Ecco come ho sconfitto la lobby mediatica che voleva usarmi perchè non ho nessun santo in paradiso e svolgo l’attività giornalmente senza che nessuno possa minacciare .
Se devo essere sincero, per la seconda volta mi devo enfatizzare per ciò che è accaduto.
Le improprie lanciate dal programma di Rai 3 di Fabio Fazio , hanno innescato un senso di rabbia nei giornalistici che hanno collaborato con i giornali della provincia di Caserta.
La cosa però è stata fatta conoscere anche a colleghi a livello nazionale, che mai fino ad oggi si erano occupati della grande truffa mediatica che si stava consumando nell’intera provincia di Caserta, visto che si doveva trovare un posticino allo scrittore come una candidatura alle prossime elezioni europee guarda caso proprio nel neo partito del presidente Silvio Berlusconi ,tentando di scacciare due onorevoli che avevano avuto rapporti con la camorra .
Premesso che quando svolgevo l’attività di giornalista pubblicista contrattualizzato seguivo attentamente le vicende giudiziarie dei processi a carico di boss della camorra dal 2003 e fino al 2007 inoltrato . Lo facevo con un interesse basato soprattutto sulla presenza all’interno delle aule di udienza perché la testimonianza raccolta nelle aule era fatto acquisito. Bene ! Quel 15 settembre 2005 alla sentenza di primo grado del processo Spartacus 1 era presente in aula così come sono stato presente anche in altri processi . Da quel giorno ho seguito ancor di più ciò che accadeva dopo la sentenza immedesimandomi nell’attività di indagine giornalista che si è conclusa con il rilascio della motivazione della sentenza di primo grado. Ma come seguivo i processi di camorra così seguivo altri processi ed ero molto attento ai processi di malasanità. Un bel giorno ed eravamo nel 2005 ne non sbaglio inizio primavera sono riuscito ad ottenere , sempre attraverso una mia indagine giornalistica , che oserei dire alla Siani, documentazione scottante su un giro di ricette false di alcuni medici che avevano frodato fisco ed erario. Un indagine complessa, che con il passar del tempo si stava sempre di più concretizzando in una grossa e pesante inchiesta giudiziaria da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere , ma che non prese la strada giusta perché vi erano troppi personaggi legati a “stemmi politici” di sinistra e di destra. Questa indagine si arenò per molto tempo perché vi fu anche una richiesta di proroga da parte del pubblico ministero. Pubblicai la notizia sul corriere di Caserta , quando all’epoca la direzione del giornale la ricopriva Gianluigi Guarino. Passai la pubblicazione ad Iolanda Chiuchiolo oggi giornalista professionista, ed addirittura di concerto con altri capi redattori pensarono di aprire il giornale Il Giorno dopo feci anche un ritorno sull’indagine specificando come si era giunti a tale inchiesta giudiziaria. Mi ricordo che in quel periodo fui contatto da uno studio medico , perché i professionisti che materiale avevo in mano . Con scaltrezza e professionalità spiegai che per loro era molto semplice, perché bastava un programma di codice fiscale , che il ministero delle finanze all’epoca dei fatti doveva custodire per se , da cui si evince il codice alfa numerico e apponendolo sul bollettario. Il gioco era fatto perché sulla ricetta si poteva scrivere di tutto . Ciò consentiva di gonfiare le ricette che venivano poi presentate all’Asl competente , in questo caso l’Asl