GIUNTA E CONSIGLIO OSTACOLANO QUALSIASI FORMA DI PARTECIPAZIONE POPOLARE.
In data 13/06/08 alcune associazioni di cittadini presentarono, a norma dell’art. 34 dello Statuto comunale, nr. 3 proposte di delibere popolari (per ciascuna delle quali raccolsero circa 800 firme di cittadini) dal titolo: Trasparenza atti amministrativi; Raccolta differenziata e accertamenti sanitari/ ambientali. Esse furono prese in esame , nella seduta del 25/07/08 ,dal Consiglio Comunale di S.Maria C.V.-CE- il quale , con delibera nr. 36/2008 , delegò la Giunta a ripresentarle, per l’approvazione, opportunamente modificate e corrette , entro il tempo massimo di gg. 90.
Dopo vari solleciti del citato impegno assunto dalla Giunta, inviati al Sindaco e al Presidente del Consiglio Com. (06/10/2008) e al Prefetto (23/10/08), le Associazioni promotrici , in data 23/12/2008, avanzarono, senza esito, una proposta di referendum previsto dall’art. 33 dello Statuto della città sulle questioni trattate dalle delibere, chiedendo che , in assenza di un apposito regolamento attuativo, il Consiglio Comunale, competente in materia, deliberasse in ordine alle modalità di raccolta delle firme.
Stanche, allora, dell’inerzia illegittima di Consiglio, Giunta e Prefettura , che configura un ostacolo all’esercizio dei diritti civili dei cittadini, le Associazioni (AbiTanti attivi, Borgo Sant’Andrea, Rinascita cittadina, S.O.S. Risveglio sammaritano, Medici per l’Ambiente di S.Maria C.V.) ritengono possano ricorrere, nella fattispecie, gli estremi per l’applicazione del silenzio/assenso e, in mancanza di qualsiasi pronunciamento del Consiglio Comunale sulle varie istanze avanzate nel termine di 60 gg. a decorrere dal 17/04/2009
RACCOGLIERANNO
le 1.000 firme dei residenti richieste per il Referendum consultivo avvalendosi , per estensione, di quanto previsto per la presentazione delle delibere di iniziativa popolare con le stesse modalità , cioè, (senza ulteriori aggravi) con cui hanno provveduto a presentare la loro proposta originaria disattesa dagli Organi competenti a decidere e da quelli preposti ad effettuare il controllo su questi ultimi.
In data 13/06/08 alcune associazioni di cittadini presentarono, a norma dell’art. 34 dello Statuto comunale, nr. 3 proposte di delibere popolari (per ciascuna delle quali raccolsero circa 800 firme di cittadini) dal titolo: Trasparenza atti amministrativi; Raccolta differenziata e accertamenti sanitari/ ambientali. Esse furono prese in esame , nella seduta del 25/07/08 ,dal Consiglio Comunale di S.Maria C.V.-CE- il quale , con delibera nr. 36/2008 , delegò la Giunta a ripresentarle, per l’approvazione, opportunamente modificate e corrette , entro il tempo massimo di gg. 90.
Dopo vari solleciti del citato impegno assunto dalla Giunta, inviati al Sindaco e al Presidente del Consiglio Com. (06/10/2008) e al Prefetto (23/10/08), le Associazioni promotrici , in data 23/12/2008, avanzarono, senza esito, una proposta di referendum previsto dall’art. 33 dello Statuto della città sulle questioni trattate dalle delibere, chiedendo che , in assenza di un apposito regolamento attuativo, il Consiglio Comunale, competente in materia, deliberasse in ordine alle modalità di raccolta delle firme.
Stanche, allora, dell’inerzia illegittima di Consiglio, Giunta e Prefettura , che configura un ostacolo all’esercizio dei diritti civili dei cittadini, le Associazioni (AbiTanti attivi, Borgo Sant’Andrea, Rinascita cittadina, S.O.S. Risveglio sammaritano, Medici per l’Ambiente di S.Maria C.V.) ritengono possano ricorrere, nella fattispecie, gli estremi per l’applicazione del silenzio/assenso e, in mancanza di qualsiasi pronunciamento del Consiglio Comunale sulle varie istanze avanzate nel termine di 60 gg. a decorrere dal 17/04/2009
RACCOGLIERANNO
le 1.000 firme dei residenti richieste per il Referendum consultivo avvalendosi , per estensione, di quanto previsto per la presentazione delle delibere di iniziativa popolare con le stesse modalità , cioè, (senza ulteriori aggravi) con cui hanno provveduto a presentare la loro proposta originaria disattesa dagli Organi competenti a decidere e da quelli preposti ad effettuare il controllo su questi ultimi.