La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 19 giugno 2012

NAPOLI SCANDALO ASIA - LA PROCURA PARTENOPEA E GUARDIA DI FINANZA E DIGOS METTONO LE MANI SUL BUSINESS ILLECITO - 16 ARRESTI

Nella mattinata odierna, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli (Gruppo Tutela Spesa Pubblica) e personale della Polizia di Stato (D.i.g.o.s. della Questura di Napoli) hanno eseguito — in varie localita della Campania, della Puglia e del Veneto — 16 ordinanze di custodia cautelare, di cui 9 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti di imprenditori, professionisti, funzionari di un istituto bancario veneto, di un dirigente sindacale e di ex dipendenti della società Enerambiente Spa, azienda che dal 2005 al 2010 ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani in parte rilevante della citta di Napoli. Sono altresì stati posti in esecuzione numerosi, decreti di perquisizione emessi da questo Ufficio per l’acquisizione di ulteriori prove documentali. L’ordinanza cautelare oggi eseguita documenta l’esito degli ulteriori sviluppi delle indagini preliminari complessivamente riferite alla drammatica crisi della gestione dei servizi di raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città e nella provincia di Napoli realizzatasi nel 2010-2011. Le investigazioni partono, infatti, nel settembre 2010, a seguito della devastazione dell’aut0parco di Enerambiente S.p.A. (società privata appaltatrice del servizio di raccolta per affidamento fatto da Asia s.p,a) a opera di lavoratori delle cooperative sub affidatarie del medesimo servizio; per quei fatti, allo stato oggetto di separata trattazione in fase dibattimentale, furono applicate misure cautelari personali nei confronti di sei persone (tutte legate a DAVIDECO SCARL, la cooperativa di lavoro interinale che con Enerambiente aveva stipulato una "convenzione di servizio" per la fornitura di manodopera) per i reati di estorsione, devastazione, incendio, porto illegale di materiale esplodente, interruzione di pubblico servizio. Si accertava nella fase delle indagini preliminari che i lavoratori avevano instaurato un violento "braccio di ferro" per costringere Enerambiente a proseguire nel rapporto contrattuale, altresì accedendo alle proprie rivendicazioni economiche. Come si ricorderà, la violenza delle condotte e la portata dei danni prodotti aggravarono ulteriormente lo stato di crisi del servizio di raccolta. L’Indagine prosegui. Le captazioni di comunicazioni telefoniche, telematiche ed ambientali autorizzate dal giudice e le complessive acquisizioni investigative hanno cosi consentito di svelare un quadro di relazioni e comportamenti illeciti assai più ampio e variegato, certo condizionanti la travagliata gestione del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti solidi urbani che vede impegnati, da un lato, il Comune di Napoli —e per esso ASIA S.p.A. (società in house oggi deputata ad assolvere direttamente a tutta la gestione del servizio)- e, dall’altro lato, società private appaltatrici (ciò almeno fino al marzo di quest’anno) come Enerambieme S.p.A., a loro volta collegate appunto ad altri soggetti “f0rnitori" di manodopera (cooperative o società di lavoro interinale). Sinteticamente, i diversi profili di illiceità delle condotte attuate nelle diverse fasi di fornitura del servizio sono state accertate nei termini seguenti:

1) violazione del capitolato e del divieto di subappalto, occultato sotto diverse forme contrattuali viziate da simulazione, nel rapporto Asia/Enerambiente;

2) illecita gestione del rapporto tra società partecipata, società appaltatrice e cooperative di lavoro interinale, con condotte estorsive in danno delle cooperative e in favore degli "intermediari" privati e corruzione di funzionari pubblici, dei quali é ancora in corso la identificazione;

3) comportamenti violenti e intimidatori da pane dei lavoratori del settore (ne sono riprova le devastazioni del 2010, ma anche le gravissime tensioni fomentate da spregiudicati sindacalisti e dall’appa1tatrice Enerambiente in danno di Asia e del Comune di Napoli, nei mesi di novembre/dicembre 2010, in piena emergenza rifiuti, di cui si dirà in seguito), finalizzati a ottenere indebiti benefici a discapito sia del servizio sia delle casse • di Asia S.p.A., e in ultima analisi del comune di Napoli che quelle casse alimenta. ln tale specifico ambito investigativo, le acquisizioni probatorie avevano già consentito l’adozione di misure cautelari personali attraverso due successive ordinanze giudiziali:

