L’analisi del dato elettorale è arte difficile, nella quale non tutti possono cimentarsi. Basta leggere solo un paio di resoconti pubblicati da quotidiani cartacei oppure online, per rendersi conto di quanto pressapochismo, se non addirittura malafede, ci sia.
Allora parliamo di numeri, prima di lanciarci in interpretazioni suggerite o scritte sotto dettatura.
Primo numero: il Movimento 5 Stelle a Santa Maria Capua Vetere ha preso un bel 20,67%, risultato degno di attenzione.
Secondo numero: il centrodestra è passato dal 60,84% del 2010 al 40,06% del 2015, perdendo esattamente un 20% (quello preso dai “grillini”).
Terzo numero: il centrosinistra ha confermato un dato del 36% circa rispetto al 2010 (con il Pd passato al 17,70 dal 15,18, con un incremento di più di due punti e mezzo percentuali).
Quarto numero: Forza Italia ha incassato il 20,28% rispetto al 40,11% del Pdl del 2010, dimezzando la percentuale.
Quinto numero: il più votato in città è stato il neo consigliere regionale Stefano Graziano del Pd (868 preferenze), seguito da Luigi Bosco (anche lui eletto, con 782 voti a Santa Maria Capua Vetere), entrambi nella coalizione di centrosinistra; al terzo posto si è piazzata Lucrezia Cicia (non eletta) con 591 preferenze, quasi trecento in meno di Graziano.
Tra gli azzurri hanno ben poco da esultare i vari Capitelli e Monaco, che si sono misurati dividendosi un pugno di voti. Nel Pd hanno messo sul piatto della bilancia i loro cinquecento voti i vari Leone, Valiante, Salzillo, Carlo Russo, Baia e compagnia bella, che oggi fanno sapere che non appoggeranno il sindaco Di Muro, trascurando di ricordare che la triade Leone-Valiante-Salzillo in realtà non l’ha mai votato né sostenuto. Interessante notare anche che tutta questa armata ha esattamente pareggiato il numero di preferenze che, da solo, ha incassato il consigliere comunale in carica Gaetano Di Monaco. Infine, il braccio di ferro interno a Fratelli d’Italia ha visto la netta prevalenza del gruppo legato al presidente del consiglio comunale Mattucci (che sosteneva Marco Cerreto, 354 voti) che ha surclassato, più che doppiandolo, l’avvocato De Lucia (centocinquanta voti appena per Gimmi Cangiano).
Nota a margine: già si dice che il risultato condannerebbe l’amministrazione comunale in carica. Ma non si capisce su quale base: i candidati sostenuti da esponenti della coalizione di governo cittadino hanno decisamente ottenuto risultato migliori degli avversari (i già citati Graziano, Bosco, Di Monaco, Cerreto rispetto ai vari Ventriglia, Cicia, Romano, Cangiano). Un’analisi reale del voto dice, con chiarezza, che l’amministrazione ne esce rafforzata, a dispetto delle previsioni, degli uccelli del malaugurio e dei seminatori di zizzania.