Ora basta con le prese in giro
E’
arrivato il momento di dover ammettere che avevano ragione tutti coloro che
accusavano questa coalizione di non avere alcun collante, quello che doveva
essere un patto per la buona amministrazione della città per consentirne la
rinascita, era solo una convinzione di queste associazioni.
All’indomani
della vittoria elettorale, avevamo già dovuto constatare che gli impegni e le
parole spese sull’allocazione degli Uffici del Tribunale in campagna
elettorale, non contavano molto per alcuni e ciò, insieme alla caparbietà di
conservare l’assetto dirigenziale di fiducia del precedente sindaco, ci aveva
costretti a tenere un atteggiamento critico sulle scelte di questa maggioranza.
La non
approvazione del progetto dei 430 appartamenti nella zona dell’ex tabacchificio
e l’allontanamento dell’allora dirigente dell’Ufficio Tecnico, che perorava
quell’ iniziativa insieme ad altre devastazioni del nostro assetto
territoriale, ci spinse alla speranza che il progetto che avevamo costruito
potesse trovare attuazione. Pie illusioni!
Questa
maggioranza amministrativa si è rivelata essere solo il reggicoda degli
affaristi e di quei bravi imprenditori che avevano lavorato sulla stessa scia
delle precedenti amministrazioni. Tutto ciò che non si è riusciti a portare a
termine prima, sta per concretizzarsi oggi. Alla pari delle precedenti consiliature
si sta tradendo il mandato elettorale, ma noi delle associazioni non abbiamo
alcuna intenzione di lasciarlo passare in sordina.
L’avvio di
una fantomatica procedura concorsuale per favorire l’innesto nella dirigenza
dell’Ufficio Tecnico di un personalità dalle alte qualità (provvedimento,questo,
contrario alle nostre linee programmatiche) ci lascia perplessi e ci fa
paventare una cementificazione imminente di tutto il territorio, con
depauperamento delle aree industriali, cose queste che restano le sole speranze
per una rinascita industriale.
Il
mancato avvio da oltre tre anni dell’auspicata riorganizzazione degli uffici
comunali è rimasto lettera morta, nonostante che da parte di queste
associazioni siano stati spesi fiumi di parole per garantire il migliore
utilizzo per personale impiegatizio, che, a nostro avviso, sotto ogni aspetto è
certamente valido. Al momento assistiamo al fenomeno che una pletora di dipendenti
comunali mal guidati, sono nella totale incapacità di garantire la sola
ordinaria manutenzione ed i servizi minimi ed essenziali. Anche ciò ci costringe
a prendere le distanze da questa Amministrazione e da questo Sindaco, che sembra
aver dimenticato di essere il candidato dei sammaritani e non quello dei
partiti, dei professionisti della poltrona e dei buoni imprenditori.
Ma veniamo all’argomento principe degli ultimi
giorni: la modifica del SIAD, annunciata ai Consiglieri Comunali come un atto
dovuto, mentre tale non è. O almeno non è un atto “dovuto per legge”, ma esso, forse
ingenuamente, viene proposto per favorire chi vuole sfruttare e cementificare
le poche aree industriali rimaste; cosa che è il più grave ed irreversibile danno
per questa nostra città e principalmente per tutti i disoccupati, che notte e
giorno sognano nuovi insediamenti produttivi per il rilancio del lavoro. A noi,
che abbiamo una visione della vita un po’ più spartana ed essenziale appare
molto facile intuire che cementificare per alloggi e per insediamenti
commerciali, trascurando gli insediamenti industriali, non ha alcun senso
logico. Sarebbe come vedere tutti i nostri concittadini già sufficientemente
ricchi e disponibili all’acquisto di case, di beni di consumo e di cose
voluttuarie. Ma con quali soldi se non c’è lavoro ? Forse si spera l’invasione
di metropolitani che vengano a trovare spazio nelle nostre terre per sfuggire
al pericolo del Vesuvio. Ma ci pensate cosa può essere il nostro territorio,
chiuso da ogni parte, senza spazi liberi e con una densità demografica
pazzesca. Cerchiamo di lasciare qualcosa ai nostri figli !