a) nell’aprile 2011, nei confronti di Cigliano Dario ed altri, per il reato di cui art. 377-bis c.p., configurato in relazione alle gravi pressioni ed alle offerte illecite (di denaro e opportunità di lavoro) effettuate nei confronti della moglie di Fiorito Salvatore (uno dei soggetti arrestati per le devastazioni del settembre 2010), affinché non rivelasse all’Autorità giudiziaria quanto a sua conoscenza in ordine al sistema di assunzioni con finalità politico—clientelari gestito dalle cooperative sociali affidatarie di servizi interinali nel settore dei R.S.U., assunzioni che avvenivano in particolare su indicazione dei fratelli Cigliarro, Dario (consigliere comunale e poi provinciale) e Corrado (dipendente di Enerambiente e fulcro della gestione dei cantieri delle cooperative sub affidatarie);

b) successivamente, nei confronti di Faggiano Giovanni (avvocato brindisino, già amministratore unico di Enerambiente) e di Cigliano Corrado (dipendente di Enerambiente), per fatti di estorsione in danno delle cooperative e di corruzione di funzionari di Asia s.p.a., come tali incaricati di pubblico servizio. Si accertava infatti che l’AD di Enerambiente costringeva le cooperative a consegnargli somme indebite per garantire loro il mantenimento del rapporto contrattuale; altresì, che parte di tali somme erano utilizzate dal Faggiano per pagare funzionari di Asia s.p.a. (tuttora non identificati in termini probatoriamente affidabili), per garantirsi a sua volta l’aggiudicazione delle gare d’appalto, L’affidamento in assenza di gara di servizi cc.dd. extrawork e soprattutto per assicurarsi l’assenza di effettivi controlli sulla efficienza e correttezza del servizio prestato dalla società privata, la rinuncia a muovere serie contestazioni per i gravi disservizi e la rapidità dei pagamenti. La materia e oggetto di attuali approfondimenti e di ulteriori verifiche investigative.

Le successive investigazioni hanno consentito di raggiungere due ulteriori, significativi risultati probatori;

- da un lato, ricostruire e riscontrare i gravissimi fatti di mala gestio riconducibili all’opera degli amministratori, di fatto e di diritto, di Enerambiente S.p.A. e dai loro collaboratori, fatti inseriti peraltro in un complesso di condotte tali delineare una vera e propria stabilita di strutture e programmazione di obiettivi di tipo propriamente associativo (il fallimento dichiarato dal Tribunale di Napoli lo scorso 22 febbraio si richiesta di questo Ufficio, ha per presupposto uno stato di insolvenza incontestabile, con passivo al momento valutato in oltre cinquanta milioni di euro);

— dall’altro di raccogliere la prova del pieno, fattivo, coinvolgimento di Gavioli Stefano (patron di Enerambiente e soprattutto capo di una potente holding che gestisce partecipazioni in numerose e importanti società operanti in diversi settori industriali, dalle costruzioni di imbarcazioni, alla siderurgia, alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti in diverse parti d’Italia) nelle attività illecite, estorsive e corruttive, già oggetto di contestazione a Faggiano Giovanni (fatti peri quali quest’ultimo é stato arrestato, 1mitamente al già menzionato Corrado Cigliano).

L’indagine, infatti, si sviluppava soprattutto sul versante societario ed ecomico— finanziario, mediante: acquisizioni documentali (con numerosi accessi presso sedi di società, istituti di credito, pubbliche amministrazioni), l’estrapolazione e l’analisi di dati contenuti nella memoria dei computers caduti in sequestro, l’analisi, supportata dal contributi di qualificate consulenze tecniche, della contabilità societaria, ufficiale e occulta, la progressiva raccolta di informazioni testimoniali (da clienti, fornitori, bancai, dipendenti) e un’organica ricognizione dei flussi

finanziari hanno, infatti, consentito di giungere alla ricostruzione di numerose e gravi condotte illecite poste in essere da Enerambiente S.p.A. (e, in particolare, da Stefano Gavioli e dal gruppo di dirigenti e di consulenti a lui legati da intensi vincoli fiduciari, quali Paolo Bellamio, Enrico Prandin, commercialisti, e Giancarlo Tonetto, avvocato) e della vasta ed articolata rete di relazioni collusive e di aperta complicità che per anni ha sostenuto la reiterazione di condotte fraudolente e di bancarotta tributaria orientate dalla ricerca del massimo profitto e dallo sprezzo per le regole poste a tutela del mercato e della pubblica amministrazione.

