Questa mattina ufficiali del Corpo Forestale dello Stato e
del Nucleo Agroalimentare e Forestale (NAF) di Roma hanno dato esecuzione
all'ordinanza cautelare (arresti domiciliari) emessa dal GIP di Santa Maria
Capua Vetere, dott. Enea, su richiesta di questa Procura, nei confronti delle
quattro persone (due allevatori di capi bufalini e due veterinari compiici dei
primi) indicate nel separato elenco, in relazione ai reati di: associazione per
delinquere (art. 416 c.p.);
ricettazione di tarmaci (kid diagnostici e vaccino denominato
RB 51 ovvero "Bovishof, quest'ultimo proveniente da Paesi extra-UE e, in
particolare, dalla Corea del Sud): art. 648 c.p.;
illegale somministrazione alle bufale del suddetto vaccino
contenente il batterio vivo della brucella, con conseguente anche se indiretta
adulterazione di sostanze alimentari, quali il latte e i suoi derivati (art.
440 c.p.);
diffusione di malattia degli animali (art. 500 c.p.);
violazione di sigilli (art. 349 co. 2 c.p.).
I due allevatori di bufale oggi arrestati sono anche
produttori della mozzarella di bufala campana DOP, per preparare la quale essi
adoperavano il latte di bufala prodotto nell'allevamento, benché contaminato.
Dei due veterinari, padre e figlio, uno è veterinario dell'A.S.L. di Caserta, l'altro
veterinario dell'azienda.
L'indagine, iniziata circa due anni e mezzo fa, è stata
svolta dal Nucleo Agroalimentare e Forestale (NAF) di Roma e dal Comando
Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Caserta, coordinati dalla
Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Essa ha portato alla luce
l'esistenza di un sodalizio criminale formato da allevatori, produttori caseari
e veterinari, che aveva messo in piedi un sistema illecito fraudolento,
finalizzato a nascondere, per mere ragioni di guadagno, i casi di brucellosi
presenti all'interno degli allevamenti d'interesse del sodalizio stesso.
La normativa tesa all'eradicazione della brucellosi negli
allevamenti di bufale in Europa, in Italia e, in particolare, in Campania, è
molto severa: essa prevede - nell'ambito del programma europeo di eradicazione
della brucellosi e proprio al fine di eliminare il rischio di infezione - addirittura
l'abbattimento dei capi che siano risultati affetti da brucellosi nel corso dei
controlli dell'ASL (c.d. profilassi di Stato}, nonché il declassamelo e la
perdita della qualifica sanitaria di allevamento indenne o ufficialmente
indenne, che permette la libera vendita dei prodotti lattierocaseari, e persino
l'esportazione fuori dai confini nazionali, nonché la perdita della
denominazione "DOP"'.E' per questo motivo - cioè per evitare tali
effetti, ma anche per evitare l'ulteriore danno costituito dall'aborto, indotto
nelle bufale gravide dalla malattia, con conseguente mancata lattazione degli
animali - che gli indagati cercavano di "anticipare" la profilassi di
Stato e, quindi:
- eseguivano personalmente o con l'ausilio dei veterinari
compiici, all'interno degli allevamenti, gli esami di laboratorio per la
diagnosi della brucellosi, con kit per la diagnosi della brucellosi (la cui
vendita e importazione sono vietati); in particolare, essi utilizzavano dei kit
diagnostici provenienti dagli Stai Uniti d'America;
- facevano sparire dall'allevamento i capi malati (o
vendendoli, o trasferendoli in altri allevamenti o abbattendoli) in modo da
evitare o ridurre il contagio della malattia agli altri bufali, e soprattutto
il declassamento del loro allevamento;
- somministravano rilevanti quantitativi di medicinali del
tipo vaccino RB51, denominato "Bovishof proveniente da Paesi extra-UE,
quali la Corea del Sud, in modo preventivo, per evitare l'aborto, e quindi la
scomparsa della lattazione. Essi, per massimizzare i guadagni, effettuavano
tali "vaccinazioni illegali" (illegali perché le vaccinazioni sono
ammesse nelle nostre zone solo su bufali tra i sei e i nove mesi di età e solo
se effettuate da veterinari dell'ASL, nell'ambito della profilassi di Stato},
in epoca successiva al parto e precedente all'ulteriore fecondazione (che
avveniva subito dopo, al fine di massimizzare i profìtti);
- l'inoculazione del vaccino, conscguentemente, finiva per
coincidere proprio con la fase della lattazione (vietata in quanto, in tal
modo, il batterio vivo della brucella contenuto nel vaccino passa nel latte),
con conseguente rischio per la salute umana, derivante dalla contaminazione del
latte dal vaccino RB51 (pericoloso per la salute umana quanto la stessa
brucellosi).
