La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 28 luglio 2010

TRENTA GIORNI FA MORIVA PIETRO TARICONE DOPO CHE SI ERA LANCIATO CON IL PARACADUTE

 La notte fra il 28 e 29 giugno 'o guerriero ha perso la sua battaglia più importante, quella della vita . Precipitò  nella tarda mattinata del 28 giugno  dopo un lancio con il paracadute a Terni. Pietro Taricone, aveva 35 anni, morì  nel cuore della notte nell'ospedale della città umbra dove i medici avevano cercato di salvargli la vita con una lunghissima operazione durata oltre nove ore il giorno dopo . Tante  gravi lesioni interne riportate. Alla testa, all'addome e agli arti inferiori, accompagnate da emorragie definite "importanti" dai medici. Dopo molte ore   l'equipe di chirurgia generale e vascolare hanno lavorato in sala operatoria supportati da molti altri specialisti. L'intervento, cominciò il 28 giugno  pomeriggio alle 15, ma  si era protratto ben oltre la mezzanotte.ma alle 2:30 a causa di improvvise complicazioni è deceduto  senza che avesse mai ripreso conoscenza dopo l'incidente. In sostanza era clinicamante morto già qunado è giunto in ospedale Eppure quello del 28 giugno a Terni doveva essere per Taricone un lancio con il paracadute come tanti altri ne aveva già fatti in passato, ma per la star della prima edizione del 'Grande Fratello' qualcosa è andato storto. Cosa sia successo esattamente lo dovrà stabilire l'indagine svolta dalla polizia. Dalle testimonianze già raccolte dagli investigatori è emerso che il paracadute di Taricone si é aperto regolarmente dopo un lancio da 1.500-2.000 metri di altezza. Poi, però, un colpo di vento o una manovra errata nelle ultime fasi del volo lo hanno fatto finire a terra a una velocità ben superiore a quella prevista. Proprio l'ipotesi di un errore nelle operazioni di frenata è quella maggiormente presa in considerazione dagli investigatori della questura di Terni. Taricone, paracadutista definito "esperto" da chi lo conosce, aveva alle spalle centinaia di lanci, potrebbe averla ritardata eccessivamente, finendo a terra con violenza praticamente davanti agli occhi della compagna, l'attrice Kasia Smuntiak, che si era lanciata dopo di lui. E sembra che con la coppia si trovasse a Terni anche la loro figlia di sei anni, Sophie. 'O guerriero' era  da tempo un habitué dell'aviosuperficie umbra che frequentava da circa un anno e mezzo e dove si era più volte lanciato con la scuola di paracadutismo 'Gordio'. Al presidente della società che gestisce l'area, Sergio Sbarzella, aveva confidato nei mesi scorsi che per lui il paracadutismo non era "solo uno sport, ma un'attività che forma l'equilibrio psico-fisico della persona".Ieri Taricone aveva raggiunto Terni per partecipare a un corso sulla sicurezza in volo di livello intermedio. Due ore di teoria poi un primo salto senza problemi. Quindi di nuovo in quota con un aereo Cesna caravan turbo elica insieme ad altri sette compagni tra i quali la moglie, che a sua volta, nei mesi scorsi, aveva avuto un incidente, sempre con il paracadute, uscendo però indenne. Taricone ha saltato per primo e - ha spiegato uno degli appartenenti alla scuola Gordio - a circa mille e 200 metri si é regolarmente aperto il paracadute ad ala. A un centinaio di metri da terra l'attore doveva cominciare le operazioni per rallentare la velocità in vista dall'atterraggio che invece - ha riferito ancora chi ha assistito a quanto successo - sono state messe in atto solo a 20 metri dal suolo. Perché sia successo lo chiarirà l'inchiesta in corso. Taricone è comunque finito a terra con violenza.