La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 30 novembre 2011

ARMI IN CASA DEI GIUDICI - PATTEGGIA IL GIUDICE DI PACE ANTONIO LEONE

 Ha rischiato 12 anni di  detenzione , ma i suoi colleghi del tribunale di Roma ne hanno commiato soltanto  4 con l’aggiunta di sei mesi . Si conclude così il primo grado per il giudice di pace Antonio Leone posto in stato di detenzione lo scorso 29 ottobre 2010, dopo  che  il giudice De Benedictis era stato già coinvolto nella inchiesta  del traffico d’armi.  Antonio Leone era stato indagato  nell'ambito delle indagini sul traffico di armi della procura sammaritana che ha portato al fermo  di Giuseppe De Benedictis, gip in servizio presso il tribunale di Bari, ai domiciliari con l'accusa di detenzione illegale di armi dopo una perquisizione nella sua abitazione a Molfetta nel corso della quale fu trovata  trovata una pistola detenuta illegalmente e proveniente da Caserta. Leone era stato  anche indagato dalla Procura di Roma nel 2009 perchè coinvolto nell'inchiesta "Crash ghost" sui falsi incidenti stradali liquidati come se fossero veri grazie alla complicità di medici, tecnici di radiologia, avvocati specializzati nelle pratiche di rimborso con le compagnie assicurative. E proprio dall'operazione "Crash ghost" erano partite le indagini sul traffico di armi che sono ancora in corso. La sentenza è stata letta in aula  venrdì scorso davanti al suo difensore il professor Camilo Irace , ma la notizia è stata in ogni caso resa pubblica,  in mattinata nei corridoi del palazzo di giustizia con  brusii  mentre si aspetava l’udienza del processo a carico di Michele Santonastaso , ma anche conferme che  venivano  proprio dagli avvocati che avevano avuto a che fare con il tribunale della città capitolina. Il processo riguarda anche le armi che sono state ritrovate in casa dell’ex moglie posta ingiustamente  in stato di detenzione. Ma per  Antonio leone pende  ancora l’inchiesta crash ghost sempre presso il tribunale di Roma.