Così facendo il gruppo aggirava il sistema legale della
profilassi di Stato, in dispregio delle norme sul punto e soprattutto in
dispregio della salute umana e, in particolare, sia della salute del consumatore,
sia di quella degli addetti alle varie lavorazioni del prodotto, oltre a
provocare la grave adulterazione del prodotto mozzarella campana DOP.
I due allevatori e i due veterinari sono accusati, perciò, di
aver somministrato, in concorso tra loro, ai capi bufalini adulti (oltre cioè i
nove mesi di età) sostanze vietate, quali appunto il vaccino RB51, così
provocando non solo la diffusione della malattia della brucellosi (brucella
selvaggia), che veniva in parte "nascosta", ma anche del batterio
vivo RB 51 (brucella da vaccino}, entrambi pericolosi per il patrimonio
zootecnico nazionale, nonché per la salute umana. Ciò è stato confermato sia i
consulenti tecnici nominati da questo Ufficio, sia esperti dell'Istituto zooprofilattico
di Teramo, centro di eccellenza nazionale, che ha eseguito gli esami sul sangue
prelevato dalle bufale).
Le analisi effettuate dall'Istituto di Teramo hanno
evidenziato, infatti, sia che i capi di bestiame sequestrati erano stati
sottoposti alla somministrazione di dosi massicce di vaccino in età pubere, sia
che ciò era avvenuto molto verosimilmente anche per occultare, durante i
controlli sanitari, la presenza della malattia infettiva della brucellosi
(brucella selvaggia}. Infatti, nel corso delle investigazioni, si è scoperto
che l'infezione da brucellosi, in presenza del vaccino suddetto, potrebbe non
essere rilevata con il metodo tradizionale di analisi utilizzato nella
profilassi di Stato (metodo SAR "Siero Agglutinazione Rapida"} in
Italia e all'estero, bensì ricorrendo al metodo di c.d. seconda analisi (metodo
FdC "Fissazione del Complemento"}.Nel corso di questa indagine,
l'Istituto di Teramo ha utilizzato questo secondo tipo di esame, circostanza
che ha consentito, appunto, di fare emergere la. presenza di capi affetti da
brucellosi o comunque contaminati dal batterio vivo della brucella RB5 1, prima
non evidenziati con la semplice SAR. L'operazione effettuata è servita a
svelare - e quindi si spera a stroncare - la criminale pratica che gli
allevatori, con la compiacenza, o addirittura il suggerimento di alcuni
veterinari, mettono in atto per mantenere elevato il numero delle bufale
gravide, al fine di garantirsi la produzione del prezioso latte.
Sono stati infatti i due veterinari oggi arrestati ad ideare
il piano, a suggerirlo ai due allevatori nonché ad altri nei cui confronti si
procede a piede libero, e, comunque, a metterlo in pratica.
I titolari dell'allevamento, per massimizzare i guadagni, non
solo nascondevano la malattia infettiva delle bufale - eludendo i controlli
messi in atto dalle autorità sanitarie territoriali e nazionali a partire
dall'anno 2000 - ma, dopo aver sfruttato fino allo stremo gli animali per ricavarne
quanto più latte possibile, procedevano infine al loro abbattimento, allo scopo
di percepire i contributi previsti dall'Unione Europea (previsti in caso di
abbattimento). Durante le investigazioni - che si sono avvalse di
intercettazioni telefoniche, perquisizioni, escussione di persone informate sui
fatti, analisi di campioni ematici prelevati dalle bufale, esiti di una
consulenza tecnica affidata ad alcuni esperti, tra i massimi specialisti, a
livello europeo, in materia di brucellosi - si è proceduto al sequestro di
oltre 2.000 bufale, provenienti da vari allevamenti, al blocco della libera
vendita del latte prodotto nei suddetti allevamenti e alla distruzione del
latte infetto.
Fondamentale è stato tuttavia il prezioso ausilio
specialistico dell'Istituto Zooprofilattico di Teramo, centro di eccellenza e
referenza nazionale di rilievo europeo per la prevenzione della brucellosi, che
ha sottoposto le bufale sequestrate a uno speciale protocollo operativo.
II Ministero della Salute, con il quale questo Ufficio si è
rapportato nel corso delle indagini, a seguito di questa inchiesta ha
modificato il protocollo operativo per l'eradicazione della brucellosi. La
complessa e lunga operazione, ancora in fase di ultimazione, intende riportare
gli allevamenti posti sotto osservazione, attraverso l'applicazione dello
specifico protocollo, a un regime di integrità sanitaria, sicuro per gli
operatori e per i compratori.
ELENCO
SOGGETTI ARRESTATI
Paolo
MARRANDINO, nato a Castel Volturno (CE) il 17/04/1960;
Pasquale
MARRANDINO, nato a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 27/06/1985;
Andrea
RUSSO, nato a Francolìse (CE) il 03/07/1957;
Carmino
RUSSO, nato a Capua (CE) il 25/02/1984.