Santa Maria Capua Vetere, retta da più di 15 anni dal centrosinistra, aveva anche il candidato alla presidenza della provincia cittadino sammaritano.
Le due cose messe insieme non lasciavano ben sperare per il raggruppamento di centro destra.
Ad urne aperte, la sorpresa è stata di quelle strepitose.
A sorprendere è stato il PDL di Berlusconi che ha sbancato tutto.
La percentuale ottenuta va oltre il quaranta per cento, dieci punti in più della media regionale ( attestata sul 31 per cento ), con un Partito Democratico fermo al palo del 15 per cento.
Per il centro sinistra, in quella che doveva essere la sua rocca forte per il sindaco Giudicianni e per l’avvocato Stellato, si è trattato di una vera e propria disfatta .
Con il PDL erano candidati, sempre alla regione, tutti cavalli di razza : Polverino , Romano, la Nugnes, Sagliocco e così via, ma il dato veramante interessante è un altro.
I purosangue hanno certamente prodotto un gran numero di voti, ma tantissimi elettori sammaritani ( circa 2000 sui 6391 voti in totale andati al partito di Berlusconi) hanno votato esclusivamente il simbolo del PDL senza esprimere alcuna preferenza.
Un’ analisi completa non può prescindere da un dato così significativo.
Perché tanti sammaritani hanno votato soltanto il simbolo senza lasciarsi sedurre dai candidati ?
La risposta è semplicissima : Si tratta di un voto con fortissima connotazione politica.
Gli elettori di Santa Maria Capua Vetere hanno bocciato il centrosinistra che governa la città ed hanno dato ampia fiducia alla linea politica del PDL , tracciata in città dal coordinatore avvocato Nicola Garofalo: opposizione intrasigente e propositiva, nessun compromesso con gli avversari, trasparenza ed autonomia nella scelta dei candidati alla provincia ed una priorità, cambiar pagina nella città più martoriata del regno.