E Menduni sbottò: “Vado alla Procura, così quell’imbecille di Romano la smette di fare pressioni”
“Tu puoi trovare un accordo se una persona è intelligente, questo è un imbecille, ma un imbecille vero guarda, poi dice: Ah, io sono il Presidente del Consiglio... (incomprensibile)... Ma chi cazzo ti credi di essere, non conta niente il Presidente del Consiglio Regionale... chi sei?”. A pronunciare queste parole è stato il direttore generale dell’Asl Caserta, il giorno 21 maggio 2012, durante una conversazione intercettata dagli inquirenti e avvenuta nel suo stesso ufficio.
E’ quanto emerge dall’ordinanza del gip del tribunale di Napoli relativa all’inchiesta sugli appalti alla Asl di Caserta.
Ma perché Menduni era così infuriato con Paolo Romano?
Lo spiega lui stesso. Pochi minuti prima, parlando al telefono con una persona che chiama “Onorevole”, Menduni dice di aver bisogno di parlargli urgentemente per “quella vicenda”, in quanto finché viene attaccato dall’opposizione è normale, ma non è accettabile un attacco che viene dal Presidente del Consiglio Regionale, il quale vuole che lui (Menduni) mandi via il Direttore del distretto di Capua, che ha un contratto, per metterci una persona di sua fiducia. Lo stesso Menduni aggiunge di non aver mai visto un’interferenza politica così disonesta e ribadisce di non poter “cacciare” una persona che ha un contratto di cinque anni solo perché Romano “vuole mettere uno suo”.
Pochi minuti dopo, il direttore dell’Asl parla con una persona nel suo ufficio e gli dice che non può cambiare nessuno, in quanto non può fare concorsi, e quindi va in Procura per denunciare Romano, facendone scaturire un “casino”. Concetto ribadito poco dopo al direttore sanitario dell’Asl, al quale Menduni chiede se ha già “parlato con Pasquale” e che, comunque, sarebbe andato in Procura, così se “li arrestano entrambi sono problemi loro”.
Secondo quanto emerge dall’ordinanza del gip del tribunale di Napoli, Paolo Romano avrebbe “motivi di contrasto con Menduni perché aveva negato il trasferimento a Castel Volturno di un medico portatore di voti (...). Menduni non lo avrebbe rispettato”. Il direttore generale, infuriato, protesta la sua onestà e afferma, di nuovo, che non esiterà a rivolgersi all’autorità giudiziaria perché “può dimostrare di aver ricevuto pressioni dal Romano con testimoni che sono disposti a parlare pure per la gara”.
Ma, scorrendo la stessa ordinanza, ci si imbatte in passaggi che dovranno certamente essere approfonditi. Per esempio, quando lo stesso Menduni lamenta di essere accusato ingiustamente, riferendo che Paolo Romano ha chiesto al telefono a Gasparin di “alterare la gara” e che Gasparin aveva risposto negativamente: “Io no, ‘ste cose, mi dispiace, non le faccio; io non c’entro niente, c’è la commissione che decide”...