La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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domenica 17 marzo 2019

CASERTA - CANAPIFICIO DI CASERTA - ECCO LA VERA STORIA . SIAMO NOI GLI EMARGINATI DI QUESTA CITTA' !!!!



C’era una volta il canapificio quello dove centinaia e centinaia di ragazzi si recavano per svolgere l’attività sportiva. Già proprio così. Dopo il 1970, il canapificio di Caserta, non avendo più quella valenza di opificio industriale una volta chiuso si pensò di sfruttarlo in maniera diversa .
Erano gli anni in cui Caserta stava cercando di avere una visibilità cittadina che permettesse a tutta la provincia di avere anche quella credibilità sociale nei confronti dei giovani. Dopo il 1968, la grande opera provinciale il palazzetto dello sport di Viale Medaglie d’oro con il passar del tempo diventò del tutto satura per le discipline sportive, perchè era l’unico e vero impianto dove si potesse fare dello sport.
Qualche personaggi politico dell’epoca sfruttando anche l’amicizia di personaggi del Coni di Caserta, negli anni settanta inoltrati e più precisamente dal 1974 al 1979 fecero aprire le porte all’ex canapificio di Caserta,  spostando quello che c’era rimasto,   tracciando e  posizionando reti di pallavolo, canestri di basket , quadrato del pugiliato e tavolini di ping pong ed addirittura anche materiale di tiro con l’arco. In sostanza gli addetti ai lavori politici e sportivi di Caserta  si inventarono una palestra dove centinaia e centinaia di ragazzi potessero svolgere le discipline sportive nella città di Caserta, almeno non si facevano le brutte esperienze in strada . Qualcuno dirà, ma sarà vero quello che sta dicendo?
Certamente perché a differenza di tanti giornalisti che tentano di far sapere qualcosa, il sottoscritto è la prova vivente di quello che ho appena annunciato. Avevo poco più di 16, 17 anni e mi recavo al canapificio per allenamenti di basket giovanile dove addirittura un piccolo allenatore divenne grande a Caserta ed in Italia  per aver vinto il massimo campionato di basket italiano. Frequentato da circa 400 persone e forse più era il secondo “ palazzetto” di Caserta. Durò per diverso tempo fino agli anni ottanta inoltrati quando alla Regione Campania, non si sa per quale motivo, decisero quasi ordinando al comune di Caserta di chiudere la struttura perché era fatiscente ed inagibile . Si proprio così inagibile. Siamo stati lasciati da un giorno all’altro in mezzo ad una strada cercando di capire dove si andava a giocare a pallacanestro, a pallavolo, a tirare di box a giocare a ping pong a tirare con l’arco. Nessun uomo politico casertano disse qualche parole nei confronti di noi giovani, eppure a Caserta molti e in special modo negli anni novanta si sentivano già radical chic e decisero di chiudere la palestra dei giovani.  
 Poi dopo qualche anno visto che c’era l’esigenza degli immigrati la Regione Campania d’accordo anche con amministratori casertani, cosa fa??  Apre di nuovo la struttura del canapificio che era risultata già inagibile negli anni novanta e la danno ai centro sociale per darla agli immigrati.
 Con il passar del tempo, visto che era cambiato il sistema politico italiano e l’attuale governo insieme ai magistrati di Santa Maria Capua Vetere hanno scoperto come venivano spesi i soldi provenienti dal stato giustamente ci vuole vedere chiaro e scopre che la struttura era inagibile e non è stata dichiarata inagibile oggi, sottolineiamo era, dispone il sequestro del canapificio.
 Mi domando e dico: ai tempi di quando ero giovane non fu fatta nessuna manifestazione sportiva contro la Regione Campania e il Comune di Caserta perché adesso si è data la possibilità di fare una manifestazione che ha bloccato tutta Caserta su degli illeciti perpetrati contro il governo ??
 Non sono razzista, ma bisogna sapere la storia, come la so io.
 Ed adesso linciati pure !!!!!      

mercoledì 6 marzo 2019

FARMACISTI E COMUNE DI CASERTA - IL TAR CAMPANIA " CONGELA" LA NUOVA PIANTA ORGANICA DELLE FARMACIE IN TERRA DI LAVORO


Scandalo Farmacie a Caserta – Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha dato ragione ad un farmacista  casertano S.B. che si era opposto ad una delibera  comunale del Comune di Caserta contro l’attuazione della pianta organica delle farmacie del comune di Terra di Lavoro. I giudici partenopei della quinta sezione hanno “congelato” il provvedimento amministrativo sospendendolo e fissando la trattazione all’udienza del 3 dicembre 2019 con una ordinanza pubblicata ieri mattina.
In sostanza i giudici hanno accolto le tesi dell’avvocato Paolo Mancini che ha assistito il farmacista casertano, ha evidenziato come la revisione della pianta organica delle farmacie nel territorio di Caserta non può essere attuta secondo un vademecum amministrativo dell’amministrazione comunale di Caserta senza tener conto dei pareri, anche se consultivi, ma obbligatori, degli enti dotati ad esprimere tale indirizzo come l’Ordine dei Farmacisti  Provinciale e l’Azienda Sanitaria.
La vicenda trae origine da una delibera di Giunta Comunale del 28 dicembre 2018 n.256 che stabiliva la nuova mappa delle farmacie nel comune di Caserta nel 2019. La comunicazione, fu inviata preventivamente la sera del venerdì 27 dicembre 2018 ad uffici ormai chiusi per il ponte di fine d’anno poiché il 28 cadeva di sabato e il primo giorno utile per esaminare la comunicazione era il 31 dicembre 2018, ma visto che la giunta comunale aveva già emesso il provvedimento, il parere dell’Ordine dei Farmacisti e dell’Asl non aveva più valore e quindi la revisione della  pianta organica delle farmacie eseguita dagli amministratori del Comune di Caserta aveva quel valore di ubicare, senza tener conto della area  demografica, non una , ma due ed anche tre farmacie in un piccolo territorio. A valorare tale tesi in termini di procedura amministrativa è stato anche l’Ordine dei Farmacisti della provincia di Caserta rappresentato dall’avvocato Carmela de Franciscis che si è costituito nel procedimento davanti ai giudici del Tar Campania tra il farmacista casertano e il comune di Caserta.
L’ente della provincia di Caserta, addirittura ha anche presieduto una riunione con gli amministratori del comune di Caserta , ma i loro pareri sembra non sono stati presi in considerazione, anche in difformità dell’adunanza plenaria n. 5 del 2015 che prevedeva le competenze da adottare sulla delibera  comunale approvata.
 I giudici partenopei della quinta sezione del Tar Campania Santino Scudeller, Diana Caminiti e Gabriella Caprini  hanno ritenuto che gli organi preposti all’attuazione della nuova pianta organica delle farmacie  non possono essere esclusi , ma nello stesso tempo anche  i farmacisti che operano nel settore farmaceutico.