Caserta. Scandalo Agape adesso rischiano i comuni della provincia di Caserta. Nessuno poteva mai immaginare che una associazione onlus e più precisamente Agape che ha rapporti con mezza provincia e regione potesse incombere in un problema di tipo amministrativo giuridico relativo alla legge antimafia . Ebbene si, perché secondo alcuni funzionari della prefettura di caserta non ha i requisiti necessari per svolgere l’attività di gestione dei beni sottratti ai mafiosi e camorristi. Agape ha stipulato contratti per più di tre milioni di euro con i comuni di Mondragone , Succivo, Sessa Aurunca , Teano, ma anche Santa Maria Capua Vetere dove addirittura è riuscita a gestire lavori per ben un milioni e cinquecentomila euro . La società per la verità è legata ai progetti della legge 328 relativamente ai servizi sociali dove è stessa la regione che sprona i couni a cerre di approvarli visto che stanzia fior di milioni . Adesso però si scopre che non può più avere rapporti con gli enti locali perché attraverso una indagine della prefettura di Caserta si è scoperto che per i comuni di Mondragone e Succivo la società si sarebbe fatta affiancare da altre personaggi poco chiari che addirittura avrebbero fatto stoppare il rapporto con i comuni . In sostanza si scopre che Agape non aveva i requisiti necessari per gestire i beni confiscati alla camorra perché all’interno di essa ci sarebbero soggetti che non possono avere rapporti con gli enti istituzionali . Ma c’è di più . Agape nel 2008 per far fronte alla sua attività imprenditoriale addirittura avrebbe stipulato un contratto di leasing e factoring con il Monte dei Paschi di Siena di un milione di euro. A questo poi si aggiunge che anche l’amministrazione della provincia di Caserta ha avuto rapporti con Agape stipulando contratti mega milionari nel corso dell’anno 2008 . Ingomma la doccia fredda su Agape potrebbe avere delle serie ripercussioni sono solo a livello politico , ma soprattutto a livello giudiziario poichè la società non potrebbe , almeno per adesso , il tempo necessario per far decidere il tribunale amministrativo regionale di Napoli. Il ricorso è stato già presentato dal rappresentante della Onlus Generoso Paolella che dalla sera alla mattina si è visto negare il permesso relativo al certificato antimafia proprio in virtù del fatto che vi sono state avanzate perplessità sulla gestione operata nei comuni di Succivo e Mondragone. Una constatazione strana poiché gli ebti istituzioanlei erano stati bene accorta affinché potesse concedere la possibilità di operare nei centri considerati ad alto rischio . ma che fine farà la villa di Francesco Schiavone di Nicola , considerata un vero bunker gestita dall’agape ? E? una domanda che per ora è congelata poiché è difficile che in tempi brevi si possa venire ad una soluzione.
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DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013
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ROMA 22 APRILE 2013
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