La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 12 maggio 2016

San Leucio, Sgambato prima firmataria dell'interrogazione ai Ministri Franceschini, Padoan e Renzi per la salvaguardia del sito e la sua permanenza nel patrimonio Unesco.



Su iniziativa di Cira Napoletano, già segretario cittadino del Pd e candidata al Consiglio comunale nelle fila dell'omonima lista, l'On. Camilla Sgambato ha presentato, quale prima firmataria unitamente ai deputati Carloni, Manfredi, Carocci, Manzi, Rostan e Capozzolo, un interrogazione a risposta in Commissione Cultura per sapere quali azioni intendono assumere i ministri Franceschini, Padoan e Renzi per tutelare la presenza di setifici a San Leucio e la sua permanenza nel sito Unesco di Caserta città. 

Qui di seguito il testo integrale della interrogazione: 
Interrogazione a risposta in Commissione:
   "Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. 

— Per sapere – premesso che: 

   San Leucio è una frazione del comune di Caserta la cui fama è legata dal secolo dei Lumi alla manifattura della seta e alla prima legge al mondo che normava l'uguaglianza tra donne e uomini (statuto o codice di San Leucio) e che per le sue peculiarità è parte integrante del sito Unesco della città di Caserta che comprende la Reggia, l'Acquedotto del Vanvitelli e San Leucio; 
   le origini dell'economia di San Leucio ruotano intorno alla fabbrica della seta, nata secondo criteri moderni per l'epoca, allocata in un'ala del piccolo palazzo reale abitato da Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina d'Asburgo, che utilizzava la materia prima generata dai bachi allevati nelle case del casertano e oltre; 
   all'interno di questa piccola città-fabbrica, si svolgevano tutte le fasi del processo produttivo che portavano alla realizzazione di gioielli artigianali e tessuti acquistati dalle case reali di tutto l'occidente. Si producevano stoffe preziose, dai broccati ai velluti, prevalentemente utilizzati per l'arredo. Si svilupparono anche dei prodotti locali, i gros de Naples e un tessuto per abbigliamento chiamato Leuceide. Le sete di San Leucio tutt'oggi arredano, solo per fare qualche esempio, non solo la Reggia di Caserta, ma stanze del Vaticano, del Quirinale, dello Studio Ovale della Casa Bianca e di seta di San Leucio sono le bandiere che sventolano a Buckingham Palace; 
   da qualche anno San Leucio vive un momento di grande difficoltà, a causa della chiusura di molti opifici e della delocalizzazione delle aziende, che rischia di impoverire il made in Italy di uno dei suoi piccoli grandi poli di eccellenza, portando con sé senz'altro importanti ricadute occupazionali, e mettendo a rischio la permanenza nel sito dell'Unesco –: 
   con quali iniziative intendano intervenire i Ministri interrogati affinché la Campania e l'intero Paese non perdano una fondamentale testimonianza della storia dell'artigianato italiano, una realtà culturale e sociale irripetibile, e come intendano tutelare la permanenza di San Leucio nel patrimonio dell'Unesco, posto che la prossima estinzione delle attività ne determinerà, automaticamente, l'uscita".

Sgambato, Carloni, Manfredi, Carocci, Manzi, Rostan e Capozzolo.

Caserta, 11.05.2016