La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 8 aprile 2009

Biagio Passarelli non è più latitante . Il tribunale del riesame annulla l'ordinanza.

Maddaloni Da oggi non è più latitante. La dodicesima sezione penale del tribunale del riesame di Napoli annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Biagio Passarelli coinvolto nell’operazione del 17 marzo scorso quando furono posto in stato di detenzione 28 persone quasi tutte affiulaite al clan Farina. Hanno accolto la tesi della difesa rappresentata dagli avvocato Giuseppe e Nicola Garofalo. Da oggi sulla libertà personale di Biagio passatelli non grava più nessuna ordinanza. Furono i carabinieri del comando provinciale di Caserta ad eseguire l’operazione su imput della direzione distrettuale antimafia di Napoli . Un clan retto da un triumvirato: Antonio Farina, Vincenzo Micillo e Antonio Martino. Un'indagine nata a seguito dell'omicidio del boss, Angelo Amoroso, massacrato dai ribelli del suo stesso clan, attivo a Maddaloni, nel casertano, il 24 maggio 2006. "Era un despota Amoroso -spiega un carabiniere- pagava male i suoi affiliati anzi, voleva tenere quasi tutti i guadagni delle estorsioni per se stesso".Il boss fu ucciso con una scarica di proiettili. La vecchia cosca era legata al clan Belforte, attivo a Marcianise, fortemente contrapposto alla banda dei Casalesi, egemoni in quasi tutto il casertano. Dopo l'omicidio Amoroso, il triumvirato decise di passare sotto l'egida del clan Schiavone con i quali dividevano il frutto delle loro estorsioni, al 50% ma solo per quanto riguardava le aziende di Casal di Principe che operavano nel territorio maddalonese. Prima le regole erano diverse: tutte le attivita' illecite amoroso le divideva fifty fifty con la cosca di Belforte una tempo legati alla ex Nco cutoliana in contrapposizione proprio con i casalesi. I carabinieri hanno accertato in un anno di indagini circa 120 episodi di estorsione, nei confronti di altrettanti tra imprenditori e commercianti. Dal comando provinciale dei carabinieri di Caserta, dal nucleo operativo e dal reparto operativo evidenziano anche il ruolo tenuto dalle donne, le mogli dei boss, ruolo ritenuto fondamentale nell'economia del clan: tre di loro all'alba di oggi sono finite in carcere. Tra gli arrestati vi e' anche Franco Passarelli figlio di un industriale, Dante, al quale carabinieri e polizia negli anni scorsi avevano sequestrato una raffineria di zucchero. Dante Passarelli misteriosamente qualche anno fa si e' suicidato. Complessivamente all'alba di oggi i militari hanno arresto 28 persone, con l'accusa di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni.