La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 7 luglio 2010

LA SOCIETÀ IN CRISI CONCORDA IL DOVUTO ED EVITA IL FALLIMENTO

Fallimento o concordato preventivo. Di fronte a questa scelta una nota società campana operante nel settore della produzione della pasta non ha avuto dubbi. Ha chiesto e ottenuto di spalmare il debito verso l’erario, salvaguardando la produzione ed evitando di dichiarare fallimento. Un esempio di come la collaborazione tra fisco e imprese possa portare a soluzioni soddisfacenti considerando i vari interessi in gioco.



La società in questione, a seguito di varie procedure di accertamento - ad opera dell’Ufficio di Casoria - e di riscossione di somme iscritte a ruolo – ad opera di Equitalia - ha chiesto all’Agenzia delle Entrate di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo con proposta di transazione fiscale, spalmando i debiti nei confronti dell’erario su più anni ed evitando così di dichiarare bancarotta.



La procedura del concordato, approvata dalla Direzione Regionale delle Entrate su proposta dell’Ufficio di Casoria, ha permesso allo Stato di recuperare buona parte delle somme che, in caso di fallimento, sarebbe stato difficile ottenere e, alla società, di evitare il fallimento, continuare nell’attività produttiva e difendere i livelli occupazionali, accedendo anche alla cassa integrazione guadagni (Cig).



Entro il 2013, quindi, la società dovrà pagare circa 1,4 milioni di euro in base alla transazione fiscale stabilita dal piano concordatario messo a punto dal curatore fallimentare in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, che ha suddiviso il debito in varie classi: erario, Inps Inail e creditori chirografari. In caso di bancarotta, infatti, la liquidazione dei debiti avrebbe richiesto tempi più lunghi e una minore tempestività e remuneratività, in quanto il credito erariale complessivo sarebbe stato difficilmente recuperabile. Inoltre si è tenuto conto anche degli interessi coinvolti nella gestione della crisi quali, ad esempio, la difesa dell’occupazione, la continuità dell’attività produttiva, i debiti complessivi dell’impresa.



“La transazione fiscale – afferma il Direttore Regionale delle Entrate, Enrico Sangermano - è uno strumento efficace, seppur da utilizzare con molta cautela e solo in casi di crisi economica di settori specifici, poiché permette allo Stato di incassare il dovuto senza passare per le procedure fallimentari, incerte e molto lunghe. Questo caso conferma che la collaborazione e il dialogo tra fisco e imprese in difficoltà premia sempre e tutela anche gli aspetti sociali a cui l’Agenzia presta la dovuta attenzione”.