La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 14 dicembre 2010

SAN NICOLA LA STRADA - OMICIDIO DI MICHELE CANGIANO - LA TERZA ASSISE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE SENTENZIA - TRE ERGASTOLI E 92 ANNI DI RECLUSIONE MA CI SONO ANCHE DUE ASSOLTI

 Guerra di camorra e di omicidi a Marcianise e dintorni per il controllo dei comuni limitrofi. Dopo dieci anni c’è la sentenza di più grado , ma giunge dopo tre anni dagli arresti eseguiti per lo più il 19 giugno del 2007 . Tre ergastoli, ma anche 30 anni di reclusione al collaboratore  Michele Froncillo che adesso viene ritenuto non credibile sulla narrazione degli episodi omicidiari  del clan Belforte avvenuti negli anni di piombo. A sentenziare la massima pena per il collaboratore di giustizia  è stata la terza corte di assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta dal Dottor Giuseppe Provitera che insieme al giudice a latere Fernanda  D’Amore  ha sentenziato anche gli ergastoli a Bruno Buttone, Luigi Trombetta, ma anche a  Giuseppe Iovinella  perché colpevoli del fatto omicidiario . I collaboratori di giustizia Michele Musto  condannato a 18 anni di reclusione a cui sono stati concessi anche le attenuanti generiche , come per  Pasquale Capuozzo che è stato condannato a 24 anni di reclusione : Diversamente è stato per Gaetano Vatiero, la terza corte di assise lo ha condannato a 30 anni di reclusione  .Michele Cangiano, 34 anni, fu  ucciso nell'agosto del 2000 nel Casertano, a San Nicola la Strada. Un'esecuzione, è risultato dalle indagini, messa a segno dai componenti dello stesso clan, i Belforte, di cui faceva parte Cangiano. La sua colpa, hanno ricostruito gli inquirenti, era stata quella di volersi espandere, di voler avere un ruolo ancora più centrale nel settore del traffico di sostanze stupefacenti di cui si occupava. Sei le persone arrestate dalla Squadra Mobile di Caserta, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sulla base anche delle rivelazioni di collaboratori di giustizia. Le indagini hanno anche confermato una fitta trama di rapporti tra il gruppo Belforte e clan camorristici operanti nel Napoletano. Ad uccidere il giovane esponente del clan camorristico dei 'Mazzacane', guidato dai fratelli Domenico e Salvatore Belforte, sono stati due killer napoletani affiliati al clan Cardarelli-Vatiero del Rione Case su invito dei vertici della stessa organizzazione di Cangiano. Sei  furono le ordinanze di custodia cautelare in carcere con l'accusa di concorso in omicidio aggravato e detenzione e porto illegale di armi e munizioni sono state notificate dalla polizia a Bruno Buttone, 35 anni, Michele Froncillo, 32 anni, Luigi Trombetta, 51 anni, tutti di Marcianise. Manette anche per Giuseppe Iovinella, di 41 anni e Gaetano Vatiero, 44 anni, entrambi di Napoli e per Michele Musto, di 43 anni, di San Marcellino.