Terremoto in abruzzo , adesso si ricordano che le scuole in provincia di Caserta sono inagibili .
Partono i controlli dopo che la terra ha tremato nella provincia di l’Aquila e dopo che per molti mesi alcuni provveditorati della nazione, come d'altronde quello di Caserta, non ha ritenuto fino ad ieri di ritenere di eseguire dei controlli . Un vecchio detto napoletano di Santa Chiara recita che lo traduciamo in italiana “ Dopo rubato si metteno le porte di ferro”. Che cosa hanno fatto per anni i sindaci dei centri della provincia di Caserta che si riempivano la bocca sulle esecuzioni delle operare pubbliche tra cui anche le scuole ? Perché la provincia di Caserta e per esso il provveditorato agli studi ha temporaneamente chiuso alcuni plessi scolastici nella provincia di Caserta gettando nello sconforto famiglie che non sanno a cui lasciare i loro figli perché al lavoro. “Nel merito va osservato che la vicenda risultante dagli atti in causa costituisce oggettivamente, una emblematica negazione della sana amministrazione”. Così la corte dei conti a sezione uniche di Napoli, scriveva nella motivazione della sentenza del 29 gennaio 2009 a carico di alcuni amministratori di Santa Maria Capua Vetere di Santa Maria Capua Vetere tutti assolti, ma che per discolparsi due di loro e più precisamente sindaco e vice sindaco diedero la colpa grave ad un dirigente del comune che si è dovuto difendere a sua volta davanti ai giudici partenopei . Una brutta storia che conferma come le amministrazioni della provincia di Caserta di fronte ad un fatto nazionale come quello del terremoto in abbruzzo, se ne escono sempre incolpaldo gli altri . Uno scarica barile che viene pagato soltanto da persone indifese e più precisamente dal cittadino finale ed dagli studenti che per legge non possono essere difesi se non dai loro genitori . Quest’ultimi increduli assistono al baratro più completo della macchina amministrativa che per anni e per incapacità politica di tutti gli amministratori comunali, provinaciali e regionali si siedono sulle poltrone per controllare il sistema affaristico e camorristico di ditte che a loro volta “ sistemano “ cittadini di dubbia preparazione all’interno dei cantieri e società di comodo.
Partono i controlli dopo che la terra ha tremato nella provincia di l’Aquila e dopo che per molti mesi alcuni provveditorati della nazione, come d'altronde quello di Caserta, non ha ritenuto fino ad ieri di ritenere di eseguire dei controlli . Un vecchio detto napoletano di Santa Chiara recita che lo traduciamo in italiana “ Dopo rubato si metteno le porte di ferro”. Che cosa hanno fatto per anni i sindaci dei centri della provincia di Caserta che si riempivano la bocca sulle esecuzioni delle operare pubbliche tra cui anche le scuole ? Perché la provincia di Caserta e per esso il provveditorato agli studi ha temporaneamente chiuso alcuni plessi scolastici nella provincia di Caserta gettando nello sconforto famiglie che non sanno a cui lasciare i loro figli perché al lavoro. “Nel merito va osservato che la vicenda risultante dagli atti in causa costituisce oggettivamente, una emblematica negazione della sana amministrazione”. Così la corte dei conti a sezione uniche di Napoli, scriveva nella motivazione della sentenza del 29 gennaio 2009 a carico di alcuni amministratori di Santa Maria Capua Vetere di Santa Maria Capua Vetere tutti assolti, ma che per discolparsi due di loro e più precisamente sindaco e vice sindaco diedero la colpa grave ad un dirigente del comune che si è dovuto difendere a sua volta davanti ai giudici partenopei . Una brutta storia che conferma come le amministrazioni della provincia di Caserta di fronte ad un fatto nazionale come quello del terremoto in abbruzzo, se ne escono sempre incolpaldo gli altri . Uno scarica barile che viene pagato soltanto da persone indifese e più precisamente dal cittadino finale ed dagli studenti che per legge non possono essere difesi se non dai loro genitori . Quest’ultimi increduli assistono al baratro più completo della macchina amministrativa che per anni e per incapacità politica di tutti gli amministratori comunali, provinaciali e regionali si siedono sulle poltrone per controllare il sistema affaristico e camorristico di ditte che a loro volta “ sistemano “ cittadini di dubbia preparazione all’interno dei cantieri e società di comodo.