CE1. In questa indagine figurava anche il padre di Roberto Saviano che però ancora non era tanto famoso . Dopo i due articoli mi fermai anche perché l’indagine era soltanto agli inizi . Essendo il contratto di collaborazione scaduto al marzo 2005 e non rinnovato, lasciai il corriere , ma fui contattato dalla Gazzetta di Caserta di Pasquale Clemente, con cui sono nato giornalisticamente, essendo già direttore del corriere di Caserta dal 1997 anno in cui ho iniziato a collaboratore che mi offrì di lavorare per loro. Fra giornate osannate come il salvatore della patria e tra litigate quando non riuscivo a prendere la notizia , continuavo la mia attività di giornalista pubblicista tanto da far rabbrividire quasi tutti quando facevo qualche scoop. Il mio lavoro per la verità lo apprezzavano un po’ tutti ,, tanto è che per salvaguardare anche i magistrati che operavano nel processo spartacus 1 e 2 ed in altri processi di camorra decisi di chiedere con una missiva indirizzata allora presidente del tribunale di santa Maria Capua Vetere Carlo Alemi , specificando che in precedenza già i media avevano dato risalto a tutta l’operazione. Fui autorizzato ne giugno del 2006 pagando i diritti ma della motivazione non desideravo fare un libro perché ritenevo che dovevano farlo gli altri, non omettendo però “il lavoro svolto dai giornalisti provinciali che nell’ombra aveva fatto conoscere la realtà della provincia di Caserta”. Questa massima però fu , riconosciuta da Roberto Saviano soltanto quando venne messa la sentenza di secondo grado, battuta da un agenzia, ma fu rimagiata subito dopo . Sia ben chiaro non desideravo essere citato ma era d’obbligo riconoscere ciò che avevano fatto i miei colleghi compreso me . A questo punto seppì che il Saviano stava girando per le redazioni per racimolare articoli anche perché fino al 15 settembre 2005 non si era mai visto in aula. Dopo due giorni dal rilascio della motivazione era il 19 giugno 2006 seppì che l’indagine sul caso di malasanità si era concluso con la notifica dell’avviso di conclusioni di indagini preliminari a tutti gli indagati . In quel periodo era troppo impegnato con la pubblicazione della motivazione sentenza di Spartacus e di altri processi e non avevo ancora capito a cosa mirava Roberto Saviano . Ma quando comunicò dell’uscita del libro Gomorra sul processo Spartacus , lì iniziai a capire che ero stato usato dalla lobby mediatica che desiderava mettermi da parte e prendersi tutti i meriti. Il 24 novembre 2006, dopo tanti schiaffi in faccia dal punto di vista giornalistico , pubblico la notizia del padre di Saviano sotto inchiesta peraltro non smentita lo stesso giorno attraverso un dispaccio ansa di cui ne ho copia.
Se devo essere sincero, per la seconda volta mi devo enfatizzare per ciò che è accaduto.
Le improprie lanciate dal programma di Rai 3 di Fabio Fazio , hanno innescato un senso di rabbia nei giornalistici che hanno collaborato con i giornali della provincia di Caserta.
La cosa però è stata fatta conoscere anche a colleghi a livello nazionale, che mai fino ad oggi si erano occupati della grande truffa mediatica che si stava consumando nell’intera provincia di Caserta, visto che si doveva trovare un posticino allo scrittore come una candidatura alle prossime elezioni europee guarda caso proprio nel neo partito del presidente Silvio Berlusconi ,tentando di scacciare due onorevoli che avevano avuto rapporti con la camorra .
