La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 10 dicembre 2010

FALSE FATTURAZIONI - ASSOLTI DUE IMPRENDITORI

Aversa

Due imprenditori accusati di false fatturazioni assolti dal Giudice Monocratico di MArcianise. La decisione ha riguardato un imprenditore edile Salvatore Guida ed un imprenditore del settore dei carburanti, Fabio di Nuzzo, titolare della società Comboil. L’indagine è scattata a seguito di una verifica incrociata da parte della guarda di finanza su alcune fatture per un valore di circa 2 milioni di Euro. A seguito degli accertamenti vi fu la denuncia alla Procura della Repubblica di S. Maria C.V. perché le operazioni indicate in fattura venivano indicate come inesistenti. Vi fu anche il sequestro di alcuni documenti, tra cui le stesse fatture. Oggetto delle fatturazioni erano operazioni inesistenti, stando a quanto riferito dalla guardia di finanza, in quanto le attività di ristrutturazione da svolgersi da parte della impresa edile in favore della Comboil non sarebbero mai avvenute. Dunque lo scopo era quello di fornire fatture alle scopo di evadere l’Iva.La difesa degli imputati, rappresentata dagli avvocati Luigi Ricciardelli ed Enzo Guida, ha invece dimostrato nel corso del processo che vi era una carenza investigativa. Infatti erano mancati accertamenti specifici sull’attività dell’impresa edile, allo scopo di verificare se effettivamente erano stati effettuati. Al tempo stesso le fatture, dopo essere state emesse, erano state annullate con delle note di credito che valevano ad annullare i documenti. In tal modo anche dal punto di vista contabile non vi era alcuna traccia delle operazioni eseguite. Il giudice ha accolto la tesi dei difensori ed ha assolto i due imprenditori.