La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 2 luglio 2010

TRIBUNALE E POLITICA - LA PROCURA IN UN CENTRO COMMERCIALE - L'AVVOCATO EMILIA BORGIA SMENTISCE IL SINDACO GIUDICIANNI

La reazione nervosa e volgare del Sindaco Giudicianni nei confronti della sola scrivente che, in qualità di Consigliere di un Gruppo indipendente, e, pertanto, di rappresentante politico votato dalla collettività sammaritana, riteneva pienamente condivisibile la proposta del Consigliere Mattucci circa l’opportunità di un Consiglio Comunale da convocarsi per discutere della dislocazione del Tribunale di S.Maria C.V., dimostra l’inidoneità del Primo Cittadino a rivestire tale ruolo, nonché l’acredine - a questo punto - spiccatamente personale che questi ha nei miei confronti. Il Sindaco, che evidentemente non sa distinguere il ruolo di opposizione politica da quello di nemici personali, mi attribuisce una attitudine alla calunnia e alla menzogna, e lo stesso affermava nell’ultimo Consiglio Comunale allorquando la scrivente gli chiedeva lumi sulla ST.U., di cui Giudicianni era Presidente. Non volendo, pertanto, dilungarmi su polemiche volte ad eludere il problema degli Uffici Giudiziari (pur chiarendo che eventuali paventate azioni giudiziarie nei miei confronti non escludono certamente che Giudicianni mi trovi già negli uffici della Procura), invio copia di atti significativi dai quali si evince inequivocabilmente che Giudicianni sottoscriveva, per la realizzazione del centro commerciale di via Olanda, relativo contratto di appalto datato 25/06/2006, con il quale veniva dato incarico all’arch. Domenico Tartarone.


 E la società nella persona del Presidente Giudicianni, a titolo di deposito, riscuoteva danaro da commercianti interessati all’acquisto. E’ evidente, dunque, che – contrariamente da quanto dichiarava nel Pubblico Consesso – ben conosce il professionista Tartarone e sa che sul sito che Egli individua come potenziale sito Giudiziario al Presidente del Tribunale ed al Procuratore Capo, vi è un precipuo obiettivo deliberato dal Consiglio Comunale, un preciso impegno dell’Ente nei confronti dei commercianti che versavano le suddette somme e (che sino a due giorni orsono) erano ancora depositate sul conto corrente, benché Giudicianni abbia affermato pubblicamente il contrario. E’ evidente, dunque, che una diversa destinazione dell’area potrebbe comportare innumerevoli contenziosi azionati nei confronti della S.T.U.,e dunque dell’Ente (che non è di esclusiva proprietà del Sindaco), con conseguente ulteriore danno per le casse comunali e, quindi, dell’intera collettività. In realtà, però, il problema degli Uffici Giudiziari rimane e deve essere necessariamente tema di dibattito e confronto con gli operatori del settore non solo giudiziario e forense, ma anche con le associazioni di categoria che vedrebbero fortemente compromesse anche le rispettive attività commerciali, artigianali e quant’altro. Il Tribunale deve rimanere a S.Maria C.V. e necessariamente nel centro storico (se non si vuole definitivamente affossare l’economia cittadina). Esso deve avere una adeguata, dignitosa, idonea ed efficiente ubicazione riguardo anche al settore civile, il cui carico è superiore a quello penale e la Caserma Mario Fiore certamente non può rispondere a queste esigenze, in quanto le aule di udienza sono delle medesime dimensioni di quelle attuali e nulla cambierebbe. Il Palazzo Melzi sarebbe una soluzione ottimale anche allorquando il Comune (che accende mutui per milioni di euro per riscattare, ad esempio, Palazzo Schiavone e l’Istituto Santa Teresa) dovesse, nella peggiore delle ipotesi, accendere un nuovo mutuo per riscattare i lavori effettuati a proprio carico dall’Università che ha un ruolo importante e contiguo a quello del Tribunale. Nessuno, Signor Sindaco, più del Consigliere Borgia, avvocato da tre generazioni, ha maggiormente a cuore le sorti del Tribunale sammaritano. Caro Sindaco, il Comune di S. Maria C.V. non si gestisce come il casello ferroviario meno importante della Aversa - Casoria!