Premesso che quando svolgevo l’attività di giornalista pubblicista contrattualizzato seguivo attentamente le vicende giudiziarie dei processi a carico di boss della camorra dal 2003 e fino al 2007 inoltrato . Lo facevo con un interesse basato soprattutto sulla presenza all’interno delle aule di udienza perché la testimonianza raccolta nelle aule era fatto acquisito. Bene ! Quel 15 settembre 2005 alla sentenza di primo grado del processo Spartacus 1 era presente in aula così come sono stato presente anche in altri processi . Da quel giorno ho seguito ancor di più ciò che accadeva dopo la sentenza immedesimandomi nell’attività di indagine giornalista che si è conclusa con il rilascio della motivazione della sentenza di primo grado. Ma come seguivo i processi di camorra così seguivo altri processi ed ero molto attento ai processi di malasanità. Un bel giorno ed eravamo nel 2005 ne non sbaglio inizio primavera sono riuscito ad ottenere , sempre attraverso una mia indagine giornalistica , che oserei dire alla Siani, documentazione scottante su un giro di ricette false di alcuni medici che avevano frodato fisco ed erario. Un indagine complessa, che con il passar del tempo si stava sempre di più concretizzando in una grossa e pesante inchiesta giudiziaria da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere , ma che non prese la strada giusta perché vi erano troppi personaggi legati a “stemmi politici” di sinistra e di destra. Questa indagine si arenò per molto tempo perché vi fu anche una richiesta di proroga da parte del pubblico ministero. Pubblicai la notizia sul corriere di Caserta , quando all’epoca la direzione del giornale la ricopriva Gianluigi Guarino. Passai la pubblicazione ad Iolanda Chiuchiolo oggi giornalista professionista, ed addirittura di concerto con altri capi redattori pensarono di aprire il giornale Il Giorno dopo feci anche un ritorno sull’indagine specificando come si era giunti a tale inchiesta giudiziaria. Mi ricordo che in quel periodo fui contatto da uno studio medico , perché i professionisti che materiale avevo in mano . Con scaltrezza e professionalità spiegai che per loro era molto semplice, perché bastava un programma di codice fiscale , che il ministero delle finanze all’epoca dei fatti doveva custodire per se , da cui si evince il codice alfa numerico e apponendolo sul bollettario. Il gioco era fatto perché sulla ricetta si poteva scrivere di tutto . Ciò consentiva di gonfiare le ricette che venivano poi presentate all’Asl competente , in questo caso l’Asl CE1. In questa indagine figurava anche il padre di Roberto Saviano che però ancora non era tanto famoso . Dopo i due articoli mi fermai anche perché l’indagine era soltanto agli inizi . Essendo il contratto di collaborazione scaduto al marzo 2005 e non rinnovato, lasciai il corriere , ma fui contattato dalla Gazzetta di Caserta di Pasquale Clemente, con cui sono nato giornalisticamente, essendo già direttore del corriere di Caserta dal 1997 anno in cui ho iniziato a collaboratore che mi offrì di lavorare per loro. Fra giornate osannate come il salvatore della patria e tra litigate quando non riuscivo a prendere la notizia , continuavo la mia attività di giornalista pubblicista tanto da far rabbrividire quasi tutti quando facevo qualche scoop. Il mio lavoro per la verità lo apprezzavano un po’ tutti ,, tanto è che per salvaguardare anche i magistrati che operavano nel processo spartacus 1 e 2 ed in altri processi di camorra decisi di chiedere con una missiva indirizzata allora presidente del tribunale di santa Maria Capua Vetere Carlo Alemi , specificando che in precedenza già i media avevano dato risalto a tutta l’operazione. Fui autorizzato ne giugno del 2006 pagando i diritti ma della motivazione non desideravo fare un libro perché ritenevo che dovevano farlo gli altri, non omettendo però “il lavoro svolto dai giornalisti provinciali che nell’ombra aveva fatto conoscere la realtà della provincia di Caserta”. Questa massima però fu , riconosciuta da Roberto Saviano soltanto quando venne messa la sentenza di secondo grado, battuta da un agenzia, ma fu rimagiata subito dopo . Sia ben chiaro non desideravo essere citato ma era d’obbligo riconoscere ciò che avevano fatto i miei colleghi compreso me . A questo punto seppì che il Saviano stava girando per le redazioni per racimolare articoli anche perché fino al 15 settembre 2005 non si era mai visto in aula. Dopo due giorni dal rilascio della motivazione era il 19 giugno 2006 seppì che l’indagine sul caso di malasanità si era concluso con la notifica dell’avviso di conclusioni di indagini preliminari a tutti gli indagati . In quel periodo era troppo impegnato con la pubblicazione della motivazione sentenza di Spartacus e di altri processi e non avevo ancora capito a cosa mirava Roberto Saviano . Ma quando comunicò dell’uscita del libro Gomorra sul processo Spartacus , lì iniziai a capire che ero stato usato dalla lobby mediatica che desiderava mettermi da parte e prendersi tutti i meriti. Il 24 novembre 2006, dopo tanti schiaffi in faccia dal punto di vista giornalistico , pubblico la notizia del padre di Saviano sotto inchiesta peraltro non smentita lo stesso giorno attraverso un dispaccio ansa di cui ne ho copia.