Santa Maria Capua Vetere . Che la città abbia carenza strutturali per edifici scolastici comunali , questo lo abbiamo appreso già alla fine di novembre e si è concretizzata nel mese di dicembre , ma c'è un problema da risolvere . Fra dieci giorni e più precisamente il 16 febbraio 2010 scade il contratto fra la Regione Campania e più precisamente l’istituto Maiorana e il comune di Santa Maria Capua Vetere, per l’accesso alla struttura di circa 100 bambini della scuola elementare Principe di Piemonte che sono state sfrattati dall’edificio scolastico perché pericolante .
Ebbene sarebbe il caso, anche se ieri sera durante il consiglio comunale nessuno dei consiglieri presenti ha rammentato questa problema imminente, visto che la scuola avendo sede in Corso Garibaldi ha ancora dei problemi, di intervenire affinchè i bambini e soprattutto i genitori abbiano qualche spiacevole sorpresa il giorno della scadenza del contratto .
Quindi è importante che fin da ora il comune di Santa Maria Capua Vetere si prodighi affinchè risolva nel migliore dei modi possibili, il problema che attanaglia non solo l’amministrazione comunale , ma sopprattutto i genitori i quali per adesso non hanno avuto problemi, ma si sa il 16 febbraio è alle porte e quindi indispensabile conoscere il futuro scolastico della scuola d’obbligo .
Non desideriamo fornire risoluzione al caso , ma oggi cambiare scuola sembra in ogni caso controproducente anche perché cambiare significa ulteriori disagi alla popolazione e ai genitori i quali vengono sballottati da un edificio ad un altro per accompagnare i loro figli a scuola .
La cosa non né certamente da sottovalutare, perché se all’ indomani del trasferimento con banchi e sedie per bambini, i genitori sembra che abbiano trovato una giusta e temporanea collocazione fin quando i lavori di ristrutturazione possano concludersi .
Si sa anche, che lo stabile della scuola Principe di Piemonte, fabbricato storico, dovesse chiudere i battenti l’economia cittadina del centro storico basata anche su genitori che nell’ attesa provavano anche a fare shopping.