Processo alle moglie dei latitanti diventa un giallo giudiziario . Ieri mattina presso l’aula bunker del plesso penitenziario si è proceduto per l’udienza davanti al collegio presieduto dal Dottor Picardi che vede imputati personalità eccellenti .Ebbene ieri mattina il giudice si è dovuto astenere perché è stato il firmatario di alcune intercettazione telefoniche ed ambientali quando era in servizio presso il tribunale di Npoli come giudice delle indagini preliminari . Gli atti del processo sono stati inviati al presidente del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, anche se è stata fissata l’udienza per il 14 dicembre 2009 . Il Presidente del tribunale dovrà, se lo riterrà opportuno, sostituire il giudice per il processo o rigettare la richiesta di astensione . La stessa è stata eseguita dopo che molti avocati difensori avevano eccepito che il presidente fosse giudicante da una parte , ma anche colui che aveva dato il via libera alle intercettazioni . Era il 27 maggio 2008 quando l’operazione si concluse con l'arresto di 53 persone e il sequestro di beni mobili e immobili e quote di varie società per circa 80 milioni di euro. L'operazione dei carabinieri del comando provinciale di Caserta contro la fazione del clan dei Casalesi capeggiata da Antonio Iovine, detto 'o ninno', tuttora uno dei più pericolosi latitanti della potente organizzazione camorristica casertana, e quella di Michele Zagaria, di Casapesenna, anche lui latitante si era conclusa con il fermo anche di altre persone . Un gruppo operante non solo nel Casertano ma anche nel basso Lazio e con interessi in altre regioni italiane e all'estero. In manette il fratello di Iovine, Giuseppe, vigile urbano a San Cipriano d'Aversa, e Pasquale Gianluca Pagano, fedelissimo del superlatitante.
In carcere anche tre donne. Enrichetta Avallone, di 38 anni, moglie del superlatitante Antonio Iovine, che è riuscita a sfuggire alla cattura; Rosa De Movellis, vedova di Carmine Iovine, fratello di Antonio, ucciso in un agguato anni fa e Elisa De Luca, 41 anni, con compiti marginali all'interno del clan. La Avallone, insieme alla De Novellis, è accusata di avere favorito la latitanza di Iovine e di avere anche riciclato proventi illeciti, anche con fittizie intestazioni di beni. In totale furono 65 le ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della DDA di Napoli, tra le accuse contestate anche quella di voto di scambio. Otto ordinanze sono state notificate a persone già in carcere per altri reati.