La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 21 gennaio 2011

OPERAZIONE ROVINA - TRAFFICO INTERNAZIONALE DI OPERE D’ARTE SCOPERTO DAI CARABINIERI DI ROMA E DI NAPOLI CINQUE ARRESTI PROVENIVANO DALL'AGRO AVERSANO

Traffico internazionale di opere d’arte scoperto dai carabinieri di roma e di Napoli . Il 20 gennaio 2011, i Carabinieri del Reparto Operativo Tutela del Patrimonio Culturale di Roma e del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, in collaborazione con personale del Comando Provinciale di Napoli e del Comando Provinciale di Caserta, hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il GLP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha applicato misure cautelari personali (arresti domiciliari, divieti di dimora e obblighi di presentazione alla pg.) nei confronti di dodici persone (su un numero complessivo di 51 indagati). Sono state eseguite inoltre 37 perquisizioni. L’indagine (denominata RO.VI.NA.) che ha portato all’esecuzione delle misure cautelari e a rilevanti sequestri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, riguarda un’associazione per delinquere - operante prevalentemente nel casertano - finalizzata alla ricerca, attraverso scavi clandestini, , quindi, all’impossessamento (nonché alla - ricettazione) di reperti archeologici. I soggetti ritenuti appartenenti alla predetta associazione provengono dal casertano (soprattutto da Casal di Principe), ma anche dal napoletano (Acerra e Bacoli). Essi hanno operato, negli ultimi anni, un saccheggio sistematico delle aree archeologiche del nord- est della Campania. ~

L’ANTEFATTO

Le investigazioni sono iniziate nel 2009, allorché i Carabinieri del Reparto Operativo Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Roma - nel corso del preliminare lavoro di analisi dei dati che normalmente affluiscono da tutta Italia presso quel Reparto — notavano che alcune zone archeologiche, insistenti nei tenitori del Lazio (Roma e Viterbo) e dell’alta Campania (Caserta e Benevento), erano particolarmente "colpite" dai c.d. tombaroli, evidentemente in quanto ritenute pin redditizie di altre per qualità e quantità di pezzi ritrovati a seguito di scavo. I militari procedevano, quindi, a un’analisi pin approfondita del fenomeno rilevato (in particolare, con riferimento alla nostra Provincia) mediante la raccolta e il vaglio di; - varie denunce sporte dai funzionari archeologi presso gli uffici dell’Arma territoriale, - dati raccolti durante le consuete attività preventive di perlustrazione e soivolo. In tal modo, riuscivano a evidenziare un medesimo modus operandi nei territori archeologici campani di Riardo (località Lagoscelle), Teano (localita Sette Querce), Casapesenna e Calvi Risorta (in provincia di Caserta), nonché di Sant’Agata dei Goti e Montesarchio (in provincia di Benevento). Dopo tale accurata attività di analisi, gli investigatori davano avvio a una indagine specifica, aiutati da un fortunato spunto investigativo emerso nel corso di uno scavo clandestino avvenuto nel Sannio: une degli "scavatori", in quella particolare occasione, aveva dimenticate sul pesto uncappelle, usato per raccogliere dei frammenti archeologici appena scavati. I carabinieri riuscivano dapprima a risalire al proprietario del suddette copricapo, poi, man mane, ai suoi complici, operanti anch’essi "nel settore", sia pure in zona diversa, fine a identificare i componenti di una intera squadra di tambaroli di Casa! di Principe, abitualmente dedita alle scave clandestine di materiale archeolegico.

L’ATTUALE INDAGINE

Da quella prima traccia, frutto dell’errore di un competente della "banda", si sviluppava, quindi, una successiva intensa fase di indagini, svelta attraverso controlli sul territorio, pedinamenti, servizi di osservazione (effettuati anche con l’utilizzo di visori notturni e telecamere ad infrarosse), intercettazioni. Con il progredire dell’inchiesta, si riusciva a ricostruire l’intero organigramma della struttura criminale: oltre ai tombaroli (divisi generalmente in squadre di tre e quattro unita), e ai ricettatori (procacciatori di reperti archeologici scavati clandestinamente per ulteriori acquirenti), sene stati individuati gli organizzatori dell’associazione per delinquere, divenuti veri punti di riferimento per scavatori e ricettatori. L’ attività di tutti i suddetti soggetti costituisce un autentico "lavoro", al quale gli stessi si dedicavano quotidianamente e in maniera duratura, compensati, del reste, dall’alta redditività dell’impegno da loro profuso. Gli indagati quotidianamente si davano appuntamento in un bar di Casal di Principe, principale luogo d’incentro di tombaroli e ricettatori. Nello stesse bar i tombaroli pianificavano quanti e quali obiettivi avrebbero visitato all’imbrunire; dopo di che si l recavano sul posto dello scavo, attrezzati di tutto punto, con gli arnesi del mestiere (spilloni, che servivano a sondare le cavità delle tombe, pale, picconi, lampade collegate a batterie d’auto).

Il giorno dope, le aree visitate da questi professionisti del settore si presentavano agli occhi degli investigatori e dei funzionari della Soprintendenza come un campo di battaglia - e una sorta di"gruviera" - con buche scavate e parzialmente ricoperte, eppure, in alcuni casi, lasciate addirittura aperte, con pericolo per i proprietari dei terreni, per gli animali da pascolo e i trattori, e danne alle coltivazioni. `

Sone state, del reste, documentate abitudini, modalità di procacciamento e di vendita a ricettatori ben inseriti nel mercato illegale, capaci di piazzare i reperti più importanti anche all’estero. Inoltre, sene stati identificati altri favoreggiatori, tra cui diversi incensurati, con compiti non mene importanti di occultamento dei reperti illecitamente acquisiti, in attesa della vendita, come pure artigiani (seprattutto pugliesi) addetti alla produzione di reperti falsi, da rivendere miscelati a quelli

autentici. Ulteriori inconfutabili conferme del quadro accusatorie sene venute, nel tempo, `da attività di perquisizione e sequestro effettuate dai militari nel corse delle indagini. I vari interventi svolti nel corse delle investigazioni hanno consentito, già al meramente, il recupero complessivamente di 520 reperti archeologici di diversa natura Trai ricettatori e state individuato (e sottoposto al divieto di dimera) anchc un poliziotto, assistente capo della P.S., in servizio presse il Reparto Mobile di Napoli

/ SOGGETTI SOTTOPOSTI A MISURE CAUTELARI PERSONALI

Arresti domiciliari:

1) PALMA Filippo, nato a Casal di Principe il 24.9.1939;

2) ZARA Salvatore, nato 21 Casal di Principe il 18.4.1965;

3) CATERINO Luigi, natc 21 Casal di Principe il 17.2.1959;

4) CORVINO Annibale, nato a Casal di Principe il 31.8.1946;

5) LUNARDELLI Giacinto, nato ad Acerra il 17.12.1956;

Divieto di dimora

1) VERDE Nicola, nato E1 Cesa (CE) il 13.10.1963;

2) LUONGO Mario, nato a Casal di Principe il 05.01.1955;

V 3) SAVASTANO Antonio, nato a Mondragone il 06.06.1966

4) GOGLLA Nicola, nato a Casal di Principe il 13.08.1973;

Obbligo di presentazione alla p.g.:

1) NATALE Giuseppe, nato a Casal di Principe il 26.11.1938;

2) IORIO Pietro, nato a Casal di Principe il 29.11.1950;

3) BARBERA Giuseppe, nato a Bacoli il 27.06.1946;