Nelle prime ore di stamane, la Squadra Mobile di Caserta ed il Comissariato di P. S. di Marcianise, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, hanno dato esecuzione a due provvedimenti di fermo nei confronti di: RICCIARDI Salvatore, alias Fafammiello, nato a Marcinanise (CE) il 17.07.1983, pregiudicato per reati contro il patrimonio e la persona, e NACCA Antonio, nato a Caserta il 20.08.1980, incensurato. I due giovani, ritenuti le leve emergenti del clan della camorra “Piccolo” detti i “Quaqquarone” di Marcianise (CE), sono gravemente indiziati di porto e detenzione di armi comuni e da guerra; estorsione continuata ed aggravata dall’avere agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare l’organizzazione camorristica dei “Piccolo”.
L’operazione costituisce la naturale prosecuzione di una precedente indagine coordinata dalla D. D. A. di Napoli e condotta dalla Squadra Mobile di Caserta nei confronti dei “Quaqquaroni” che, nel novembre 2009, aveva portato alla emissione analoghi decreti di fermo nei confronti di altri tre esponenti della stessa organizzazione criminale: LETIZIA Andrea, nato a Marcianise (CE) il 07.07.1976, pregiudicato, ritenuto all’epoca il reggente del clan “Piccolo”; RUSSO Mario, nato a Formia il 26.10.1985, pregiudicato, e MAIETTA Michele, nato a Marcianise (CE) il 24.12.1983, pregiudicato, tutti indagati per estorsione continuata ed aggravata ex art. 7 L. 203/90. Le indagini allora condotte dalla Squadra Mobile avevano permesso di appurare uno spregiudicato attivismo dei tre affiliati ed una diffusa attività intimidatoria ed estorsiva nei confronti di imprenditori e commercianti del comprensorio di Marcianise, Caserta, San Nicola la Strada e comuni limitrofi, che segnalava una preoccupante ripresa delle iniziative criminali da parte del Clan Piccolo - storicamente alleato ai “Casalesi” - anche in diretta concorrenza con l’opposta organizzazione dei “Belforte-Mazzacane”, ormai fortemente indebolita dagli arresti e dalle pesanti condanne che negli ultimi anni hanno colpito numerosi esponenti della organizzazione, tra i quali i suoi capi storici.Gli arresti, evidentemente, non avevano interrotto le attività estorsive del clan, come confermato dal fermo di questa notte di RICCIARDI e NACCA, né l’azione di contrasto di Magistratura e Polizia di Stato. Il prosieguo delle indagini, infatti, ha dimostrato come RICCIARDI e NACCA, avevano “rimpiazzato” gli altri affiliati nelle attività intimidatorie ed estorsive sul territorio, rivelando, peraltro, una preoccupante spietatezza e spregiudicatezza.I due, infatti, in occasione di un raid estorsivo nei confronti di un imprenditore, al suo rifiuto di pagare “il pizzo”, non esitavano a minacciarlo con una pistola e ad esplodere un colpo ad altezza d’uomo a breve distanza dalla vittima, nonostante la presenza di clienti e congiunti del malcapitato.La pericolosità dei giovani è confermata dal sequestro, in un capannone nella disponibilità del RICCIARDI, di una mitraglietta UZI di fabbricazione israeliana completa di caricatore e munizionamento, perfettamente efficiente