La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


email
procecere@alice.it
procecere@virgilio.it



Visualizzazioni secondo Google dal 2009

giovedì 5 giugno 2014

ROMANO GATE - L'EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI NAPOLI LIBERO SE ENTRO 20 GIORNI NON CI SARA' UNA ORDINANZA PER COMPETENZA TERRITORIALE - INTANTO RIMANE AI DOMICILIARI

Le misure cautelari [272-325 c.p.p.] disposte dal giudice che, contestualmente o successivamente, si dichiara incompetente per qualsiasi causa cessano di avere effetto se, entro venti giorni dalla ordinanza di trasmissione degli atti [20, 32 c.p.p.], il giudice competente non provvede a norma degli articoli 292, 317 e 321. Questa è  anche la norma del codice di procedura penale  a cui ha fatto riferimento il tribunale del riesame di Napoli e in questo caso sia il presidente della sezione  dottor Gepi Provitera , ma soprattutto il  giudice relatore dottor Taurisano nell’udienza svoltasi ieri mattina  fa davanti ai giudici di Napoli nel procedimento a carico dell’ex presidente del consiglio regionale di Napoli Paolo Romano . In sostanza prendendo spunto dall’articolo 27 del codice di procedura penale se entro venti giorni il gip del tribunale di Napoli non eseguirà l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex presidente del consiglio regionale,  allora  addirittura cesseranno i termini di custodia cautelare domiciliari per paolo romano e quindi sarà un cittadino libero . Un cavillo giudiziario , basato su tecnicismi procedurali ,sostenuto dall’avvocato Nicola  Garofalo che ha evidenziato nel suo ricorso davanti alla sezione del tribunale del riesame di Napoli, perché proviene da una interpretazione sui reati contestati, perché il reato originario sembra , secondo i magistrati , non è riqualificabile perché essendo un tentativo di induzione indebita articolo 319 quater , lo stesso non poteva essere individuato in un tentativo di concussione, come è stato contestato dai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere  . Il primo infatti secondo i magistrati , ma in linea di massima è così , è stato commesso a Napoli e non a  Caserta  con le dichiarazioni e la contestuale denuncia del dottor Menduni,  che se pur depositata a Santa Maria Capua Vetere ,  forse , doveva essere inviata a Napoli.   
 La sezione del tribunale del riesame di Napoli , in ogni caso ha dato una lettura non diversa , ma ha salvato l’operato delle due procure quella di Napoli  e di Santa Maria Capua Vetere  e contestualmente dei due tribunali ,  dichiarando   l’incompetenza territoriale e chiedendo di trasmettere gli atti  a Napoli per competenza, applicando la norma  .

 Ma il pm titolare dell’inchiesta parallela a quella di Napoli Dottor Damiano della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere,  ha depositato nuove prove e nuovi atti . Forse entro il giorno del corpus domini si saprà quale sarà il destino dell’ex presidente del consiglio regionale della Regione Campania Paolo Romano