Dunque: e stato possibile non soltanto dimostrare - condotte di bancarotta fallimentare fraudolenta:

a) patrimoniale, con sottrazione di denaro contante compiutamente "alIacciato” attraverso gli accertamenti bancari, nonché con plurime distrazioni attraverso l’utilizzo di risorse per fini estranei all’attività di impresa, compreso il pagamento delle corruzioni, di dispendiose spese personali di Gavioli e della sua famiglia, nonché pagamento di mutui gravosissimi per personali investimenti immobiliari; con cessioni strumentali di attività in favore delle società, cc.dd. "good companies" che avrebbero proseguito l’attività delle società destinate invece allo svuotamento patrimoniale ed alla successiva dismissione; con elargizioni indebite di somme (per prestazioni mai effettuate, e con la copertura della falsificazione contabile) in favore dell’imprenditore napoletano Giovanni Altieri e del sindacalista Vittorio D’Albero; con esportazione illecita all’estero di capitali per investimenti personali di Gavioli;

b) documentale: con falsificazione reiterata della contabilità;

c) preferenziale: con pagamento, in particolare, di alcuni debiti verso la Banca del Veneziano, in frode agli altri creditori;

— di falso in bilancio e in altre comunicazioni sociali, soprattutto al fine di coprire i fondi occulti destinati alle corruzioni e le altre illecite sottrazioni di attività della società in devozione

- di ricorso abusiva al credito e di truffa aggravata in danno di istituti di credito sotto questo profilo é emerso un quadro di gravissime connivenze con esponenti del sistema di credito cooperativo Veneto. Allo stato, gli accertamenti hanno consentito di individuare le personali 'responsabilità di alcuni “quadri" diri§enziali e direttivi della Banca di credito cooperativo del Veneziano (quali gli indagati Arzenton, Zavagno e Furlan), residuando la necessita di ricostruire la complessiva rete di contributi causali alle accertate condotte delittuose. In ogni caso, emerge, allo stato delle acquisizioni, che Gavioli ha ottenuto dal 2007 al 2010 flussi finanziari continui (fino a una esposizione per 15 milioni di euro) dalla predetta Banca del Veneziano (istituto di credito cooperativo, e dunque funzionale al credito delle piccole e medie imprese e caratterizzato appunto da finalità mutualistiche), in assenza non solo di qualsiasi garanzia di solvibilità, ma soprattutto sulla base di false rappresentazioni di crediti verso terzi (non soltanto ottenendo anticipazioni bancarie sulla base di fatture per operazioni inesistenti, ma addirittura sulla base della presentazione di fatture magicamente "clonate", cioè portate più volte allo sconto senza alcun controllo). Sotto tale proiilo si segnala come un importante contributi conoscitivo sia venuto anche dagli esiti dei controlli ispettivi condotti nel 2010 da Bankltalia, i cui risultati sono stati opportunamente acquisiti; - di bancarotta da concordato preventivo e di mercato di voto: sotto tale profilo é emerso, in sintesi, che Gavioli e i suoi collaboratori, nel periodo di massimo allarme per la gravissima crisi di liquidità in atto, abbiano tentato di architettare una manovra per evitare la scoperta degli illeciti commessi (il che sarebbe accaduto con il fallimento), costruendo una proposta di concordato preventivo (presentata dapprima al Tribunale di Napoli e poi a quello di Venezia) avente ad oggetto un piano di liquidazione fondata su dati del tutto falsi (bilanci falsi, stime immobiliari false, asseverazioni di piano false, etc.): in relazione a tali profili sono indagati anche tre professionisti napoletani, nei riguardi dei quali non e stata ritenuta la sussistenza delle esigenze cautelari poste a fondamento della richiesta di questo Ufficio di adozione di misure interdittiva). Complessivamente, ne risulta la commissione di fatti di bancarotta da concordato preventivo ed altresì ulteriori condotte illecite (cd. mercato di voto) poste in essere per assicurare il voto favorevole della banca nell’adunanza dei creditori (dal che sarebbe dipeso in gran parte l’esito positivo del piano concordatario), attraverso illeciti accordi ed illecite operazioni negoziali (con le quali, tra 1’altro, il credito della banca é magicamente diminuito da 15 milioni a poco piii di l milione di euro);

