argomento riguardante l’anticipata
dimissione critica, hanno intravisto una manovra tesa ad eludere il regolamento
assunto ad unanimità dai consiglieri eletti.
Invero il corpo consiliare ha
operato nei 10 mesi trascorsi in perfetta armonia come dimostrano tutti i
deliberati che sono stati assunti ad unanimità, salvo quello riferito alla
fondazione F.E. ST. .
E’ sembrato agli elettori che il
contenuto delle censure rivolte nei confronti di tutti gli altri consiglieri ed
in particolare degli organi istituzionali di Segretaria e di Tesoreria, non sia
conforme al dato obiettivo della collaborazione, assicurata al presidente dimissionario
durante la sua gestione e sono anche a testimonianza di ciò tutti gli eventi
culturali e formativi svoltasi presso la Fondazione con la presenza del
presidente, e di tutti i componenti del consiglio.
Emblematici peraltro, la
cerimonia per il conferimento del titolo dei senatori dell’ordine, dei giovani vincitori
dei simulacri del processo, la cerimonia
per la iscrizione all’albo ed ultimamente
la festa degli auguri .
Certamente l’onestà del dimissionario, dovrà correggere
la parte che viene ad essere lesiva dell’intera compagine consiliare, che non
sarebbe meritevole delle censure loro rivolte.
Resterebbe, quindi, come pomo
della discordia un unico deliberato riferito alla fondazione FEST in cui il
consiglio ha deciso a maggioranza facendo emergere la dialettica sul punto.
Sull’argomento improvvisamente riemerso,
dopo che il precedente Consiglio, composto di soli 15 membri, aveva ritenuto di
eliminare conflitti con la Fondazione, dando preminenza al valore dell’unità e appariva strano che fosse stato
inserito dal presidente tra le censure; invero la discordia si sarebbe persa
sul cambio del nome, nome che era stato attribuito
per segnare una era che dava lustro all’intero ordine sammaritano per le
realizzazioni da record che si erano attuate in quel periodo storico, quale quello della Prima Scuola di Formazione
dei Praticanti e della realizzazione di una Struttura di avanguardia, unica in tutta Italia .
Nella dialettica svolta sul
problema, il voto dei dissenzienti per
la modifica, aveva soprattutto il nobile significato di non riaprire conflitti;
pare che lo stesso Presidente dimissionario nel contenuto del documento abbia
voluto segnalare una pregiudiziale, in favore dei dissenzienti , ed infatti la
censura sulla mancata approvazione del regolamento del Consiglio dell’Ordine,
costituendo presupposto della proposta di modifica allo
statuto della Fondazione, ne sanzionerebbe la inammissibilità: Dal regolamento
vigente dell’ordine Forense , risulta consacrata , infatti, l’autonomia della
fondazione e la permanenza della contribuzione per assicurarne la sopravvivenza,
a parte l’argomento della modificabilità derivante dal principio che il nome attribuito dal padre (Fondatore )
non può essere cancellato, eliminato o modificato dal figlio ( Fondazione).
Tutti gli argomenti, però, diventano secondari
al cospetto del valore dell’unità che abbiamo innanzi segnalato. Siamo convinti però, che la saggezza degli
attuali componenti guidati dal loro intelletto, dal loro sentimento e dall’esperienza
che comunque si trae dalla tradizione luminosa del Foro di Santa Maria Capua
Vetere, sappiano interpretare quella che
è la volontà generale degli iscritti che sono contrari ai conflitti, ritenendo
essenziale l’unità della classe per risolvere i gravi problemi di cui la stessa
è vittima, risolvibili con un’azione forte ed unitaria che non si soffermi ad
una “vox clamans”.