Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere ed a misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Caserta e Napoli nei confronti di soggetti affiliati al clan “dei casalesi” – gruppo Ucciero, operante su Villa Literno (CE), ritenuti responsabili dei reati di associazione mafiosa, porto e detenzione illegale di armi ed estorsione.

Il risultato dell’indagine è stato di particolare rilevanza, per un insieme di elementi, tutti di estrema attualità, che gli investigatori sono riusciti a far emergere e cristallizzare. La prima novità consiste proprio nell’identificazione del gruppo camorristico, completamente nuovo, quantunque capeggiato da una “vecchia conoscenza” di Magistratura e Forze di polizia, il citato Ucciero Massimo.
L’attività investigativa ha quindi permesso di ricostruire l’organigramma e le dinamiche del sodalizio criminale, promosso, organizzato, diretto ed avviato, alcuni mesi dopo l’arresto del boss latitante SETOLA Giuseppe, capo dell’ala stragista del clan “dei casalesi” – fazione Bidognetti, dai detenuti Massimo Ucciero, alias “Capaspaccata”, dal fratello Vincenzo Ucciero, alias “cul e’ papera”, da Sergio Ferraro, alias “Spenk”, e da Gaetano Ziello, classe 1980, alias “u Ziell”. A capo del sodalizio si pone quindi Massimo Ucciero, il quale, stanco dei lunghi anni di faida con l’avverso gruppo bidognettiano e duramente colpito nel 2004 dalla morte per omicidio del fratello Domenico, riesce a stringere un’alleanza, nel carcere di Melfi (PZ), con Giuseppe Dell’Aversano, alias “Peppe o’ diavolo”. L’Ucciero si allea inoltre con Ziello Gaetano, classe 1980, paradossalmente coinvolto in diversi omicidi in danno di soggetti del vecchio gruppo Tavoletta-Ucciero ed in passato fedelissimo di Bidognetti.

Ed ancora, altra novità è la trasmissione agli affiliati liberi, da parte dei capi detenuti, degli ordini e degli elenchi dei soggetti da sottoporre ad estorsione, attraverso “pizzini” veicolati, nel corso dei colloqui in carcere, mediante familiari di detenuti considerati gregari nell’ambito del clan e quindi sottoposti a controlli meno pressanti da parte delle Forze dell’ordine. I latori dei messaggi riuscivano quindi a far pervenire all’esterno delle strutture carcerarie una vera e propria lista di nominativi di operatori economici dell’area liternese, con l’indicazione, per ognuno, della cifra da estorcere nei periodi di Natale, Pasqua e Ferragosto.
Rilevante anche l’efferatezza degli ordini impartiti che prevedevano, tra l’altro, di intimidire, con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco all’esterno delle abitazioni, gli operatori economici che avessero rifiutato di pagare il rateo estorsivo.

Nel corso delle indagini sono state recuperate e sottoposte a sequestro anche numerose armi e munizioni, in particolare due fucili da caccia, un fucile a canne mozze e munizionamento di vario genere, tra cui proiettili per Kalaschnikov con i relativi caricatori.
Gli arrestati non già detenuti sono stati associati presso la Casa Circondariale di S.Maria C.V. (CE).