La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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lunedì 30 marzo 2009

Spartacus 3 c'è la condanna della Nappa che fu stralciata per decorrenza termini

CASERTA – Non avete salvato L’Italia. Questa fu l’espressione di rabbia che dichiarò il 18 ottobre 2008 quando fu eseguita l’ordinanza di custodia cautelare per riportarla presso gli istituti di pena da dove era uscita. La moglie del boss Francesco Schiavone di Nicola , Giuseppina Nappa, 48 anni è stata condannata a 4 anni, alla fine del rito abbreviato. Accusa: ricettazione. Così il fatto è stato considerato dai magistrati della Direzione Distrettuale antimafia di Napoli. In sostanza la signora riceveva uno stipendio dal clan dei Casalesi di cui il marito era boss. A condannarla il gup Paola Valeria Scandone alla fine del rito abbreviato, seguito dai pm Giovanni Conzo e Francesco Curcio. La donna era stata arrestata con l’accusa di ricettazione lo scorso 30 settembre insieme a circa cento affiliati e fiancheggiatori dell'organizzazione camorristica dei Casalesi. L’operazione fu eseguita il 30 settembre 2008 nella maxi operazione coordinata dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia, del Servizio Centrale Anticrimine e del Servizio Centrale Territoriale, che aveva dato esecuzione a 107 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della DDA con 107 ordinanze, di cui 77 sono state notificate in varie carceri italiane ad altrettante persone ritenute capi o gregari del clan dei casalesi. L'operazione fu condotta da circa 500 agenti della squadra mobile di Caserta, Napoli, Benevento, Avellino, Salerno, Latina, Campobasso, Isernia, Frosinone e dei reparti prevenzione della Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Aosta, Lucania, Salento, Sicilia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Calabria.