Il d.lgs 155 del 2012 ha decretato il ridimensionamento del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e la nascita del Tribunale Napoli nord. Questo provvedimento è un vero attentato al buonsenso ed alla voglia che si sbandiera negli ambienti di Governo di legalità e di risparmio nella gestione della spesa pubblica.
Ma,chi ha voluto questo paradosso? Di chi sono le responsabilità dell’adozione di un provvedimento che vuole mettere in ginocchio il cosiddetto modello di giustizia “Caserta”?
Attraverso l’analisi di fatti e circostanze si dovrebbe allestire una vera aula di Tribunale per analizzare tutti i danni che si prospettano all’orizzonte ai danni della gestione della Giustizia in Terra di Lavoro.
Nel Consiglio Comunale aperto svoltosi nel Teatro Garibaldi il presidente dell’ordine degli avvocati del foro sammaritano ha testualmente affermato: “ Fino al 31 luglio- ha esordito Diana – avevamo avuto ampie rassicurazioni che il tribunale sammaritano non sarebbe stato toccato dal provvedimento. Nel giro di sette giorni di agosto tutto è cambiato: Cos’è successo? Che ci stanno a fare in Parlamento i nostri rappresentanti ?”.
“Una fitta nebbia di mistero aleggia sull’accaduto” ha esordito l’avvocato Garofalo nel suo intervento . Fare una legge di tale importanza in cinque giorni e, soprattutto, d in agosto equivale ad un agguato . La successiva saga della politica locale per l’acquisizione della sede del nuovo tribunale ha dato vita ad una grottesca guerra tra Caserta ed Aversa, con rivendicazioni,le più assurde, di casertanità, che si sono registrate in rivendicazioni campanilistiche, come quelle del il sindaco Del Gaudio che ha poi ritrattato nella sua breve apparizione al Garibaldi, incoraggiato dalle promesse di preservare la sede del Tribunale di Caserta o la creazione della sezione di Corte di Appello.
Nella disamina puntuale del decreto del Presidente della Camera Penale Avv, Angelo Raucci nella quale, tra l’altro, ha messo in evidenza la cattiva applicazione del dettato della legge delega 148 del 2011 nella fattispecie e l’aver ignorato che nei territori di mafia la legge per il riordino delle sedi giudiziarie prevede la relazione scritta della DdA, mentre al procuratore Cafiero de Raho non è mai stato chiesto un parere a proposito che, peraltro, secondo le sue dichiarazioni, sarebbe stato negativo. Né un parere è stato chiesto al Procuratore Lembo, al presidente del Tribunale Della Selva eD a nessun operatore di Giustizia in merito allo scorporo dell’agro-aversano dalla sede sammaritana che si identifica in quella della Provincia di Caserta.
E dove lo mettono il problema di competenza procedurale?. Un clan come quello dei casalesi, che insiste su tutta la provincia, troverebbe solo giovamento dallo spezzettamento delle indagini e del giudizio tra i due tribunali.
Va considerato,inoltre, in tempo di austerità così marchiata e sbandierata l’impatto economico di questa decisione assurda. Il solo allestimento della sede e la creazione di aule bunker e di apparati di videoconferenze, che a Santa Maria sono già allestiti con tante spese e difficoltà,comporterebbe costi elevati ed assunzione di tanto personale di cui si lamenta già la mancanza, ignorando il divieto di assunzione sancito dagli ultimo provvedimenti legislativi e dalla spending review.
Non vanno minimizzate le osservazioni e le rimostranze avanzate dal presidente dell’Ordine Notarile provinciale, dott. De Donato, che ha posto l’accento sulle gravissime difficoltà che la popolazione e gli operatori del settore andrebbero ad affrontare se questo provvedimento avesse concreta attuazione.
Ma tutti sappiamo che in questo provvedimento vi è la longa manus della politica e degli interessi economici che già tanti danno hanno causato a questa provincia.
I politici casertani non hanno certo risposto all’invito a partecipare loro inviato, mettendo in evidenza il trasversalismo che, da anni, li coinvolge per l’attuazione dei loro disegni di veri “mercanti del Tempio” che vanno a scapito dei veri interessi della Provincia.
Tra i tanto attesi parlamentari casertani erano presenti solo Pina Picierno e Stefano Graziano,
mentre e il Presidente Zinzi ha lanciato un messaggio, seppur chiaro, solo a mezzo stampa.
L’onorevole Picierno,che della famigerata Commissione Giustizia fa parte, ha glissato sulla mia richiesta di fare i nomi dei responsabili del misfatto ed ha attribuito “la paternità del decreto al governo Berlusconi e la volontà attuativa al governo Monti”, ed ha affermato che il Ministro Severino, sicuramente compulsato da chi aveva interesse, ha dato il suo consenso alla realizzazione del progetto di smembramento della sede giudiziaria sammaritana nonostante le sue rimostranze.
Le armi che hanno crepitato nella notte di agosto hanno voluto commettere un vero omicidio- suicidio della Giustizia in Terra di Lavoro nella prospettiva, come ha detto l’onorevole Graziano, di giocarsi un’ incosciente partita elettorale.
Con questo provvedimento, ancora una volta,si va verso un accentramento di risorse a favore del napoletano com’è avvenuto per l’ urbanistica e per i rifiuti, a scapito di interessi di un territorio già tanto penalizzato e mortificato da colonizzazione camorristiche.
Bisogna evitare ogni campanilismo che prestare il fianco a strumentalizzazioni che possano addurre a scusante di questo assurdo ed iniquo provvedimento l’incapacità di gestione del territorio da parte della classe politica casertana.
Bisogna che nessun politico possa sottrarsi alle proprie responsabilità. Il documento approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale che invoca l’intervento governativo per correggere e rivedere il provvedimento di applicazione a Caserta della legge delega 148 del 2011, ove si riscontra una evidente contraddizione dei principi di questa Legge delega, che vieta l’ istituzione di due tribunali nella stessa provincia e il fatto che il foro di Santa Maria, da secoli tribunale dell’intero distretto,nella relazione accompagnatoria al decreto legislativo 155 del 2012,sia stato equiparato ad una sede giudiziaria sub provinciale è un vero “falso ideologico”.
Tutti dobbiamo auspicare l’emanazione di un decreto correttivo che, al più presto, cancelli questa mostruosità.
Le dichiarazioni unanimi di contrasto al provvedimento, devono essere accompagnate da vere e convinte azioni a sostegno contro i veri responsabili di questa mostruosità, ben individuabili.
La politica quella con la “p” maiuscola, non devono dar spazio agli intessei imprenditoriali e di infima politica se vuole il consenso alle politiche del 2013.
Mi sovviene la domanda . “forse si è voluto, ancora una volta,punire Santa Maria per non aver aderito a qualche recondita istanza portatrice di interessi poco chiari? Speriano di no!!!!
Gaetano Rauso