Il
Consiglio di Stato con sentenza del 15.05.2017 si e’ pronunciato sul ricorso
effettuato dalla Biel Company che richiedeva la legittimità di una serie di
SCIA presentate e che avrebbero ottenuto, se mai fossero state accolte, il risultato di realizzare uno “spezzatino
commerciale dell’area ex ITALTEL . Tutto ad esclusivo vantaggio del singolo
privato e a danno della collettività, privandola di un’area di circa 200.000
metri quadrati, che sebbene privata, nel vigente piano regolatore ha
destinazione industriale, e pertanto potenziale patrimonio dell’intera
cittadinanza.
L’Amministrazione Di Muro
aveva cercato in ogni modo di evitare la nascita dell’ennesimo centro
commerciale mascherato dalla richiesta di una miriade di scia da parte della
proprietà, tendenti a modificare e a
variare la destinazione d’uso dell’area:
con una furbata artificiosa” si cercava di farla passare da industriale a commerciale.
A suo tempo la Giunta Di Muro con la delibera di Giunta Comunale n. 193/2014,
di aggiornamento S.I.A.D. alla Legge Regionale n. 1/2014, aveva precisato
che, come analogamente previsto dall’art. 15 della L.R. 1/2014, l’insediamento
degli esercizi di vicinato è ammesso “in tutte le zone territoriali omogenee
comunali, ad eccezione di quelle per le quali lo strumento urbanistico generale
espressamente ne vieta la realizzazione” e, nel caso di specie, come
evidenziato nel provvedimento impugnato, secondo gli artt. 28 e 29 delle N.T.A.
le zone industriali D e D-PIP, all’interno delle quali è collocato l’immobile
in questione, “sono riservate esclusivamente ad edifici ed impianti di
carattere industriale ed artigianali ed attrezzature mercantili, magazzini
all’ingrosso, capannoni e simili””. Pertanto l’Amministrazione Di Muro
aveva visto giusto : non bastava una semplice SCIA per modificare gli assetti
urbanistici della città, sottoponendola ad impatti devastanti dal punto di
vista sociale e commerciale. L’apertura di nuovi centri commerciali avrebbe causato un
ulteriore decadimento del tessuto commerciale del centro storico con la morte
commerciale di chi ancora oggi resiste lottando contro ogni tipo di avversità.
Angelo Bonavolontà
Il
Consiglio di Stato con sentenza del 15.05.2017 si e’ pronunciato sul ricorso
effettuato dalla Biel Company che richiedeva la legittimità di una serie di
SCIA presentate e che avrebbero ottenuto, se mai fossero state accolte, il risultato di realizzare uno “spezzatino
commerciale dell’area ex ITALTEL . Tutto ad esclusivo vantaggio del singolo
privato e a danno della collettività, privandola di un’area di circa 200.000
metri quadrati, che sebbene privata, nel vigente piano regolatore ha
destinazione industriale, e pertanto potenziale patrimonio dell’intera
cittadinanza.
L’Amministrazione Di Muro
aveva cercato in ogni modo di evitare la nascita dell’ennesimo centro
commerciale mascherato dalla richiesta di una miriade di scia da parte della
proprietà, tendenti a modificare e a
variare la destinazione d’uso dell’area:
con una furbata artificiosa” si cercava di farla passare da industriale a commerciale.
A suo tempo la Giunta Di Muro con la delibera di Giunta Comunale n. 193/2014,
di aggiornamento S.I.A.D. alla Legge Regionale n. 1/2014, aveva precisato
che, come analogamente previsto dall’art. 15 della L.R. 1/2014, l’insediamento
degli esercizi di vicinato è ammesso “in tutte le zone territoriali omogenee
comunali, ad eccezione di quelle per le quali lo strumento urbanistico generale
espressamente ne vieta la realizzazione” e, nel caso di specie, come
evidenziato nel provvedimento impugnato, secondo gli artt. 28 e 29 delle N.T.A.
le zone industriali D e D-PIP, all’interno delle quali è collocato l’immobile
in questione, “sono riservate esclusivamente ad edifici ed impianti di
carattere industriale ed artigianali ed attrezzature mercantili, magazzini
all’ingrosso, capannoni e simili””. Pertanto l’Amministrazione Di Muro
aveva visto giusto : non bastava una semplice SCIA per modificare gli assetti
urbanistici della città, sottoponendola ad impatti devastanti dal punto di
vista sociale e commerciale. L’apertura di nuovi centri commerciali avrebbe causato un
ulteriore decadimento del tessuto commerciale del centro storico con la morte
commerciale di chi ancora oggi resiste lottando contro ogni tipo di avversità.
Angelo Bonavolontà