— di associazione per delinquere: per la chiara inquadrabilità delle condotte su indicate in un contesto associativo, stabilmente organizzato in funzione della commissione di una serie indefinita di reati dei generi appena indicati. Risulta poi comprovato il coinvolgimento di Stefano Gavioli, Pina Totaro (strettissima collaboratrice di Gavioli e “quadro" direttivo di Enerambiente legato ad ambienti politici e sindacali napoletani), D’Albero Vittorio (dirigente di potente organizzazione sindacale di settore) e Vio Stefania (dipendente di Enerambiente, in particolare capo dell’ufficio finanziario del gruppo) nelle ‘ vicende e corruttive estorsive commesse da Giovanni Faggiano ai danni delle cooperative utilizzate per il servizio di raccolta, e a favore di non ancora identificati intranei alla P.A. (in particolare della partecipata del Comune di Napoli, Asia S.p.A.) finalizzate al mantenimento del contratto, pur a Home di ripetute violazioni contrattuali e manifesti inadempimenti, dannosi per l’efficienza del servizio e per le casse di ASIA. In tale contesto, si inquadra l’estorsione tentata ai danni di Asia s.p.a. e del comune di Napoli per la vendita del parco automezzi di Enerambiente durante le fasi critiche dell’emergenza rifiuti. E stato possibile accertare che, nel pieno della emergenza rifiuti dell’autunno 2010, Gavioli ' ed alcuni dei suoi collaboratori (fra i quali Totaro e Tonetto),hanno tentato di mettere nell’angolo l’amministrazione napoletana attraverso il grave ricatto di lasciare la città affogare nei rifiuti strumentalizzando la situazione emergenziale e la protesta dei lavoratore del settore (da essi stessa alimentata) per costringerla a cedere a infondate ed anche inusitate pretese economiche. In particolare, essendo stata Enerambiente chiamata da ASIA s.p.a. ad assicurare temporanea prosecuzione della raccolta in regime di proroga dell’appalto ormai scaduto ed in attesa dell’avvio dei cantieri corrispondenti ai lotti nei quali era ripartito il servizio secondo la nuova procedura d’appalto nuovi, Gavioli e i suoi collaboratori sfruttarono la situazione di grave ed impellente emergenza per costringere ASIA ad accettare di concludere una complessa trattativa finale, in condizioni di pratica soggezione di fronte alle proprie richieste economiche, utilizzando la concreta minaccia di pratica paralisi della raccolta dei rifiuti, essendo tale rischio volontariamente accresciuto non soltanto strumentalizzando ma anzi incentivando le proteste degli addetti alla raccolta (in quei giorni si captarono conversazioni raggelanti, come quella nella quale Gavioli imparti l’ordine di non impegnare altri lavoratori né imporre straordinari per affrontare la situazione emergenziale perché tanto, a suo dire, proprio a causa dell’emergenza, nessuno se ne sarebbe accorto, ricevendo pronta assicurazione di gia avvenuta attuazione di tali scelte, realizzate nell’ambito di una strategia fondata anche sulla strumentale volontà di acuire le tensioni e la conflittualità sindacale come arrna di pressione su Asia s.p,a. e sul Comime di Napoli). Le indagini sono state delegate dapprima alla D.i.g.o.s. e poi anche al N.P. . di Napoli della Guardia di Finanza. assicurandosi il coordinamento complessivo delle rispettive attività, anche nel rapporto con le altre A.G. interessate da indagini collegate (quali le procure di Catanzaro, soprattutto, ma anche di Venezia, l’Aquila, Brindisi, Nola), poiché comunque riferite alle attività illecite di Enerambiente s.p.a. e dei suoi amministratori, nonché con la Procura regionale presso la Corte dei Conti, con riguardo alla complessiva gestione dei servizi affidati (ancora in mancanza di .stabile regolamentazione contrattale) alla società in house del Comune di Napoli.

Le indagini si sono avvalse anche della preziosa collaborazione istituzionale dell’Unita informazioni Finanziarie e della Vigilanza della Banca d’Italia, Infine, va segnalato che le indagini hanno germinato "tiloni" investigativi affidati, previo stralcio, ad altre procure (Catanzaro, Brindisi, Nola, prossimamente ariche Roma) ed altri ancora oggetto di indagini ancora in corso.