In
questi giorni i consiglieri eletti nelle nostre liste sono stati sottoposti a
pressioni di vario genere, comprese intimidazioni legate alla prospettazione di
assurde responsabilità nelle quali sarebbero potuti incorrere, se si fossero
opposti all’adozione di una delibera di Giunta che avrebbe consentito lo
stravolgimento e l’eliminazione delle aree industriali. Fallito il tentativo di
gratuito indottrinamento, sono stati messi al corrente che “con o senza” il
loro accordo la delibera sarebbe stata portata ai voti per l’adozione. Quindi è
chiaro che a loro sta, adesso, decidere se essere conseguenti con gli impegni
presi con noi e con i cittadini o adeguarsi, come già altri hanno fatto in
passato, alla prassi del tradimento elettorale.
Probabilmente
la convinzione che il collante di questa Amministrazione consista solo nelle poltrone è molto forte, ma dovranno
rendersi conto che non tutti sono disposti a compromettere la propria dignità.
Per
alcuni le proprie idee e gli impegni presi hanno ancora valore.
Le speculazioni
edilizie non si fermeranno di certo all’ex tabacchificio. I cementificatori
continueranno i loro affari con il Mulino Parisi, con l’ex Italtel, Politeama, per
non parlare dei vari terreni acquistati dai costruttori in aree agricole (che
si ritroverebbero ad essere cementificate), della lottizzazione del rione
Sant’Andrea e di tutte quelle aree dismesse che costituiscono un patrimonio di
notevole interesse, poiché già servite dalle principali opere di urbanizzazione
e sono spesso collocate in prossimità di tratte importanti della rete stradale,
che ne possono determinare una buona accessibilità. Si tratta soprattutto di
aree periferiche, situate sui confini comunali e comunque appartenenti a quella
periferia così bisognosa di interventi di riqualificazione, di servizi e non
ultimo di aree verdi.
Ma ci
sia consentito di parlare un po’ del ex Mulino Parisi, che già è al centro di
un disastro urbanistico già ampiamente paventato. Tutti vedono che capolavoro
ha fatto il comune di Curti, insediando nello spazio a confine con Capua Antica
un rinomato centro commerciale e strutture abitative in avanzato stato di
realizzazione. La famosa APPIA, strada orgoglio della romanità, tra poco
all’altezza della città di Spartaco, diventerà un imbuto dove sarà possibile
passare solo con gli elicotteri, tanto sarà il traffico che inciderà in quel
rondò, una volta che saranno realizzate strutture abitative anche nell’ex
mulino. Per carità fermatevi ! Non dimentichiamo chi siamo stati nell’antichità
!
S. Maria
non può e non deve diventare un agglomerato di case, palazzi e centri
commerciali, edificati su un territorio come quello cittadino, che è già
fortemente danneggiato dalla chiusura delle due grandi fabbriche che
garantivano migliaia di posti di lavoro, con il grave risultato di penalizzare anche
i piccoli esercenti e commercianti, in notevoli difficoltà, in un settore dove
la competizione e la vicinanza di grossi centri commerciali condannano
fortemente l'economia locale.
Per ogni
posto di lavoro creato nei centri commerciali, se ne perdono sei nel piccolo
commercio. Basta questo dato per capire la gravità della situazione dei
lavoratori del commercio.
Bisogna
smetterla di favorire gli imprenditori edili agli imprenditori industriali. La
città non ha bisogno di palazzi, di capannoni vuoti a perdere o da destinare ad
uffici. S. Maria Capua Vetere non ha bisogno di ipermercati e centri
commerciali che, oltre a non reinvestire i loro capitali in loco, non producono
assolutamente nuovi sbocchi occupazionali.
Problematiche
queste ben conosciute soprattutto dai rappresentanti delle associazioni di
categoria che nulla hanno fatto per contrastare le speculazioni sull’inflazione
dei centri commerciali e che oggi nulla potranno fare se non tentare di
resistere e porre quantomeno un argine alle aperture straordinarie delle grandi
attività commerciali.
NOI non
staremo di certo in silenzio ad assistere e utilizzeremo tutte le strade
possibili per bloccare lo scempio finale della nostra città e sostenere con
ogni forza e con ogni utile iniziativa la possibilità di creare posti di lavoro
veri e duraturi.
Cari
concittadini reagite prima che sia troppo tardi e prima che questa nostra Capua
Antica possa diventare una città di 100.000 abitanti, dove esisteranno centri
commerciali, abitazioni di ogni tipo con una popolazione eterogenea e
metropolitana, senza avere scuole e servizi adeguati e che avrà perso anche il
suo più bel gioiello di famiglia: Il tribunale.
Per Le Associazione
Nicola Cantone